Se dico Caraibi quale isola ti viene in mente? Giamaica, Bahamas, Trinidad&Tobago, Barbados… No, non ci siamo! Fermiamoci qui, nelle Piccole Antille: proprio sotto la Martinica, si trova un’isoletta forse meno battuta delle altre, ma… dalla spiccata personalità. Se non la conosci, te la presento io: si chiama Santa Lucia – dal giorno in cui fu scoperta – e scommetto ti piacerà!
Un profilo (i)conico
Prima ancora che blu per la limpidezza del suo mare, o bianca per il candore di alcune sue spiagge, Santa Lucia è un’isola verde. Lussureggiante come poche altre, l’isola ha origini vulcaniche, come dimostra il suo profilo (i)conico: il Gros e il Petit Piton, sono i due coni vulcanici simbolo dell’isola e brillano come due smeraldi. Le abbondanti piogge che contraddistinguono la zona caraibica, infatti, rendono la vegetazione molto rigogliosa; per questo Santa Lucia è una meta ideale per chi desidera alternare al mare un po’ di trekking nella foresta tropicale, ricca tra l’altro di pappagalli.
Tra le escursioni disponibili via terra, oltre all’ascesa ai monti Pitons, può essere interessante visitare le sorgenti sulfuree. Vicino al villaggio di pescatori di Soufrière, si trova infatti Soulphure Springs, una zona vulcanica dal passato piuttosto sinistro: pare infatti che, un tempo, per placare l’ira del Dio del Fuoco, venissero gettate delle giovani vergini nella bocca del vulcano. Oggi l’area è accessibile con una visita guidata che ti permetterà di osservare pozze di fango bollente, fare un bagno nelle acque minerali e sciacquarti sotto il getto della vicina cascata Toraille.
I fondali più belli
Quando soggiorno in un’isola, la cosa che più amo fare è naturalmente scoprirla in barca. Qui a Santa Lucia puoi affidarti a una delle tante compagnie locali presenti in spiaggia: oddio, compagnie è una parola grossa, dato che per lo più si tratta di tizi con una barchetta. Il nostro indimenticabile cicerone è stato Captain Johnny: il primo giorno si avvicina a noi con tanto di berretto da comandante in testa e tendendoci la mano dice: ‘Hi, I’m Captain Johnny – you guys need a boat?” We sure do! E con lui abbiamo scoperto le spiagge più suggestive dell’isola.
La migliore è sicuramente Jalousie Beach, di sabbia bianchissima, incastonata proprio in mezzo ai due Pitons. E’ un ottimo sito per fare snorkeling: proprio ai piedi dei Pitons c’è il Coral Garden e… il nome dice già tutto! Altri ottimi spot per l’immersione sono Anse Chastanet (frequentata, pare, anche dalle piovre) e Anse Cochon, dove la spiaggia è invece di sabbia nera.
Da visitare (o forse no)
Prima di partire, avevo letto grandi cose circa due posti che poi invece si sono rivelati un po’ deludenti: il primo è Marigot Bay, nota come una delle più belle baie dei Caraibi e per essere stata il rifugio dei galeoni pirata (non a caso è proprio a Santa Lucia che sono stati girati i tre capitoli della saga Pirati dei Caraibi, con Johnny Depp). Eppure non mi è piaciuta più di tanto perché… credo sia stata proprio la sua bellezza ad averla deturpata: mega yacht e villoni sono spuntati come funghi nel corso degli anni (Mick Jagger ha una casa qui, ad esempio). Nella sua baia più famosa, Santa Lucia perde quella nota naturale e quasi selvaggia che la contraddistingue.
Avevo poi alte aspettative su Anse la Raye, villaggio in cui si celebrano ancora riti obeah (una forma di magia nera simile al voodoo) e dove le figure degli sciamani (i cosiddetti snakemen) sono temute e rispettate. Scrive Lonely Planet che “l’uomo serpente viene consultato per le sue capacità curative – ad esempio, un rimedio per problemi muscolari prevede il massaggio con grasso di boa constrictor sulle parti doloranti”. Insomma, sembrava un luogo in cui respirare l’atmosfera caraibica più vera, più ancestrale. E invece no, mi è parso un villaggio che, al pari di altri, si affannava a proporre souvenir di ogni genere ai turisti. Va però detto che ci sono stata di giorno: di notte, pare che la vita divenga più vivace e autentica.
Cibo!
Viaggiare è anche mangiare: che, mi faccio mancare la cucina locale? Sebbene i crostacei siano ottimi – dai granchi all’aragosta – , il piatto tradizionale dell’isola è il green fig & salt fish. Non farti ingannare dal nome però: non c’è nessun fico! Si tratta invece di baccalà stufato insieme alle spezie, con un contorno di banane verdi saltate con aglio e verdure. A Santa Lucia, infatti, le piantagioni di banane abbondano: per questo il frutto è presente in molti piatti sia come contorno (banane fritte) sia come condimento (famoso è il banana ketchup).
Un’ultima cosa: come avrai capito, il sole che scende ai Caraibi regala dei colori meravigliosi – falla una crocierina al tramonto, mi raccomando!
E tu sei mai stata ai Caraibi? Qual è la tua isola preferita?
In che periodo ci sei stata? Santa Lucia è forse meno conosciuta tra le mete caraibiche, ma sembra davvero avere un gran fascino! Io, che sono sempre in modalità lazy, vorrei andare ad Antigua, dove ci sono circa 365 spiagge, una per ogni giorno dell’anno eheheh
Ci sono stata in settembre (qualche acquazzone infatti l’ho beccato)! ma il periodo migliore è tra gennaio e aprile mi pare. Non sapevo questa curiosità su Antigua! 😀
non ho mai avuto occasione finora di andarci …ma sembra davvero una meta che valga la pena visitare!
A me è piaciuta molto! 🙂