“Doveva essere tremendo no? Un carcere di massima sicurezza. Salivi sulla nave, sicuramente con aria sprezzante, perché se finivi ad Alcatraz non eri certo un criminale da strapazzo e, quindi, un certo contegno lo dovevi mantenere. Non ti guardavi nemmeno intorno, nemmeno per dare un’ultima occhiata a San Francisco. Tanto il Golden Gate lo avresti visto tutti i giorni, d’ora in poi. Anzi, ti sarebbe venuto in odio a forza di vederlo. Curioso che la sua costruzione fosse cominciata proprio l’anno prima che Alcatraz diventasse quel penitenziario dalla disciplina così ferrea.
Poi sbarcherai sull’isola – The Rock – accolto dal grido dei gabbiani, la cui libertà ancora non invidi. Con uno strattone, verrai introdotto nei ‘bracci’: nient’altro che corridoi di gabbie accatastate l’una sull’altra. Un canile. E come in un canile, tanti occhi che ti scrutano: rabbiosi, alienati, alcuni divertiti, altri senza più ormai un barlume di senno. Da qualche parte, la cella di Al Capone.
Un secondino ti dà uno spintone e ti sbatte in cella. ‘Non c’è bisogno di spingere’ – dirai mentre ti scappa un sorrisetto ironico, quasi di scherno. Perché più che dentro una cella, sei dentro un buco. Ti ci rigiri a malapena. Giusto un materasso duro, buttato su una branda ancor più dura; una lampadina nuda a gettare un po’ di luce, un lavello, il water e un paio di mensole dove potrai tenere i tuoi effetti personali: dei libri, un quadro e dei pennelli se ti piace dipingere, una vecchia scacchiera se trovi qualcuno disposto a sfidarti, e un pennello da barba. Il rasoio quello no, ovvio.
In fin dei conti, non ti lamenti troppo dello spazio: c’è di peggio. Hai già sentito parlare delle celle d’isolamento, dove vengono rinchiusi i prigionieri più indisciplinati, quelli che hanno scatenato rivolte, tentato la fuga o accoppato una guardia. A loro toccano celle ancor più anguste, senza luce.
Almeno il cibo è decente, ottimo, dicono: meglio soddisfarli questi detenuti perchè una sommossa in refettorio potrebbe diventare letale e le guardie hanno paura. Si dice che sul soffitto della mensa ci sia un aggeggio pronto a gassare tutti, così, just in case. Ah, e poi c’è l’ora d’aria: un rettangolo spoglio oltre il quale sorge San Francisco, una tortura psicologica sicuramente studiata a tavolino, per ricordarti che la libertà – la vita – sta a poche miglia da lì. Ma non puoi raggiungerla.
Di nuovo quel sorrisetto ironico ti piega un angolo della bocca. Cos’è quell’apertura adiacente al pavimento? Toh, un condotto di ventilazione. Procurarti un cucchiaio: questo è il tuo primo pensiero”.

Alcatraz è stato un carcere di massima sicurezza dal 1934 al 1963. E’ stato chiuso, pare, a causa dei notevoli costi di gestione (personale numeroso, trasporto di acqua e cibo dalla baia). Questa è la versione ufficiale. Quella non ufficiale è che il penitenziario semplicemente aveva fallito: il detenuto Morris e i fratelli Anglin (tutti hanno visto il film Fuga Da Alcatraz) sono riusciti ad evadere, mandando in frantumi il sistema di sicurezza (e la fama) della terribile Rock.
Oggi, della suggestione di un tempo rimane ben poco: la visita della prigione si conclude con l’immancabile shop di souvenir in cui è possibile comprare una tazza di latta in cui pucciare i Pan di Stelle una volta a casa. Cosa ci rimane allora? Tanta immaginazione e una serie di foto a cui togliere il colore solo per farle sembrare più cupe, più terribili. Proprio come doveva essere la Alcatraz di un tempo.
Sei mai stato ad Alcatraz? Oppure hai visto qualche altra prigione interessante e me la vuoi segnalare?
Non ci sono mai stata, ma il tuo racconto rende benissimo!
Ho adorato le foto in bianco e nero.
Ciao Cris!
Ciao Elisa! Ho cercato di creare un ambiente un po’ più tetro :)) Un abbraccio e buona estate!
Anche io ci sono stata (2 volte..sono stata in 2 viaggi diversi, con persone diverse e ho dovuto rifarlo!) e devo dire che mi è piaciuta molto come visita perchè anche la guida è ben fatta! E poi SF è magica 🙂
Io avevo aspettative un pochino più alte su Alcatraz ma… concordo su San Francisco, assolutamente!! 🙂
Vista dal pier Anche io per mancanza dj tempo. Me ne pento!
Buon motivo per tornare in quel di Frisco allora!
Mai stata ad Alcatraz, ma non so se conosci Eastern state Penitentiary di Filadelfia. Lì di turistico per il momento non c’è nulla. Ti dico che io avevo sul serio paura di girare per quei corridori…è veramente suggestivo! E, a quanto pare, Al Capone non se ne è perso uno di carcere!😂
siiiii ho letto alcuni articoli e visto foto agghiaccianti! o_O
Ecco quello credo faccia molto più effetto!
Non ancora 😉
In realtà sono più affascinata dagli ex manicomi e qui a Lisbona esiste un ospedale panottico stupendo (nella sua orrorezza)
uuhh interessante, non ne ho mai visti! Ho sbirciato ora il tuo articolo per saperne di più!
Non ho ancora scritto nulla sul Miguel Bombarda, ma lo farò presto 😉 Pensa che qui parte delll’altro manicomio Júlio de Matos è stato trasformato in galleria d’arte.
Sì, ma ho letto qualcosina nel tuo pezzo su Monteiro 🙂 Attendo l’articolo!!
Fine estate credo 😉 devo seguire il mese di giugno e le Festas qui a Lisbona. Troppe cose, troppe cose ma belle 🙂
Alcatraz, un mito !
Mi è piaciuta moltissimo ed ad ogni passo che facevo lì dentro, mi veniva in mente il film col grande Clint
Qui la mia esperienza 2 anni fa…
http://max510.com/2013/09/04/usa-otr-3000-miglia-nel-west-alcatraz-e-bike-the-bridge/
Vado subito a leggerlo allora! 🙂
Vista solo dal Pier 39. Devo dire però che da fuori è un bel vedere, e fa ancora una bella suggestione… Un po meno tutto il giro di souvenir che ci hanno costruito intorno.
Sì, personalmente l’ho trovata migliore vista dalla baia che non all’interno. Un giro lo fai perchè è un posto unico al mondo però poi… ti ritrovi davanti a uno shop che vende magliette a strisce 🙁