L’ho già spiegato in questo post, in Islanda non ho mai smesso di dire WOW. Mai avrei pensato di poter posare gli occhi su paesaggi così spettacolari e così diversi tra loro in un unico viaggio. Ma come si vivrà in Islanda? Tanta bellezza basta a colmare quel vuoto, quel distacco anni luce dal resto dell’Europa, dal resto del mondo? Un luogo tanto struggente quanto assurdo l’Islanda, da visitare assolutamente. 8 giorni sono forse pochi ma farai un tale pieno di meraviglie che, al ritorno, ti sembrerà di essere stato via un mese.
– ITINERARIO ISLANDA –
(1 settimana)
GIORNO 1: Arrivo a Reykjavik a tarda notte
GIORNO 2: Reykjavik – Þingvellir – Gullfoss – Geysir – Vik (280km)
Lasciamo la città al mattino presto (ci sarà tempo per visitarla a fine tour). Visita al Parco di Þingvellir, dove si trova l’enorme faglia formatasi a seguito dell’allontanamento della placca europea da quella nordamericana. Visita al Circolo d’Oro con le cascate di Gullfoss, le sorgenti eruttanti di Geysir e ancora cascate: Skogafoss e Seljalandsfoss. Arrivo a Vik in serata.
GIORNO 3: Vik – Dyrhólaey – Höfn (285km)
Cerchiamo puffin (pulcinelle di mare) sul promontorio di Dyrhólaey, attraversiamo le sabbie nere sottostanti il ghiacciaio Vatnajökull, il più grande d’Europa. Sosta a Skaftafell, dove ammiriamo la cascata basaltica Svartifoss, la cascata nera. Arrivo alla Jökulsárlón, la laguna di ghiaccio: la solchiamo con un mezzo anfibio.
GIORNO 4: Höfn – Egilsstaðir (250km)
Giornata alla guida lungo la Strada dei Fiordi, attraversando piccoli villaggi dai caratteristici tetti colorati. Panorami impareggiabili lungo la costa.
GIORNO 5: Egilsstaðir – Tjörnes – Husavik – Mývatn (330km)
Oggi è la voilta della cascata più potente d’Europa, Dettifoss, seguita dalla gola di Asbyrgi e Hljóðaklettar. Arriviamo alla bella penisola di Tjornes e poi a Husavik, dove usciamo in mare alla ricerca delle balene.
GIORNO 6: Mývatn – Krafla – Akureyri (130km)
Visita al lago Mývatn, paradiso per gli amanti del birdwatching, ma anche zona naturale di immensa bellezza: vulcani, i pozzi infernali di Hverir, crateri, campi di lava. Successivamente, proseguiamo per Goðafoss, la cascata degli dei e Akureyri, la città più grande del nord del Paese.
GIORNO 7: Akureyri – Borgarfjörður – Reykjavik (400km)
Lunga giornata al volante per ritornare alla capitale. Sostiamo alla fattoria di torba di Glaumbaer e alle cascate di Hraunfossar e Barnafossar, che nascono in un campo di lava. Arrivo a Reykjavik e visita della città.
GIORNO 8: Reykjavik – Blue Lagoon – rientro in Italia (50km)
Visita della città e pomeriggio nella Blue Lagoon. Volo per l’Italia a tarda notte.
Distanza percorsa: Circa 1800km
Vettura noleggiata: Hyundai i10
Best memories: Il vento sui fiordi che ti portava via. La maschera al silice della Blue Lagoon. Assaggiare il ghiaccio della Jökulsárlón. Alloggiare in una fattoria sperduta e chiedersi come si fa a viverci. Il getto dei geyser e il ribollire delle pozze. Scoprire quant’è buffo e complesso l’islandese e imparare una parola: pizzur (pizza: ma senza azzardarsi a provarla). La chioma dei cavalli islandesi che sembrano usciti da una pubblicità della Pantene mentre tu vai in giro come Maga Magò. Gli spruzzi fangosi e potenti di Dettifoss. Le pulcinelle di mare che mai pensavamo di vedere e invece sì.
Quando andare:
*Mitigata dalla Corrente del Golfo, l’Islanda – in estate – è meno fredda di quanto ci si aspetti. Nel mese di agosto ricordo un clima fresco (mai superiore ai 20°), cieli limpidi. Il freddo non è quindi il problema principale: lo è piuttosto la volubilità del clima, che può cambiare più volte durante la giornata, e il forte vento.
*Se il tuo obiettivo è avvistare le balene, ricorda che il periodo migliore sulle coste settentrionali (Husavik) corrisponde alla nostra estate, da giugno inoltrato fino a fine agosto.
Fuso orario: Italia -2
Moneta: Corona islandese (ISK)
Metti in valigia: Scarpe con suola antiscivolo, giacca a vento e impermeabile, un pile o maglia più pesante. Un costume da bagno per le sorgenti termali e… tanto balsamo per i capelli (la Blue Lagoon ha un effetto disastroso su di essi, quindi meglio proteggerli). Da non dimenticare anche una mascherina per gli occhi: in estate le ore di luce sono parecchie e quando andrai a dormire, fuori potrebbe essere ancora chiaro. Sebbene parecchie sistemazioni dispongano di tende oscuranti, meglio optare per un rinforzo!
Ricorda che:
*Guidare in Islanda: la Ring Road, che circumnaviga l’isola, è anche la strada principale del Paese ed è contrassegnata dal numero 1. Le strade secondarie sono invece indicate da numeri a più cifre e sono tutte percorribili con una normale automobile ad eccezione di quelle che, davanti al numero, presentano la lettera F: questi sono percorsi sterrati, adatti solo a veicoli 4×4. Se decidi di avventurarti comunque, sappi che non soltanto potresti avere dei problemi a causa del terreno accidentato, ma potresti anche incorrere in sanzioni salate! Inoltre, attento alle numerose blindhaed, strade ad “altezza cieca”: si tratta di collinette dalle quali non si vede il traffico proveniente dal lato opposto.
*L’accommodation è una voce che incide molto sul budget e sull’organizzazione del viaggio stesso. Data la disponibilità limitata di strutture ricettive a fronte di un’elevata domanda, in alta stagione, non solo è da escludere la possibilità di trovare alloggi on the road, ma talvolta risulta difficile prenotare una sistemazione online anche con mesi di anticipo sulla partenza. Anche per questo motivo, ho preferito affidarmi ad un tour operator. Tuttavia, se proprio vuoi fare da solo, evita di prenotare gli hotel che trovi sui più comuni portali di booking: cerca siti specializzati e opta invece per guesthouse e fattorie che ti permetteranno di entrare più a contatto con il territorio e vivere un’esperienza molto più… islandese!
*Se proprio vogliamo trovare una pecca all’Islanda, allora parliamo di cibo. Di certo non mi ha per nulla entusiasmato leggere menù con pulcinelle di mare e balene in lista e nemmeno teste e testicoli di pecora. Però almeno l’hákarl – il puzzolentissimo squalo fermentato – l’ho assaggiato (per me sapeva di ammoniaca!), naturalmente innaffiato da uno shot di brennivín, una specie di grappa locale. Ho trovato invece ottimo il ristorante a Humarhúsið (La casa dell’aragosta) a Reykiavik, dove ho mangiato una fantastica zuppa appunto di aragosta e un sacco di altre fantastiche cosine di pesce.
Drive safe!
Ogni tanto torno su questo post a riguardarmi queste foto *_*
Poi sbatto e piango inesorabilmente sulla frase: “L’Islanda è tutto fuorchè una meta economica”.
🙁 cara, purtroppo sì, non posso dire il contrario! Per questo è meglio secondo me optare per un pacchetto completo presso un t.o.: usufruiscono spesso di sconti e promozioni e chissà che non ti capiti un colpaccio!
Il viaggio più bello che io abbia mai fatto. Lo rifarò, d’inverno.
Anch’io vorrei tornare in inverno: una bella sfida considerando il freddo e le poche ore di luce!
Notizie importanti per un viaggio in una terra che da sempre sogno di visitare. Grazie e un abbraccio