Dovevamo andare in Namibia.
Comincio così questo post, perché sono partita più con il rammarico per un viaggio sfumato che con l’entusiasmo di una nuova avventura alle porte. Il fatto è che il Canada non è mai stato in cima alla lista delle mie priorità. Ma andiamo con ordine.
In Canada puoi fare un milione di cose. Tuttavia, le prime che – credo – vengono in mente a tutti sono due: lo sci e i percorsi naturalistici, due attività praticamente inconciliabili in unico viaggio, dato che una implica la presenza di neve e l’altra no. A volte, però, capitano annate come il 2016.
Anni in cui, in quel di Whistler (BC), ex-villaggio olimpico 2010 e oggi miglior ski resort del Nord America, cade così tanta neve che alcuni impianti rimangono aperti fino a fine maggio (normalmente chiudono già in aprile), mentre poco più a est, in Alberta, la neve comincia a sciogliersi, facendo gradualmente riaffiorare i sentieri. E allora – propone il marito in forte, fortissima astinenza sciistica – se andassimo prima a Whistler e poi in giro per parchi? Uhm. A maggio? Ne varrà la pena? Tanto ormai la Namibia è saltata. E così, un mese più tardi, dopo circa mille mila ore di volo (ricordo che partiamo sempre dall’improbabile aeroporto di Pointe Noire), atterriamo a Vancouver.
Volevamo una vacanza tutta sport e natura, senza il caos della città. Per questo a Vancouver abbiamo deciso di rimanere pochissimo, giusto il tempo di riprenderci dal volo. Nonostante ciò, l’impressione che mi ha lasciato questa città è stata molto netta e per certi versi simile a quella avuta a Melbourne: forse non sconvolgente da un punto di vista turistico, ma senza dubbio giovane, green, rilassata. Non a caso ha vinto più volte il titolo di città più vivibile del mondo.
Vancouver è iper-attiva. Non ci sono scuse per non fare sport: una pedalata o una corsetta nello Stanley Park, enorme polmone verde nel cuore della metropoli (è persino più grande di Central Park!), è d’obbligo. Basta seguire la pittoresca SeaWall, il tracciato lungomare che corre tutto intorno al parco, offrendo ai visitatori viste spettacolari sull’oceano e sulla Coastal Range, la catena montuosa ricoperta di foreste che si affaccia sulla città. E sulla spiaggia potrete incontrare un procione che, con quella maschera da ladruncolo perennemente impressa sugli occhi, rivolta meticolosamente le pietre alla ricerca di chissà quale refurtiva nascosta.
Se però sei alla ricerca di un’esperienza sportiva da vero local, ti consiglio allora la Macina, il Grouse Grind: una vertiginosa (e faticosa!) salita che ti porterà in cima a Grouse Mountain, il picco di Vancouver. Ad inaugurare il trail, una frase di incoraggiamento: “Gambe, ce la potete fare!”. Noto come il Mother Nature’s Stairmaster, il Grind si arrampica in foresta per circa 3km su 2.832 scalini (!), con un dislivello di oltre 850metri! E’ un trail molto particolare, da non prendere troppo alla leggera: spulciando online, troverai un sacco di warning che consigliano di evitare assolutamente il percorso senza una buona preparazione cardiofisica. Il fatto è che non è possibile abbandonare l’ascesa a metà: l’unico tratto che si può fare a ritroso è il primo quarto del percorso, dopodichè è necessario continuare a procedere perchè scendere può diventare più pericoloso che salire!
A Vancouver il Grouse Grind è un’istituzione, tanto che è a disposizione persino il un timer per monitorare il tempo di percorrenza: il record femminile è di appena 31:04 minuti! Io… va bhè, ci ho messo circa un’ora e mezza, ma l’importante è riuscirci no? “Living in the moment could be the meaning of life”: così dice l’iscrizione sotto al timer. Una volta in cima, goditi il panorama con calma (e magari rifocillati con un enorme piatto di nachos!): a riportarti alla base ci penserà una gondola, in quanto il trail è talmente ripido che la discesa a piedi è proibita!
Dopo Vancouver, via: la strada ci aspetta. Saliamo con la nostra Buick lungo la Sea-to-Sky Highway, diretti a Whistler. Finalmente un po’ di sci! Strano partire in seggiovia con i prati sotto i piedi. Poi però si sale, si sale e gradualmente il verde scompare. Sul picco di Blackcomb, c’è ancora la neve. Ecco le piste ed ecco i crazy canucks, pazzi scatenati che si esibiscono in salti mortali con lo snowboard e che – secondo me – già rischiano la vita in seggiovia, perchè mai che si degnino di tirare giù la sbarra di sicurezza. E poi la consistenza della neve, che cambiava da un giorno all’altro senza lasciarmi il tempo di farci l’abitudine. E la nevicata dell’ultimo giorno, che ci ha regalato un cinque centimetri di powder in diretta.
Proprio a Whistler abbiamo incontrato gli orsi la prima volta. Ho scoperto che la primavera inoltrata – su per giù dalla seconda metà di maggio alla prima settimana di giugno – è il periodo ideale per gli avvistamenti, perché la neve non si è ancora sciolta del tutto e, dunque, gli orsi rimangono ancora relativamente a valle, dove trovare cibo è più facile. In piena estate si disperdono invece su per le montagne e, visto il caldo, si tengono ben nascosti nel fitto della foresta, al fresco tra i pini.
Il momento più emozionante però è quando l’orso te lo trovi che cammina lungo il limitare del bosco, quasi sul ciglio della strada. Una folta macchia di pelo che trotterella col quel muso lungo. Fanno tenerezza e simpatia – dall’auto. Non so se quelle stesse sensazioni me le avrebbero ispirate se li avessi incontrati faccia a faccia. Perché, a noi non è successo, ma la possibilità di trovare orsi su un sentiero è molto elevata, tanto che alcuni tracciati non sono percorribili se non in gruppi di almeno 4 persone. Quando, a Banff, siamo saliti in cima a Sulphur Mountain, più di una volta ci siamo imbattuti in hiker solitari con i campanelli legati in vita. Giusto per fare un po’ di rumore, perché non sai mai chi può nascondersi dietro il prossimo albero.
Eppure, tutti i canadesi sono concordi nel dire che gli orsi non hanno mai attaccato nessuno. Insomma li devi proprio minacciare o spaventare di brutto per farli reagire. Molto più pericolosi sono invece cervi e wapiti. Tutti – ma proprio tutti – vantano almeno un conoscente aggredito a cornate! E tutti vogliono raccontartelo. L’orso? Naaaa, è delle corna che devi avere paura.
In ogni caso, è un peccato non fare almeno qualche camminata. Non fosse altro per il gusto di raggiungere le Red Chair. Cosa sono? Si tratta esattamente di questo, due sedie in legno, verniciate di rosso. E’ un’iniziativa tutta canadese per spingere l’uomo a ritrovare il contatto con la natura, a prendersi il tempo necessario per respirare, per contemplare quanto lo circonda. Sit back and enjoy, insomma. Un’iniziativa deliziosa, per quanto mi riguarda.
Il problema, se così vogliamo definirlo, è che le Red Chair sono molte volte collocate in aree non esattamente semplici da raggiungere, spesso sul punto più alto – ma di conseguenza più panoramico – di un trail. Ma fidati, ne vale sempre la pena: bellissimo il meritato riposo con vista sul monte Cowell, lungo l’Old Fort Point Loop a Jasper; grandiosa la vista sul ghiacciaio Athabasca, dall’alto del Wilcox Pass.
I più pigri, però, non devono disperare. Il Canada è un Paese generoso e regala immagini indimenticabili chilometro dopo chilometro: non a caso l’Icefields Parkway – la strada che attraversa e unisce i parchi di Banff e Jasper – è stata definita una delle 10 strade più panoramiche del mondo. E vogliamo parlare dei laghi? L’armonia di Spirit Island, i colori del Lake Louise, la trasparenza del Moraine. No, non si possono descrivere o, per lo meno, io non ne sono capace. Ti dico però questo: come sempre prima di partire, ho letto un sacco di recensioni su internet e, sai una cosa? Devo proprio smetterla. Perché, se le avessi seguite, non avrei mai preso il battello sul Maligne Lake, tanto per dirne una. Perchè Spirit Island veniva definita decisamente troppo turistica, affollata, chiassosa: meglio passare oltre, che c’è di meglio. Bhè, io di solito penso con la mia testa e, guarda un po’, due settimane fa a Spirit Island non c’era nessuno: siamo sbarcati con sì e no una ventina di persone ed è stato decisamente uno degli highlight assoluti del viaggio.
Però. C’è un però. Mi sono immaginata quello stesso posto infestato dai turisti, lo stress per salire sul traghetto, la coda senza fine, gli strilli di bambini annoiati, i bastoni da selfie sulle teste della gente in coda, la folla ammassata intorno alle rive di quel lago altrimenti quieto, di tutti gli altri laghi. Certo, la percezione sarebbe stata ben diversa.
E in estate allora, che si fa? Credo che l’estate rimanga il momento ideale in cui fare hiking serio, trail che richiedono ore e ore di camminata o, perchè no, più giornate. E’ l’unico periodo dell’anno in cui i sentieri sono sgomberi, perchè la neve è quasi completamente sciolta e quella nuova non è ancora caduta. Ma per una prima visita, per un primo assaggio di Canada… allora – ed è un consiglio spassionato – vai in maggio.
Quando gli orsi gironzolano a valle e i laghi sono silenziosi.
Io in Canada sono stata due volte, ma nei periodi freddi (na pazza!!!), prima a fine settembre (Niagara Falls), dopo a novembre (Montreal)…che dire…POSTI STUPENDI!!! gelo a parte…Lol!!!
guardando le tue bellissime foto poi, mi è venuta voglia di un altro viaggetto oltreoceano… 🙂 come gli US, il Canada è talmente vasto che andarci una sola volta…non basta!!!
Saluti
Posso solo immaginare il freddo… io che vivo in Africa poi!! 🙂 Mi piacerebbe visitare l’east coast e vedere finalmente un’alce: dicono che nei parchi dell’est ce ne siano parecchie; noi non ne abbiamo vista nessuna a Banff/Jasper!
Sono stata in Canada tanto, tantissimo tempo fa e non ho mai pensato di tornarci, giusto perché “già fatto”. In realtà ho visto un nulla in confronto a ciò che offre e quando guardo foto belle come le tue, mi chiedo perché non sfruttare una seconda volta il parentame oltreoceano!
p.s. una cosa è certa, io non sarei arrivata in cima alla scalinata!
Mentre la salivo mi è venuto in mente il Kings Canyon in Australia e ho pensato… pff – mannaggia a me che mi lamentavo di quei 1000 ‘miseri’ scalini! 😀
Ti dirò: a distanza ormai di un paio di settimane devo ammettere che il Canada non mi ha lasciato le sensazioni nostalgiche che mi hanno invece accompagnato al ritorno da altri Paesi (Australia, Sudafrica o Botswana ad esempio…); nonostante ciò sono contenta di esserci stata e chissà che un giorno non ci torni. Se avessi parenti lì… bhè, ci andrei di corsa! 😉
Le ultime due foto che hai messo sono strepitose!! Acciderboli com’eri vicina all’orso.. io non sono mai riuscita a vederlo..
Grazie! Diciamo che – e questo vale un po’ per tutti gli animali in Canada – quando riesci a vederli, di solito sei sempre relativamente ‘vicino’: le foreste sono decisamente troppo fitte per permetterti di scorgere al loro interno e quindi per riuscire a incontrare orsi & co. devi avere la fortuna di vederli praticamente sul ciglio della strada!
Se facessi vedere le foto di questo post a Salvatore col cavolo che avrei voce in capitolo nella scelta del prossimo viaggio(ne)! É una vita che mi dice che vuole vedere i paesaggi canadesi ed in effetti come dargli torto? Sono stupendi! Aspetto tuuuutti gli altri post!
Ciao Valentina! Sì tanti paesaggi lasciano proprio senza fiato e, ad essere sincera, non credevo: per me il Canada è stata proprio una sorpresa! Un po’ per volta ce la farò a pubblicare tutto 🙂
Felice felice che questo Canada vi abbia dato grandi emozioni. E super felice che hai visto un sacco di orsi😉 A volte un luogo non desiderato può regalare inaspettate bellezze. Grazie ancora, come sempre, per tutto. Foto magnifiche cara, come sempre. Monica I Viaggi di Monique
Grazie! Ma non è che alla fine mi piace un po’ tutto?? 😛 Cmq stavolta, tutto merito di Lucio, dai! E diciamolo 🙂
Il Canada, il BC in particolare, è un mio Traveldreams di sempre!
Ho letto il post tutto d’un fiato e con molta avidità di trovare notizie, emozioni e foto: dimmi, ne posterai altre? Dai tipregotipregotiprego 😀 😀
Con le tue parole ci hai portati con te su quei sentieri Cristina!
Un saluto
Daniela
PS: Che facciano più danni le “corna” è risaputo da sempre! 😀
Ciao Daniela, certo che pubblicherò altro! Ti auguro di realizzare allora il tuo sogno: chissà perchè io fino ad oggi il Canada lo avevo snobbato un po’…. e invece mi è rimasta la voglia di tornare e riscoprirlo soprattutto tramite l’hiking. Strada facendo, parlanod con guide e altri viaggiatori siamo venuti a conoscenza di posti meravigliosi e incontaminati che possono essere raggiunti soltanto a piedi (certo, con camminate di più giorni), altri in cui dormire in tenda con la via Lattea sulla testa deve essere un sogno… Insomma, ci sarebbe così tanto da fare per una vacanza completamente alternativa che non ti dico! Questo è stato solo un piccolo assaggio… torneremo per qualcosa in più!
Vorrei essere su quelle red chair! 🙂
E non hai idea dell’aria che si respira lassù (Specialmente dopo due anni di umidità congolese)!!!
No, non ne ho idea, ma fantasticando posso provare a immaginarla… Ecco, mi sembra già di sentirla! 😉
dico solo: che spettacolo!
I paesaggi naturali canadesi mi ispirano tantissimo, mi hai fatto sognare! :*
Ciao Farah! Grazie, non so perchè ma ti ci vedrei bene nella tranquillità del Canada!
un bacio!