Comincio col dire che trovarsi faccia a faccia col tipo qui sopra non è piacevole. Ok che la mia macchina fotografica ha un buono zoom, ma eravamo proprio vicini. In ogni caso, questo grasso coccodrillo è solo uno dei tanti incontri avvenuti durante una breve navigazione sul fiume Zambesi, il quarto in Africa per lunghezza, nonchè l’‘artefice’ delle spettacolari Cascate Vittoria.
Siamo partiti poco prima del tramonto con l’idea di cenare a bordo di una piccola chiatta. Per la ragione che scoprirete più avanti, il tratto percorso è stato molto più ridotto del previsto, ma non per questo povero di sorprese! La prima: dopo pochi minuti di navigazione, vediamo affiorare due grossi testoni. Si tratta di ippopotami che, sbadigliando, si soffermano un attimo a guardarci prima di scomparire nuovamente sott’acqua (sono campioni d’apnea: riescono a stare in immersione fino a 6 minuti)! Appena questi due svaniscono, subito ne emergono altri: il fiume è pieno!
Ci allontaniamo: gli africani non amano questi bestioni, semplicemente perchè hanno la cattiva abitudine di ribaltare le loro imbarcazioni (non la nostra perchè troppo grande). Pesando fino a due tonnellate, per l’ippopotamo è molto semplice capovolgere una piroga, con le peggiori conseguenze per i malcapitati: a causa dell’elevato numero di coccodrilli, la maggior parte degli africani che vive lungo il fiume non ha mai tentato di imparare a nuotare. Dunque, parecchie vittime degli scherzi di questi pachidermi finiscono, ahimè, per morire annegati.
Ippopotami a parte, questo tratto dello Zambesi è estremamente quieto: il silenzio viene interrotto soltanto dal grido stridulo di qualche volatile, anche particolarmente grosso, come i due avvoltoi che abbiamo visto appollaiati su un ramo.
E poi, eccolo là: un coccodrillo di circa 3 metri… con la pancia decisamente piena! Se ne stava lì immobile sulla sponda del fiume con le fauci spalancate: un modo per rinfrescarsi nelle giornate più calde. Si tratta di un esemplare di Coccodrillo del Nilo che, a dispetto del nome, è diffuso in quasi tutta l’Africa. Dice wikipedia che “La forza del morso del coccodrillo del Nilo è dell’ordine di 2.267 chilogrammi forza. I denti crescono in continuazione e vengono sostituiti da altri sempre nuovi. La curiosità è che il coccodrillo non può masticare”. Vabbene, per me possiamo andare oltre…
A un certo punto accade l’incredibile: la superficie del fiume si spacca, una massa enorme e silenziosa avanza lentamente nell’acqua. E’ un elefante che attraversa! E’ uno spettacolo davvero emozionante e anche piuttosto raro per questa stagione: fa impressione vedere la leggerezza con cui si muove nonostante la mole. Con nostra grande sorpresa, l’elefante continua ad immergersi, fino a lasciare fuori solo la punta della proboscide! Siamo tutti rapiti da questa scena inaspettata, comandante compreso che, forse distratto dall’attraversamento o forse nel tentativo di avvicinarsi un po’ di più… STOMP! rimane incagliato su un letto di scogli un po’ troppo alti!
E ora? La barca non si muove più, proprio non c’è verso! Insieme agli altri passeggeri, decidiamo di riderci su ed è tutto un susseguirsi di battute sulle ‘rocks’ sulle quali ci siamo arrestati: con in mano un whisky on the rocks, non ci rimane che goderci il sole che scende sullo Zambesi e pensare a questa gita che, in quattro e quattr’otto, si è trasformata in un ‘Rocky Horror Picture Show’.
Ma non tutto è perduto (forse)! A un tratto si avvicina una barchetta a motore: ci può dare una mano? Lanciamo una cima all’equipaggio che, buon senso vuole, avrebbe dovuto assicurarla ad un punto ben saldo per poi provare a disincagliarci. Solo che, i marinai con cui avevamo a che fare… di buon senso manco a parlarne: invece di legare la cima, la tengono con le mani mentre un terzo pesta sull’acceleratore. Non ci credo. Ovviamente la cima gli sfugge nel giro di 5secondi e, alzando le spalle come a dire ‘bhè, ci abbiamo provato’, i due si allontanano lasciandoci a bocca aperta come il coccodrillo del Nilo. Davvero pensavano di poterci disincagliare con la sola forza delle braccia? Ma chi sei, Hulk??? Ah, Africa… se non lo vedi non ci credi.
Per fortuna, almeno la cena è salva: nell’attesa di una barca di salvataggio ci mettiamo a tavola. E va bene così: in appena mezz’ora di navigazione abbiamo visto una fauna a dir poco impressionante e ora ci godiamo senza rimpianti gli ultimi raggi del sole che, di colpo, lascerà spazio alla notte, con il suo cielo limpidissimo. Per la prima volta nella mia vita, riesco a vedere nettamente la Via Lattea con la sua miriade di stelle.
Grazie Zambesi.
bellissime le foto … e che avventura…come dire…in Africa può succedere di tutto…
La pace dello Zambesi la porterò sempre nel cuore….mi vedevo dall’alto, completamente in estasi ad ammirare questi paesaggi, come se non potesse essere vero quello spettacolo, troppo grande per i miei occhi! <3
Racconto e foto spettacolari, davvero non ci sono parole!!! Peccato che non so mettere la faccina con la bocca stupita! 😀
HaHaha grazie!! Ti assicuro che di facce stupite ne ho viste gia parecchie quella sera! :))
Io ho i brividi ogni volta che leggo i tuoi racconti africani.. anche questo è fantastico.
Ciao Francy, grazie!! *.* L’Africa regala sempre sorprese… Sono contenta di riuscire a trasmetterle almeno un po’!
Cris mi è venuta la pelle d’oca…e una voglia incredibile di essere su quella barca con te!
Che tenero quell’elefante *__*
Senti ma posso venire a trovarti?? Voglio piangere di gioia vedendo questi spettacoli con i miei occhi!!!
Sei tu che sei tenera!! 🙂 Da quel poco che posso capire di te seguendo il tuo blog e i tuoi commenti in giro, credo l’Africa ti lascerà un ricordo indelebile e, forse, cambierà anche il tuo modo di viaggiare. Un bacio Eli, spero tu possa presto mettere piede quaggiù!
Una bella avventura, certo nel dubbio avrei lanciato la mia cena al coccodrillone per tenerlo sazio e assopito, ma a volte gli imprevisti regalano grandi emozioni e chissà che tramonto hai visto! (uhm mannaggia al capitano distratto, serve una segnaletica in acqua per attraversamento elefanti 😉
Pensa che la segnaletica c era! Non dell attraversamento elefanti ovviamente ma del fatto che in quel punto il fondale era particolarmente basso… Eppure niente, bloccato lo stesso! 😆
Emozionante ! E le immagini, bellissime, parlano da sole
Ciao ciao
Max
Grazie! Sì credo che anche proseguendo la navigazione, di più non potevamo vedere… ci è andata bene!