Siamo partiti in ritardo quel giorno perché, al mattino, il Maligne Lake ci aveva rapiti per più di qualche ora. Finalmente in auto, eravamo pronti a percorrere una delle strade più emozionanti al mondo. La Icefields Parkway (ossia la Highway 93) è un tratto di 142 miglia (circa 230 km) che attraversa due parchi nazionali – quello di Jasper e quello di Banff – e, sin dall’800, era nota ai cacciatori di pellicce con il nome di Wonder Trail. Ovvio: quel susseguirsi ininterrotto di montagne, laghi, ghiacciai, prati e foreste è tutto una meraviglia.
Qualche info pratica: sebbene l’Icefields sia percorribile in circa 4 ore, dedicaci un’intera giornata. A causa della nostra tarda partenza siamo giunti in hotel poco prima delle 10 di sera, per cui se non vuoi arrivare stremato, svegliati di buon mattino perché le tappe sono tantissime (naturalmente, se hai tempo, nulla ti vieta di percorrerla in più giorni, soprattutto se ti piace fare trekking). Ricorda che la Icefields Parkway è chiusa per neve più o meno da ottobre ad aprile (dipende dalle annate).
Prima di partire, tre cose: 1) per quanto possibile, assicurati che ci sia bel tempo, altrimenti cerca di aggiustare il tuo itinerario di conseguenza. Te lo dico perchè percorrere una strada del genere con le montagne ‘dimezzate’ causa nuvoloni e i laghetti grigi non è il massimo. Anzi, è proprio brutto; 2) scarica qui o su uno dei numerosi siti dedicati al turismo in Canada la mappa della Icefields Parkway, che ti dice esattamente cosa vedere a ciascun km; 3) resetta il contachilometri, parti da zero e via, fermati nei punti che ti interessano di più. Qui di seguito trovi qualche spunto basato sulla mia esperienza: le indicazioni al kilometro sono da intendersi da nord a sud, dunque da Jasper verso Banff. Detto ciò, saliamo in auto!
Km 30 – Athabasca Falls. Cominciamo con una cascata: sebbene non altissima (appena 23m), l’Athabasca Fall rientra tra quelle con maggior portata d’acqua di tutto il Canada nonchè tra le più potenti: il fiume Athabasca si getta con una forza tale da creare un piccolo canyon e alcuni potholes (non sai cosa sono i potholes? Leggilo qui!), che si possono ammirare da più piattaforme a diversi livelli.
Km 96 – Tangle Falls. Questo stop lo segnalo non per le cascate ma perché è tra quelli in cui è più facile avvistare le bighorn sheep. E infatti eccole qui mentre attraversano la strada: un solo maschio dalle corna ben attorcigliate e un gruppetto di femmine con gli agnelli al seguito! Sebbene alcune aree siano più favorevoli di altre, l’avvistamento di queste pecore è molto comune, per cui occhi aperti: possono sbucare sul tuo cammino in ogni momento!
Km 103 – The Icefields. Sicuramente una delle tappe più emozionanti: è qui che si trova la distesa di ghiaccio più estesa delle Montagne Rocciose, nonché seconda nell’emisfero Nord (la prima è il Circolo Polare). I campi di ghiaccio sono composti da sei ghiacciai, tre dei quali sono visibili dall’Icefields Parkaway: il Dome, lo Stutfield e l’Athabasca. Ricoprono una superficie di oltre 320 km2 e le loro acque di scioglimento vanno ad alimentare ben tre Oceani: l’Artico, l’Atlantico e il Pacifico. E’ quanto rimane della spessa calotta che un tempo ricopriva le Rockies canadesi: sebbene possano cadere fino a 7 metri di neve l’anno, oggi i ghiacciai retrocedono a ritmi sempre più sostenuti. Basta pensare che in poco più di un secolo, l’Athabasca si è ridotto a metà del suo volume ed è indietreggiato di 1,5km!
Dopo tutti questi numeri, sei pronto per un po’ di avventura? Se non ti basta ammirare l’Athabasca dalla strada, sul ghiacciaio ci puoi anche… camminare! Non puoi raggiungerlo da solo però, devi salire a bordo di uno dei mezzi più strani che (probabilmente) prenderai nella tua vita, lo Snocoach. Come descrivertelo… bhè, è una sorta di bus (?), ma con ruote cingolate alte quanto te che, ci ha detto la guida, costano migliaia di dollari ciascuna. Dato il suo peso e complice un terreno accidentato e scivoloso, lo Snocoach non supera i 18 km orari: non esattamente un mezzo spericolato quindi, ma l’unico in grado di portarti fin qui; quando scenderai, metterai piede proprio sull’Athabasca. Una volta a destinazione, a dirla tutta, l’aerea su cui camminare è molto ristretta (per ovvi motivi di sicurezza), ma si può assaggiare l’acqua del ghiacciaio e osservare più da vicino gli spessi cornicioni di neve che sembrano staccarsi da un momento all’altro.
Km 106 – Wilcox Pass. Una sosta da non perdere se sei un amante del trekking. La passeggiata di circa un’ora è in salita ma non è troppo faticosa: inerpicandoti in mezzo alla foresta, tra scoiattoli e chipmunks raggiungerai le Red Chairs, di cui ti ho parlato qui, dove puoi sederti e goderti una spettacolare vista sul ghiacciaio Athabasca. E’ il punto in cui più mi sono sentita in comunione con la natura: un posticino isolato, l’aria pura, il sole, il silenzio. Se dovessi scegliere tra il rifare la gita in Snocoach e questo trail, bhè, non avrei il minimo dubbio.
Km 108 – Sunwapta Pass. Ossia the Big Hill and the Big Bend. La vedete bene anche sulla cartina quella grossa curva che disegna la strada, quasi a segnare anche fisicamente il confine tra il parco nazionale di Jasper e quello di Banff. Una discesa da togliere il fiato, sentirsi piccoli piccoli in una macchina che viaggia su una pista costeggiata da picchi atavici, che appaiano immensi, sterminati.
Km 124 – Weeping Wall. Quella che piange, è la parete che divide il monte Coleman dal monte Cirrus. Le sue lacrime sono le acque del disgelo che cadono nel vuoto per un centinaio di metri e formano una serie di cascatelle, la principale chiamata Teardrop. Poetica nei mesi più caldi, adrenalinica in quelli più freddi, la weeping wall è anche una delle più famose pareti da arrampicata dell’Alberta.
Km 153 – Mount Cephren. Alla bellezza ci si abitua in fretta. L’unica pecca della Icefields Parkway è che, dopo ore di viaggio, il paesaggio lo si comincia a dare per scontato: picchi e laghi, laghi e picchi, tanto che quasi non ci si stupisce più. Fino a che non trovi quella montagna diversa dalle altre, capace di farti sorridere, di incantarti. Ancora, dopo ore di meraviglie. Il mio colpo di fulmine è stato con il monte Cephren, che come suggerisce il nome – ma anche e soprattutto la forma – pare proprio un’enorme piramide innevata. Il Cephren forse non lo troverete indicato come ‘tappa d’obbligo’ ma… quando penso alla Icefields Parkway mi viene istintivamente da pensare a lui: è il monte che, nei miei ricordi, identifico con questa strada, quello che la rende in qualche modo più mia.
Km 190 – Peyto Lake. Per vederlo bisogna parcheggiare e poi camminare una mezz’ora. Magari il nome non ti dice niente ma sono sicura che lo riconoscerai immediatamente dalla foto qui sotto. Due cose sono inconfondibili: il suo profilo a ‘testa di lupo’ e il suo colore. E’ davvero così blu, un blu mai visto. Per quanto il Peyto sia bello, solleva un attimo gli occhi: proprio dietro al lago le Rockies si stendono a perdita d’occhio, regalandoti un (altro!) panorama indimenticabile. Pensa quanto dev’essere bello anche in inverno, completamente ghiacciato e quindi bianchissimo!!
Km 197 – Crowfoot Glacier. A inizio ‘900 l’avevano chiamato così perchè aveva 3 ‘artigli’, proprio come la zampa di un corvo. Una delle dita si è ormai disciolta, ma il nome è rimasto e così l’imponenza di questa lingua di ghiaccio incastrata nella Crowfoot Mountain.
Km 230 – Lake Louise. Eccoci al gioiello delle Montagne Rocciose che, con il suo colore smeraldo e il ghiacciaio Victoria che si specchia nelle sue acque, è il lago più fotografato del Canada. Alloggiamo al Fairmont Chateau, lo storico hotel-castello sovrastante una morena glaciale, proprio a ridosso del lago. Ma il Lake Louise lo vedremo domani e, quindi, te ne parlerò un’altra volta.
Tips for next time
Un piccolo rammarico del mio viaggio in Canada è di non essere riuscita a incontrare le capre delle nevi, che hanno un aspetto buffissimo! Le ho viste solo da lontano con il binocolo: vivono tra le rocce più alte e inaccessibili. Alcuni visitatori hanno però la fortuna di avvistarle lungo la Icefields Parkway, precisamente al Km 38, noto come ‘Goat Lick’. Qui, proprio vicino alla strada, ci sono rocce ricche di calcio e solfato, minerali dal sapore goloso che le capre amano leccare. Io però non ne ho viste! Inoltre, vorrei cimentarmi nel trail di Parker Ridge, al km 112, un percorso di 2/3 ore che pare offra ottime visuali sul ghiacciaio Saskatchewan.L’Icefields Parkway è stata – a ragione – inserita tra le strade panoramiche più belle del mondo e credo che a primavera inoltrata, con poca gente in giro e le montagne spruzzate di neve, sia proprio il massimo! Se ti piace guidare in mezzo alla natura, puoi leggere anche questo post dedicato alle scenic routes che ho percorso in Canada e, cambiando continente, la mia esperienza sulla Great Ocean Road in Australia e nella Penisola del Capo in Sudafrica.
E tu hai altri drive da consigliarmi?
Gran belle fotografie, Cris.
La prima è l’ultima sono splendide! 🙂
Grazie Paolo! Per fortuna il tempo è stato clemente: fosse stato brutto avremmo davvero buttato via soldi e tempo-ferie! 😉
Ciao Cris, già te l’ho scritto in qualche commento precedente, il Canada é nei sogni di Salvatore da non so quanto tempo, nei miei ci sta entrando grazie ai tuoi post! Che posti incredibili! Che dici spalmare questo itinerario in due/tre giorni é troppo?
Ciao Vale,
dipende dal tempo che avete a disposizione: penso che 48h vadano bene, se avete giorni in avanzo allora dedicateli ai parchi. Presto metterò le tappe dell’on the road, così puoi farti un’idea!
Eh ma che meraviglia! Ecco perché mi consigliavi l’on the road in Canada e non negli Stati Uniti. Adoro i tuoi viaggi 🙂
Per carità, l’on the road negli USA è un must (ho fatto il giro dei parchi dell’ovest 2 volte) ma il Canada ti lascia senza fiato ed è un peccato leggerne così poco in giro! 🙂
Uno spettacolo spettacolare davvero! Con questi tuoi post sul Canada mi hai fatto venire un voglia di partire pazzesca! 😉
È bellissima! Ho dimenticato di dire che può anche capitare di vedere qualche orso: ne abbiamo visto uno bruno proprio all’inizio!