Quando si parla di paradisi tropicali, spesso l’immaginazione non va oltre il binomio stereotipato spiaggia bianca/mare azzurro. E invece La Digue è molto, molto di più. E’ un’isola stupenda, forse la più bella che abbia mai visto (dopo Bora Bora, concedimelo): è un’isola che sorprende, diversa da come ce la si aspetta.
Ecco perché, prima di descrivere in dettaglio di questo piccolo eden, mi è sembrato giusto dedicare un post a ciò che, forse, non tutti sanno sull’isola e al perché le infradito gioiello… si possono anche lasciare a casa.
Il fenomeno delle maree
E’ un fattore che determina nel modo più assoluto l’esperienza sull’isola e la percezione di alcune spiagge. Ad esempio, l’Anse Source D’Argent è molto suggestiva con la bassa marea, che crea numerose piscinette naturali vicino alla costa, nelle quali ci si può stendere a prendere il sole (ovviamente è impensabile nuotare dato che l’acqua è troppo bassa).
Da qui, sempre con la bassa marea, si può percorrere a piedi (in acqua) lo stupendo tratto che porta alla punta sud di La Digue, costeggiando una serie di spiaggette sormontate dai favolosi massi granitici simbolo dell’isola. Attenzione però: tieni d’occhio il mare perché, nel giro di poche ore, la marea potrebbe salire e la via percorsa all’andata potrebbe non essere più così agibile al ritorno!
Non tutte le spiagge sono facilmente raggiungibili
Eh sì. La Digue fa la preziosa. Non dà tutto subito, ti chiede di andartelo a prendere, se veramente ci tieni. Per raggiungere alcune spiagge, pedalare non basta: bisogna poi abbandonare la bici e camminare, sempre in mezzo alla foresta, magari anche per 30/40 minuti. Poi però trovi il Paradiso, come ci è successo una volta arrivati ad Anse Coco.
Altre volte invece proprio bisogna gettare la spugna: per arrivare ad Anse Cayman ad esempio, si deve seguire un percorso su roccia, decisamente sconsigliato a chi non è abituato ad affrontare tracciati del genere. Con gran rammarico ho dovuto lasciare perdere: come ho detto qui, in vacanza non si diventa Superman e ho preferito evitare di slogarmi una caviglia o scorticarmi una gamba su uno spuntone di roccia!
Correnti e mare aperto
Alcune delle spiagge più selvagge, come Grand Anse e Petite Anse (sul lato est dell’isola) sono lambite da correnti molto forti. Il mare è aperto, non c’è la protezione della barriera corallina come sul lato ovest. Fare il bagno diventa dunque difficile e, in alcuni momenti della giornata, anche pericoloso, data la violenza delle onde e la presenza degli scogli. Se l’obiettivo della tua vacanza è fare lunghe nuotate, La Digue non è esattamente il posto che fa per te: meglio optare per l’isola di Praslin.
Sotto questo sole, bello pedalare…
…ma c’è da sudare! Ti spiego: La Digue ha una superficie di circa 10 km quadrati. E’ minuscola. Oltre ai pochi pulmini degli hotel, ai camioncini dei lavori stradali e a 4 taxi (ma 4 davvero), non ci sono altri mezzi a motore. Troverai però carri trainati da buoi (i cosiddetti ox-taxi) e tante, tante bici. Già solo questo basterebbe a rendere l’isola un posto ancor più unico nel suo genere, ma non è tutto!
Anche il paesaggio nel quale ci si muove è meraviglioso e non mi riferisco solo ai tratti sul lungo mare, ma anche all’entroterra. Si pedala in piena foresta pluviale, circondati da flora e fauna pazzesche: palme, liane, uccelli multicolore e volpi volanti! Attenzione però: La Digue è un’isola montuosa e, in numerosi tratti, ti troverai costretto a scendere dal sellino e a spingere la bici a mano a causa della pendenza, il che, con il sole a picco (ma anche senza!) può risultare faticoso.
Vita notturna… a seconda dei punti di vista
Ho sentito persone lamentarsi del fatto che, la notte, a La Digue non c’è vita. Come sempre, è tutto relativo. Se come vita si intende l’animazione del DJ Checco di turno, disco pub e cose del genere allora no, non ce n’è. Anzi, le strade non sono nemmeno troppo illuminate e chi desidera avventurarsi per l’isola di notte deve uscire con la pila (e la bici, ovviamente).
Se come “vita” hai in mente altro, invece non resterai deluso. Puoi sederti sulla spiaggia ormai deserta, ascoltare il mare e vedere guizzare qualche pesce nella tranquillità più assoluta. Tornare al tuo lodge stando attento a non calpestare quelle lumacone lunghe una spanna che si avviano lente chissà dove. E prima di addormentarti, puoi cercare di cogliere il ticchettio di un geco, quel suo verso così particolare. Ma poi… hai davvero bisogno di vita notturna dopo un tramonto del genere?
Ecco, queste sono le premesse su La Digue. E’ un’isola che dà molto, moltissimo, ma pretende anche molto dai suoi visitatori: coloro che sono interessati ad andare oltre la Source D’Argent, sanno che dovranno pedalare, scarpinare, sudare ma sanno anche che saranno sempre ricompensati con il più bello degli spettacoli.
Lascia quindi a casa l’abbigliamento chic – puoi sfoggiarlo alle Maldive, se proprio ci tieni: noi siamo arrivati con il classico cappellino con visiera, uno zaino, le scarpe da ginnastica e abbiamo comprato delle ciabatte da scoglio in un negozietto vicino al porto. E tanto è bastato per goderci l’isola alla grandissima!
Che ne pensi, ti ispira?
Veramente belli i tuoi post!! Li ho scoperti cercando un’ispirazione per i 4 Passi in Trentino e, tieni
conto, io ci abito!! Poi ho letto gran parte degli altri e il resto lo farò nei prossimi giorni. Mi piacciono le espressioni linguistiche che usi e la scelta delle foto…praticamente tutto. Complimenti davvero
Grazie mille! Tengo questo blog esclusivamente per passione e mi piace pormi come “una che racconta” invece che come l’esperta di turno. Per questo motivo un apprezzamento sullo stile oltre che sui contenuti è graditissimo 🙂
Bellissimo racconto Cris, un’idea di come conciliare isole tropicali e voglia di esplorare… Però prima mi vado a leggere il tuo post su BoraBora… Non si sa mai! 😉
Grazie! Le Seychelles sono davvero state una scoperta per me! Su Bora Bora non ho ancora scritto nulla: per ora sulla Polinesia c’è soltanto il racconto delle Tuamotu (che va bhè, mica le buttiamo via!)
Infatti cercavo e non trovavo. Vuoi vedere che adesso ti tocca di scrivere anche un post su Borabora? Mi spiace ma l’hai tirata in ballo e gli autori, si sa, hanno grandi responsabilità nella gestione dei propri affezionati lettori 😉
hahaha più avanti certamente! Ora basta paradisi tropicali per un po’ che se no cado in depressione!! 🙂
Anche le Seychelles sono nella mia lunga, lunghissima lista…
Ciao ciao
Max
Spostale verso l’inizio, ne vale la pena! 😉
Troppo!!! In un paradiso così non ci sono ancora mai stata. E poi…hai descritto la vita notturna che piace a me<3 voglio partire!!!:(
Anch’io sono per questa vita notturna! In un weekend a Ibiza di anni fa le discoteche le ho viste solo di giorno, chiuse! Poi, va bhè, ormai c’ho ‘na certa età… 😉
Non so se esistano isole deserte di giorno e piene di vita stile Ibiza di notte! Ahahhah credo sia pretendere troppo. Per esempio, anche Fuerteventura (parte nord) non vanta di grandi discoteche..ci sono giusto dei piccoli locali 🙂 Poi agli avventurieri come te (e me :p) basta l’ebrezza della scoperta!
Decisamente! 🙂 cmq queste persone facevano il paragone con Mahe e Praslin: essendo usole più grandi è ovvio che qualcosa in più lo offrono… dipende sempre da cosa uno cerca!
Ti dico solo che purtroppo per un soffio non ho potuto visitare alcune isole delle Seychelles…avevo già prenotato il biglietto e tutto era programmato da tempo, ma come si sa, il Fato riserva sempre qualche spiacevole sorpresa…e quindi non si sa bene come non ho lasciato vincere il Destino e zaino in spalla me ne sono andata in giro per la Cambogia…non proprio la stessa cosa, ma comunque la realizzazione di un sogno. Tornando alle Seychelles spero di poter presto recuperare👍👍👍ti ringrazio comunque per permettermi di viaggiare tramite i tuoi racconti
Bhè dai, anche la Cambogia… buttala via! Ricordo i tuoi post e ho sempre più voglia di andarci!!! E’ uno dei miei sogni: speriamo di poterci ‘scambiare’ i viaggi allora! 🙂
Ma quanto sono belli questi posti? Ai voglia che lascerei gioielli, trucco, parrucco, infradito, e vabbè almeno il costume lasciatemelo! Che voglia di usare la bici, magari, nei tratti in discesa, per sfrecciare manco fossi Cipollini. Solo, no, no, io non rischio l’alta marea…sull’isolotto ci vado ma mi porto un canotto che se solo vedo un pesciolino che mi passa davanti, scappo. Scappo…ma che scrivo? Che una volta mi ci sono trovata, nell’alta marea (a due passi dalla spiaggia) e sono rimasta ferma ferma finchè non mi è venuta a prendere quel sant’uomo di mio marito! E vabbò, era quasi sera e l’acqua s’era fatta grigia. Dj Checco? Vuoi mettere il tunze e tunze con i suoni rilassanti della natura, alla vista di un tramonto, di un cielo stellato o di una distesa blu trasparente (un colore nuovo)? Grazie Cris, che mi porti lontano!
hahahah, ma come: eri rimasta ferma in acqua? Povera!
Un abbraccio cara e grazie per i tuoi commenti sempre divertenti 🙂
non si sa mai…un passo falso e finivo in bocca a qualche squalo (pauraaa)!
Decisamente!
Ho sempre “snobbato” Maldive e Seychelles proprio per non ritrovarmi “costretta” tutto il giorno in spiaggia, in compagnia dei tipi che hai descritto.. Mi fa piacere ricredermi su quest’ultime!
Prima di partire avevo letto che La Digue era ‘avventurosa’: non pensavo fino a questo punto però! E’ stata una scoperta piacevolissima, anche se… le Maldive non le disdegno comunque! 😉 Sebbene vengano spesso accostate, secondo me, le Seychelles rientrano in tutt’altro tipo di turismo rispetto alle Maldive.