Per arrivare a Richmond, ci va un po’ di tempo. E forse è per questo che viene spesso lasciato fuori dal tradizionale itinerario di tre o quattro giorni a Londra. Però, se l’Inghilterra è la tua passione, la prossima volta un giro a Richmond lo devi proprio fare. In questo post ti spiego perchè, ti consiglio un paio di passeggiate nel verde e… ti svelo un piccolo segreto.
Ma andiamo con ordine. Ho detto che per giungere a Richmond ci si mette un po’. E in effetti è vero: piuttosto fuorimano, questo quartiere si trova a sud-ovest di Londra, in Zona 4, il che significa che, dal centro, ci si mette grosso modo un 30/40 min di metro (dipende da dove parti). Puoi però dimezzare i tempi con un’alternativa a cui forse non avevi pensato. Sicuramente, se sei nella city, avrai in tasca la tua fedele Oyster Card: sai che la puoi utilizzare anche in treno? Controlla che sia abilitata per la zona 4 (o che abbia credito sufficiente per raggiungerla) dopodiché, vai a Waterloo station e salta su uno dei frequenti treni per Richmond: sarai a destinazione in una ventina di minuti.
In ogni caso, io prendo la metro, perché un tragitto così non lo faccio mica tutti i giorni. A un certo punto del percorso, la Distric Line emerge da sotto terra e viaggia in superficie: stazioni con panchine all’aperto e case con i muri di mattoni anneriti, quelli che fanno un po’ periferia, che fanno tanto Inghilterra. Mi vorrei mettere seduta come il bambino di fianco a me, le ginocchia sul sedile, il naso e le mani appiccicate al finestrino.
Poi arrivi. Una scalinata ti porta fuori dalla stazione (prima, se vuoi, ti fermi da Marks & Spencer a prendere un boccone da consumare più tardi), svolti a sinistra e imbocchi la via principale di quello che sembra essere un paesino. Relativamente poca gente, strade strette, di acciottolato. Negozietti, pub vecchia Inghilterra. Dove sei finito? Un double decker e una cabina rossa ti ricordano che, nonostante tutto, sei sempre a Londra: Richmond è solo un altro dei suoi innumerevoli volti.
E’ piccolo il cuore del quartiere e, dopo aver girato un po’ per le sue vie, ti renderai subito conto che la sua principale attrattiva è quell’atmosfera da ambiente ‘bene’ ma che non se la tira, chic e rilassato allo stesso tempo. Mentre ti guardi in torno, talvolta ti sembrerà di sentire qualche nota salmastra, insieme agli schiamazzi dei gabbiani. Seguili, ti porteranno sulle rive del Tamigi. Ma non il fiume imponente che scorre sotto il London o il Millenium Bridge. E’ un Tamigi più a misura d’uomo, dall’aria romantica. Puoi fermarti a guardarlo affacciato a un ponticello, sostare sulle sue rive per dare da mangiare anatre (mmm.. in realtà non si fa!) o persino fare una corsa in battello.
Poi, prendi lo spuntino di M&S e goditelo sul Green, il parchetto (si fa per dire) interno a Richmond, un’adorabile distesa di verde dove si fa pic-nic, si gioca a palla e si guardano gli aerei volare bassi sopra la propria testa (l’aeroporto di Heathrow dista appena 10km).
A Richmond ci ho vissuto per oltre un mese. Nei miei anni londinesi ho cambiato un certo numero di case e, per una serie di circostanze, mi sono trovata a vivere (da sola!) in una villetta proprio in questo quartiere. Era una casina con giardino su due piani, col pavimento in parquet, una bella veranda dove avevo sistemato plaid e poltrona e, vicino, un tavolino, dove appoggiavo libri e tazze di the (era novembre). Ricordo di quel periodo soprattutto l’acqua gelida del mattino, prima di andare in ufficio: come tutte le vecchie case inglesi, anche questa aveva i rubinetti separati e, piuttosto che ustionarmi le mani per cercare di mescolare le acque in qualche modo, alla fine preferivo usare quello ghiacciato.
Di giorno l’adoravo quella casa, mi faceva sentire proprio inglese. Di notte invece non riuscivo a dormirci. Il pavimento in legno scricchiolava, il vento ululava, sbatteva le porte. Leggevo pure IT in quel periodo (l’avevo cominciato prima di trasferirmi, mica potevo interromperlo…). Poi una sera è mancata persino la luce e ho preso il telefono: Mamma, è mancata la luce. Cioè, non è che sono una fifona, capiamoci. Ma vivere da sola in una casa così grande… anche no, grazie.
Ma torniamo a noi. Lasciamo il centro e addentriamoci nel verde, quello per cui Richmond è così famoso. Dirigiamoci verso il punto più alto della città, Richmond Hill, dove si trovano i Terrace Gardens, noti non soltanto per i letti di fiori variopinti, ma perché è qui che si trova una delle più spettacolari vedute sul Tamigi. Il panorama è talmente bello da essere addirittura protetto da un Act of Parliament, affinchè non venga edificato nulla che possa in qualche modo ostruirne la vista.
Sai cosa mi piace tanto dei Terrace Gardens? Le sue panchine di legno. Ogni panchina racconta una storia a chi si siede. Adoro perdere tempo a leggere le iscrizioni: c’è quella dedicata a Kobz e A.J., a mad dog and an Englishman, quella al signor Li-Ho, who loved good food, good wine and these beautiful gardens, quella di John e Joyce, che proprio lì si erano presumibilmente innamorati: ‘where it all began’, si legge sulla panca a loro intitolata. Mi piacciono perché non sono le solite sedute commemorative. Sono panchine che, a questi giardini, non legano la morte, bensì la vita, attraverso sentimenti di gioia, di dolcezza, di amore. Come se qui il brutto del mondo non trovasse spazio. Always look on the bright side – ammicca la panchina di Kevin.
Superati i Terrace Gardens, proseguiamo verso Richmond Park. Come vedrai, definirlo parco è riduttivo, in quanto non solo è il più grande di Londra ma è una vera e propria Riserva Naturale. Non aspettarti una copia di Hyde Park quindi: troverai invece alberi fitti, erba alta e arruffata, porticine che conducono a giardini interni alternate a pesanti cancelli in ferro battuto. E ancora, selciati da percorrere a piedi o in bici, cottage inglesi e luoghi dai nomi deliziosi – come l’Angolo dei Poeti – dove fermarti a riprendere fiato. E una quantità di cervi e cerbiatti che non ti dico. Girano in totale libertà e sono così numerosi che è praticamente impossibile non vederli!
Come promesso, non mi resta ora che svelarti il piccolo segreto di cui ti parlavo all’inizio: hai presente il buco della serratura di Roma, il pertugio da cui si vede perfettamente il Cupolone? Ecco: anche Londra ha la sua keyhole vista e si trova proprio in questo parco. Trovarla non è semplicissimo ma ti spiego come fare.
Raggiungi la collinetta che si chiama King’s Henry’s Mound (é facile: come arrivarci te lo dicono i cartelli all’ingresso del parco) e portati sul lato est. Sotto i tuoi piedi dovresti vedere una targhetta tonda, con su scritto ’10 miles’. Davanti a te, oltre la strada principale, noterai un cancello con l’iscrizione The Way, dietro al quale c’è un’ampia distesa di verde con due lunghe file di alberi fittissimi, che formano una specie di viale. Proprio al termine di quel viale, a esattamente 10 miglia dal punto in cui ti trovi, vedrai nettamente – ma solo nelle giornate più limpide! – la cattedrale di Saint Paul! Data la distanza, la foto sotto non è venuta benissimo, ma spero renda l’idea: è davvero impressionante la precisione con cui il cupolone inglese si staglia nel bel mezzo della sua nicchia di verde!
Richmond è tutto questo ma è anche molto altro: gallerie d’arte, pub, storia (da qui ad esempio puoi prendere il bus (R68) che ti porta alla reggia di Henry VIII, l’immensa Hampton Court dai giardini labirintici). E’ la meta ideale per chi cerca una Londra un po’ diversa; tu ci sei mai stato?
Quando parli di Londra la prima cosa che mi viene da fare è…comprare un biglietto e salire sul primo volo! Prima o poi lo farò davvero e allora credo che mi stamperò tutti i tuoi post, questo posto è bellissimo e ignoravo la sua esistenza (me tapina!) e devo assolutamente andarci! Comunque quando va via la luce io ho sempre paura…anche se sono in casa con altre quattro persone…quindi…ti capisco benissimo!!!
Uh non sei mai stata a Richmond? E’ davvero carino, anche in inverno tra l’altro, malgrado il freddo! Mi è capitato di vederlo con la neve e… una favola!!!