Ti parlo una volta tanto del mio Piemonte. Che, con tutto il rispetto per le altre regioni ma, in quanto a cucina, sono in pochi a batterlo. Hai presente la bagna cauda, il vitello tonnato, i ravioli del plin, la panissa, il brasato, il fritto misto… Ecco. Per non parlare poi del tartufo d’Alba. E i dolci? Baci di dama, gianduiotti, bunet. Anche le pesche ripiene. E i vini non hanno bisogno di presentazione: barolo, nebbiolo, barbaresco, moscato…
In questo post ti svelo i miei ristoranti preferiti nel cuore delle Langhe, la zona – per me – più interessante e caratteristica del Piemonte, che vale la pena visitare non soltanto per le cantine e i panorami senza eguali ma… anche per una serie di posticini niente male in cui riempirsi la pancia. Dopo però non metterti subito alla guida: la cucina piemontese non è esattamente la più leggera d’Italia!
Ecco dove mangiare nelle Langhe:
L’Osteria del Vignaiolo, La Morra
Reinterpreta i piatti della tradizione culinaria piemontese ma sui grandi classici che accompagnano la trifola – ossia il tartufo – non scherza! Se vai in stagione, puoi farti fare una “grattata” su classici intramontabili quali carne cruda, uova al tegamino, tajairin (una specie di tagliatella ma molto più stretta a base di pasta all’uovo), gnocchi al raschera o al castelmagno. E prima di sederti a tavola, il tartufo lo puoi andare a cercare tu stesso, con un vero trifulau!
Trattoria Antica Torre, Barbaresco
Facilissima da trovare, perché si trova proprio sotto la torre medievale che domina il paesino di Barbaresco. Ottima la bagna cauda, servita nei classici “fujot”, recipienti di terracotta con ‘camino’ incorporato (ossia con un piccolo vano in cui inserire una fiammella) per tenere in caldo la bagna a base di acciughe (tante), olio (quanto basta) e aglio (molto: la nonna della mia migliore amica mette addirittura una testa d’aglio a persona – testa, non spicchio)! In questa salsina, verranno poi intinte verdure cotte e crude, quali cavolo, patate bollite, peperoni, porri e, se trovi il famoso cardo gobbo, quello è il top! La bagna cauda è un piatto poco conosciuto al di fuori del Piemonte ma… fidati, se non hai incontri galanti o di lavoro nell’immediato, assaggiala! (Oppure prova a farla: qui la ricetta!)
Osteria More e Macine, La Morra
Questo locale è stata una vera sorpresa: ci siamo entrati per caso e, a dirla tutta, non avevamo grandi aspettative. E invece… saporitissime cipolle ripiene, uova in cocotte con fonduta e, per finire, il Bunet. Sai cos’è? E’ un dolce al cucchiaio che ricorda un po’ il budino: esiste in due varianti, quella tradizionale, ‘bianca’, con le nocciole delle Langhe, e quella al cioccolato. Rimane costante l’impiego di uova, liquore, caffè ristretto e amaretti. Il bunet viene fatto cuocere a bagnomaria in uno stampo che pare abbia dato il nome al dolce: lo stampo assomiglia infatti a un ‘bunet’, ossia a un ‘berretto’, in dialetto piemontese.
Campamac, Barbaresco
Non sono molto amante della carne in generale. Ma posso non assaggiare il Brasato al Barolo? Piatto principe della tradizione piemontese, il brasato prevede una lunga cottura della carne – preferibilmente l’arrosto della vena – nel vino (a cui vanno aggiunte spezie e aromi) per renderla morbida e profumatissima. Provalo da Campamac, che si definisce una osteria di livello e il cui manifesto recita così: “Campamac è una parola del dialetto piemontese che significa letteralmente “mettine ancora, dacci dentro”. È il motto che da sempre usa per suonare la carica alla sua squadra in cucina Maurilio Garola, già famoso in Langa da più di vent’anni per il suo ristorante, la Ciau del Tornavento, con una stella Michelin, e con una cantina tra le più belle d’Italia”. Questo bistrot mi è piaciuto tantissimo e, al suo interno, è pure possibile acquistare una serie di prodotti locali.

Ristorante San Marco, Canelli
Non è proprio nelle Langhe, ma poco prima, nella zona del Monferrato. Però lo voglio inserire ugualmente in lista perchè, bhè, semplicemente non posso non fartelo conoscere. Si tratta di un ristorante a conduzione famigliare che, da anni vanta una stella Michelin. Ambiente raffinato, dal servizio impeccabile e dai piatti curatissimi, il San Marco ha un eccellente rapporto qualità prezzo per essere un ristorante di fascia alta! Se non hai mai assaggiato i tajarin di cui parlavo prima, fallo qui: la signora Mariuccia – cuoca e proprietaria – prepara i famosi “tajarin 40 tuorli” (tanti ne vengono utilizzati per ogni kg di farina), da provare con il ragù di salsiccia oppure al burro, con grattata di tartufo! Voglia di dolce? Puoi concludere con una fetta di torta di nocciole delle Langhe accompagnata da qualche cucchiaiata di Zabajone al Moscato.
Piazza Duomo, Alba
Questo è il posto perfetto se vuoi fare una piccola-grande follia culinaria. Nel 2018, Piazza Duomo, il ristorante a tre stelle Michelin dei fratelli Ceretto, è stato proclamato sedicesimo ristorante al mondo. Noi ci siamo stati un paio di volte, scegliendo sempre i menu degustazione legati al territorio, che presentano i piatti più tipici della cucina piemontese riproposti in chiave moderna.
Tra i signature dish del ristorante, l’insalata 21, 31 o 41, un’insalata verticale con 21, 31 o 41 ingredienti (la quantità dipende dal periodo dell’anno e l’elenco lo trovi in una busta che ti viene servita insieme al piatto) tra erbe, fiori, foglie e semi. E poi le acciughe al verde, il vitello tonnato non tonnato, il pesce in carpione, i ravioli ai tre arrosti (manzo, maiale e coniglio), le zucchine al brusco, la guancia di vitello brasata. Dessert al top: plin al sapore di pesche ripiene (magici: ho mangiato – e mangio tuttora – le pesche ripiene della mamma ogni estate, ogni domenica: uno shock trovare lo stesso identico sapore in un piatto dalla consistenza così diversa) e una serie di dolcetti accompagnati dal Latte+, un botticino di latte freddo aromatizzato con vaniglia e grappa al moscato. Costo? Quello che si addice a un tre stelle, inutile girarci intorno. Ma tengo a sottolineare che non si tratta del tipico ristorante dove paghi un sacco per mangiare porzioncine o piatti astrusi che a fine pasto ti lasciano mente e stomaco… perplessi. Piazza Duomo è davvero un viaggio nel gusto, e lo consiglio soprattutto a chi ama la cucina piemontese. Un onore (ri)assaggiarla così.
Decisamente più adatto a ogni tasca, il secondo locale dei fratelli Ceretto, situato proprio al piano di sotto rispetto a Piazza Duomo: La Piola. Alla Piola, termine che in dialetto piemontese significa semplicemente osteria, troverai il menù scritto col gessetto su una grande lavagna, insieme ad un’atmosfera decisamente più conviviale e easy. Il cibo è più tradizionale, ma sempre di ottimo livello.
Ti è venuta fame, eh? Ora che sai dove mangiare nelle Langhe, sei pronto a partire per un bel weekend enogastromico: qui ti propongo un itinerario interessante. Buon viaggio e… buon appetito!
Mi è venuta fame, sì!
E dov’è finita la tua Africa? 😊
hahah! E’ solo che siccome tra una settimana torno in Italia per le vacanze estive… mi è venuta voglia di casa (e di cucina della mamma!!) 😀
Questi post a quest’ora?!? Malvagità!😜 Comunque, a me piace un sacco la cucina piemontese, come quella di ogni regione italiana: siamo fortunatissimi…ogni regione, una cucina diversa e sempre deliziosa!
Prendo nota di questi ristoranti 😉
Hai ragione! Ma avevo un languorino….
Post utilissimo, da utilizzare prontamente dopo l’estate! 🙂
Assolutamente!! Buon appetito 😉
E’ la cucina che amo, ho preso nota dei ristoranti che hai segnalato. Grazie e un caro saluto
Bene! Tanti la trovano un po’ pesante ma… per me è una delle migliori d’Italia 😀