Ci sono viaggi ‘facili’ che, una volta tornati, svaniscono in fretta. Basta una giornata di lavoro e sembrano lontani anni luce. Non l’Australia. Continuo a pensarci e mi sembra di essere ancora là, di aver lasciato laggiù un qualche pezzo di me.
Eppure, per vari motivi, è stato un viaggio tutt’altro che perfetto. Cos’ha allora di tanto speciale questo Paese? C’è una citazione di DH Lawrence che credo renda l’idea. Dice “Basta uscire dal mondo e si entra in Australia”. Ecco, forse è questo. E’ stato un po’ come fare un viaggio in un altro mondo.
Perché alla domanda “cos’hai fatto oggi?”, avrei dato riposte tipo: mah, sai, ho passato un’ora e mezza intorno a una palude aspettando che uscisse un ornitorinco. No, poi non è uscito. Oggi? No niente, abbiamo attraversato un pezzo di deserto senza incontrare nessuna macchina per delle ore. Poi però è spuntato un pub in mezzo al nulla e ho preso una Corona. Oppure: siamo stati in spiaggia. Macchè incontri, era piena di leoni marini che facevano la pennica.
E ancora: Abbiamo fatto una passeggiata in un cratere. Sì, un cratere vero, uno dei più grandi del mondo, l’ha creato una cometa, milioni di anni fa. La sera? Bah, sono andata a cena in questo posto che sul menù aveva bistecca di canguro, pizza con cammello affumicato e polpette di coccodrillo. Eh? No, io ho preso i cannelloni ricotta e spinaci. Insomma, cose così, di ordinaria amministrazione. E’ un mondo strano quello australiano, un mondo dove la gente è di una cordialità disarmante, ti saluta come se ti conoscesse da una vita e sfodera il più onesto dei G’day (che si dice per davvero, sì).
Dove, a prescindere dal luogo e dal tempo atmosferico, qualcuno in infradito e bermuda lo trovi sempre. Dove sulle spiagge i nonni insegnano ai bambini a giocare con una palla ovale e non rotonda, quella da rugby. Dove signori cicciotti si fanno fotografare su finti emù con il cane in grembo. E poi fotografano la moglie – ben inteso, sempre con il cane. E a sto punto non vuoi fare una foto al cane che cavalca il bipede in solitaria? Spetta però che mi nascondo dietro l’emù, che se compaio pure io fa brutto.
E’ un mondo che pare non avere fretta. In città, alle 9 del mattino la gente è ancora nei coffe shop o in giro con il suo bravo beverone da asporto. Del resto, nemmeno gli animali corrono. Saltano, strisciano, o si imbottiscono di sonniferi che li fanno dormire fino a 20 ore al giorno. Volano anche. Ma invece di quei grigi rompipalle dei piccioni nostrani, ci sono cacatua e pappagalli rossi e verdi. La vera piaga però, almeno in questa stagione, sono le mosche. Per scongiurarla, la gente sceglie di guardare l’Australia attraverso una retina, quella che pende dal loro cappello.
E poi ci sono animali giganti. Ma mica veri eh. Perché, come dice Bryson in In un paese bruciato dal sole, gli australiani hanno la mania di ‘costruire cose grandi con la forma di altre cose’, tipo il Grande Gamberetto, il Grande Montone e la Grande Aragosta. E quando te la trovi davanti, la domanda sorge spontanea: …ma perché?
E le strade. A chi mi chiede cosa ho amato di più dell’Australia, mi viene da dire proprio le strade. Larghe, sorprendentemente vuote. Le macchine sono così poche che quando ci si incrocia, si alza la mano dal volante e ci si saluta. Rettilinei infiniti, davanti ai quali anche il navigatore getta la spugna. Ti dice quasi scocciato “Continue 80 km” e poi torna a farsi gli affari suoi. Non lo senti più per un pezzo. Strade che oltrepassano fattorie solitarie, colline verdi, deserti arancioni, oceani blu. Tagliano in due spazi immensi, proprio come negli USA. Ma i cieli americani non ci sono; quelli non ce li ha nessuno.
Ci sono strade di fuoco, punteggiate di copertoni scoppiati per il troppo caldo, rosse di quel rosso che sa di terra antica, come quella africana. Ma anche strade che sono l’esatto opposto: tunnel lussureggianti dalle pareti di foglie, alberi gentili che profumano di eucalipto, che ti si intrecciano sopra la testa, regalandoti l’illusione di viaggiare in qualche bosco incantato. Un fruscio ai lati della strada, qualcosa si muove. Un folletto? No, un canguro. Ne abbiamo visti tanti, di canguri. Soprattutto morti. Strade fiabesche che di notte diventano teatro di stragi, dove a farne le spese sono i marsupiali, accecati dai fari dalle auto e travolti.
E poi c’è Uluru. Il regalo, la sorpresa più grande che potesse farmi l’Australia. In fin dei conti solo un grande sasso; totally overrated, si legge spesso sul web. Eppure no, chi lo giudica tale, di Uluru non ha capito nulla. C’è tutto un mondo, un popolo, un’epoca, un mito inciso tra le sue pieghe. E’ un luogo che trasuda magia da ogni poro, ogni scalfittura. Un luogo che da solo vale un volo dall’altra parte del mondo.
Insomma, un viaggio strano questo, con una Great Ocean Road che mi è piaciuta sì, ma non quanto mi aspettavo, una Red Centre Way che pur di stare un giorno in più ad Uluru avrei quasi sacrificato. Pezzi di un puzzle che mentre ero là non quadravano, che mi convincevano poco: troppi colori, troppi scenari, persino troppi fusi orari in uno stesso paese. Troppe cose da metabolizzare, apprezzare, capire. Troppo. Forse è per questo che l’Australia è ancora con me, perché sto cercando di ricomporre quel puzzle e, ora che ho tutti i pezzi sparsi sul tavolo invece che in macchina, in valigia o tra le pagine di una guida, comincio a vedere con maggior chiarezza l’immagine che ne uscirà. Ed è meravigliosa.
Articolo poetico come sempre… Ovviamente leggerò anche gli altri man mano. Un consiglio molto venale: non so quanto tu ci sia rimasta ma io vorrei allungare da due a 4 settimane, per fare tappa a Sidney, Fremantle, Brisbane e Adelaide (tappe obbligate per questioni di lavoro della mia metà). Hai qualche consiglio su come risparmiare tra vitto, alloggio e quant’altro, tu che mi sembri iper elastica nel tuo modo di viaggiare? Ovviamente no ai posti con le blatte 😀
Da Sydney e Adelaide sono passata e, come Melbourne, non mi sono parse città proprio economiche. La voce che più ha inciso sul nostro viaggio (oltre al volo) è stata proprio il vitto: mentre un hotel non eccelso ma buono ha un costo adeguato (cioè non tipo londra per dire, dove un stanza grande come un cassetto ti costa un sacco), pranzare fuori è molto caro. A meno che tu rimanga nella stessa città per un po’ di tempo e opti per il soggiorno in appartamento invece che in hotel (e quindi ti fai spesa etc.) proprio non saprei come ovviare la questione, purtroppo… inoltre considera che i ristoranti e i negozi (non in città ma in giro, tipo red centre o lungo la GOR) chiudono molto presto, tipo entro le 20 meglio essere già seduti a tavola per evitare spiacevoli sorprese! Se hai occasione, visto che passi da Adelaide, trascorri una giornata nella Barossa Valley, la zona dei vini, così fai un giro delle cantine tra degustazioni di vini e anche cibo, a me è piaciuta moltissimo!
Grazie Cristina! Immaginavo non fosse economica… Ho sentito parlare di una modalità (il cosiddetto wwofing, soggiorno in cambio di lavori agricoli) ma non vorrei fosse uno sfruttamento…
Sì ho sentito parlare di programmi di questo tipo ma non ho mai approfondito: per un paio di settimane ovviamente opto per sola vacanza! 😊
Ahaha! Mi sembra un’ottima idea 😀
Meraviglia! Della Great Ocean Road anche a me rimane impressa la magnificenza delle strade che si perdono in mezzo al bosco con quegli alberi altissimi e il verde, verde smeraldo che ti sovrasta! <3 ci voglio tornare solo per l'Uluru!
Sì, alla fine mi sono piaciuti molto più questi tratti che non quelli proprio lungo l’oceano! 🙂
Cosa ti ha “deluso” dell’on the road lungo l’Oceano? Io ci sono stata a giugno, quando li era inverno, e ho trovato i paesaggi molto affascinanti…forse perché deserti!
Mi hanno deluso un po’ i paesini: in ottobre speravo di trovarli un po’ più vivi, un po’ più caratteristici… invece erano deserti, con quattro negozietti di cianfrusaglie, nulla di che. Menomale che la natura, come sempre, ha salvato il viaggio! 😀
ah ok, anche io li ho trovati deserti ma avevo attribuito l’atmosfera alla bassa stagione 😛
Io poi cercheró tutti i miei commenti ai tuoi post per rendermi conto che scrivo sempre la stessa cosa: adooooro!! 😀
Mi trascini con te con naturalezza e se chiudo gli occhi mi sembra di vedere tutto.
E… sono contenta che questo viaggio ti sia rimasto per più tempo nella mente, è veramente raro… il ritorno al lavoro è veramente malefico quanto una busta di equitalia dopo una giornata fantastica.
Un bacio!
hahah grazie! 🙂 …eh sì, è ancora con me adesso: devo decidermi a parlarne un po’ ora che i ricordi sono ancora freschi!
Sei stata tanto brava nel raccontarlo questo viaggio che quasi quasi mi sembra di aver viaggiato con te! Complimenti belle anche le immagini!
Ciao lieta sera 🙂
Ma grazie! Appena posso continuerò a parlarne: ho tante tante cose da scrivere ma poco tempo purtroppo! Grazie per essere passata!
Trasmetti sensazioni magiche Cris… ho sempre sognato di visitare quei posti e adesso mi hai fatto crescere il desiderio…
Ti auguro di visitarli presto allora! 🙂
Lo spero…
Mi hai fatto rivivere le stesse sensazioni che ho provato lo scorso anno al mio rientro dall’Australia: tante, forse troppe cose da mettere insieme e metabolizzare. L’Australia sembra davvero appartenere ad un’altra dimensione, un mondo parallelo che ricorda un po’ molti altri posti (io ci ho trovato un po’ d’Africa nella terra rossa, un po’ d’Europa in alcune città, un po’ delle montagne di casa mia nelle pinete e un po’ di sud est asiatico nelle foreste pluviali) ma rimane unico nel suo genere.
Il Kakadu ti aspetta mia cara e poi si che perderai completamente la testa 🙂
Ahhhh, eccoti! Bene, mi conforta leggere questo tuo commento, perchè sono tornata veramente confusa. Anch’io quando ero là dicevo ‘questo mi ricorda quello’, ‘questo quell’altro’. A Melbourne ho tenuto il naso per aria tutto il tempo perchè sentivo ovunque ‘odore di Londra’. Sensazioni alla Proust. Quindi al momento ero un po’ perplessa… Sto realizzando quanto in realtà l’Australia mi sia piaciuta un po’ alla volta, a scoppio ritardato. Kakadu? Aggiudicato!
Io l’odore di Londra lo sentivo a Sidney ma mio marito diceva che ero impazzita 😉 confermo: anche per me l’Australia è stata un crescendo e so che un ritorno mi darebbe ancora tanto altro.. ❤️
Anch’io un po’ a Sydney ma a Mel di più! 😀
L’Australia mi è rimasta nel cuore. Abbiamo trascorso forse tre delle più belle settimane della nostra vita. Siamo rimasti incantati dalla natura, dai paesaggi e dalle persone.
Sui cieli mi sento di dissentire: io un cielo come in Australia non l’ho visto da nessuna altra parte. Sarà che eravamo a febbraio, sarà che ci staccavamo dalla Cina dove non vedevamo mai il sole, per cui lo apprezzavamo ancora di più. Ma quell’azzurro e quella grandezza (sì, il cielo mi sembrava più grande!) non l’ho più trovato.
Non ho visto Uluru, perchè non rientrava nei nostri giri. Se dovessi tornare, però, penso che mi dedicherei alla costa nord-est, perchè dicono che da visitare on-the-road è splendida.
Ti invidio un po’. E mi hai fatto tornare la malinconia dell’Australia.
Non so, io i cieli grandi li ho visti solo ed esclusivamente negli USA! Anche noi ci siamo riproposti di tornare. Ora abbiamo visto un po’ il sud-est, il Red Centre e Sydney. La prossima volta Kakadu + Barriera corallina. E di nuovo Uluru, naturalmente.
Post fantastico, letto con un po’ di amarezza (sai perchè e mi spiace un casino) e con curiosità, sta cosa dell’aragosta gigante poi 😉 Non vedo l’ora di leggere il resto dei racconti, ma già da questo post si percepiscono emozioni e sensazioni di una terra così immensa. Grazie!!! Monica
Un po’ per volta arriveranno: quando torno non so mai da dove cominciare (non ho ancora parlato ‘bene’ nè del Sudafrica nè del Botswana figurati)
Baci e… don’t worry nè! 😀
Quanto sei stata? L’Australia mi sembra un posto lontanissimo ancora.. però un pensiero su cosa ci possa essere dall’altra parte del mondo lo faccio sempre. pizza al cammello?!? ….😮😮😮
Partendo dal Congo (dove vivo) il viaggio è effettivamente un po’ meno lungo rispetto a una partenza dall’Italia, però sì, resta sempre una meta lontanissima e quindi anche per questo forse dà l’impressione di essere in un altro mondo. Pizza al cammello, ebbene sì. Puah.
bellissimo racconto di questo paese che ho la fortuna di chiamare casa
Fortunata te! 😀
chebelpost. è che la voglia di australia mi è venuta x un attimo a trent’anni e puff se n’è andata. ora a 47 semmai farò un giretto in NZ e poi mi fermo a sydney che ne dici? in fin dei conti quelle lunghe distanze non fanno x me ho bisogno ancora di stimoli. poi ti spiego qualche altra cosuccia ma solo xk n c conosciamo.
ps are you back to africa??
Grazie gamberetta! La Nuova Zelanda è uno dei miei sogni nel cassetto e, in quanto a Sydney, mi è piaciuta moltissimo, molto più di Melbourne per quello che ho potuto vedere! …e yes, back to Africa :/