Mi succede spesso. Che quando una persona mi dice ‘sai, parto per…’, anche a me viene voglia di tornarci. Così è stato l’altro giorno, con il Parco Kruger.
E’ qui ho fatto il mio primo safari, quello in cui ho visto la più grande varietà di animali: oltre a tutti i Big Five, gli incontri decisamente interessanti sono stati tantissimi.
Devi partire e non sai come organizzarti? Ecco qualche dritta per te!
Perché scegliere il Kruger?
Per due ragioni. La prima è che si tratta della riserva naturale più vasta del Sudafrica (il Kruger è grande all’incirca quanto il Veneto), un’estensione favolosa che ospita al suo interno ben sei (SEI!) ecosistemi. In base alla zona che scegli di visitare, troverai baobab o acacie piuttosto che il tipico bush della savana e ti sarà più o meno facile incontrare le 145 specie di animali presenti nel parco. La seconda ragione è che questo piccolo Eden è decisamente accessibile: a differenza di altri stati africani, il Sudafrica è una meta adatta a tutte le tasche!
Quando andare al Parco Kruger e cosa mettere in valigia?
Come dicevo nel post relativo al mio on the road in Sudafrica, il periodo ideale per un safari – regola che vale ovunque – è la stagione secca, dato che una vegetazione poco fitta consente di avvistare gli animali più facilmente. Il Sudafrica ha le stagioni invertite rispetto alle nostre, per cui la nostra estate è il loro inverno: se puoi, scegli quindi un periodo compreso tra giugno e settembre.
Ti avverto che sarà più freddo di quanto ti aspetti: ricorda che i safari si fanno in jeep scoperte, spesso con partenza prima dell’alba. Anche se ti verranno offerti poncho e plaid, dovrai vestirti piuttosto pesante nelle prime ore del mattino: magari avessi avuto guanti e berretto in giugno! Quando il sole è oramai alto, il clima migliora nettamente; di conseguenza, un abbigliamento a strati è sempre la scelta più giusta. Mi raccomando di non dimenticare il binocolo e, per goderti al meglio l’esperienza, una bella macchina compatta e via.
Il Kruger è grande: quale zona scegliere?
La vastità del parco fa sì che la scelta dell’alloggio incida molto sulla flora/fauna che andremo a vedere. Ad esempio, al nord si trovano baobab e alberi di mopane di cui sono golosi gli elefanti (che quindi saranno più numerosi in questa zona); i bufali – ma anche comuni erbivori quali zebre e antilopi – amano invece le piane erbose centrali, più adatte al pascolo. E non dimenticare che dove abbondano le prede, abbondano i predatori: leoni, leopardi, ghepardi.
La zona di Skukuza, a sud, che è poi quella in cui ho soggiornato, è forse la più variegata in quanto a specie presenti ed è inoltre delimitata da due fiumi – il Crocodile River e il Sabie River – elemento da non sottovalutare dato che l’acqua (fiumi, pozze etc.) costituisce sempre un importantissimo polo di avvistamento. Tieni però conto del fatto che il Kruger meridionale è anche la zona più battuta dai turisti.
Come arrivare al Parco Kruger?
L’aeroporto internazionale più vicino è quello di Johannesburg. Da qui, puoi prendere un ulteriore volo diretto a uno dei tre aeroporti che servono il parco. Io sono atterrata a Nelspruit (circa un’ora di volo da Jo’burg), dove poi ho ritirato l’auto a noleggio. Da qui all’ingresso del parco sono circa 120km ma, se hai tempo, già che ci sei ti consiglio di fare una splendida deviazione: quella al Blyde River, il terzo canyon più grande al mondo.
Dove pernottare al Parco Kruger e per quante notti?
Le opzioni sono moltissime: dagli hotel mille stelle alle pensioncine. In ogni caso, ovunque tu scelga di pernottare, cerca di essere il più vicino possibile a uno dei Gate d’ingresso e controlla l’effettiva distanza su Google Maps. Forse ti costerà un po’ di più, ma considera che le maggiori chance di avvistamento animali si hanno all’alba, dunque se ti ci va un’ora per arrivare al gate (e nei mesi più affollati potresti trovare anche coda all’entrata)… quando dovresti puntare la sveglia? Io ho optato per un buon lodge Protea in pieno bush, ad un centinaio di metri dal “Paul Kruger Gate” per essere direttamente sul posto!
Quante notti rimanere sta a te deciderlo, ma ti consiglio di fare almeno tre giorni di safari pieni (quindi 4 notti): ti sembrano tanti? Ti assicuro che quando sarà il momento di partire vorrai fermarti ancora altri due!
Safari in autonomia o guidato?
I game drive al Kruger si possono fare da soli, accompagnati da un ranger del parco o accompagnati da un ranger esterno: io consiglio la seconda o terza opzione. Uno perchè è più rilassante e sicura (non ti stanchi alla guida e non corri il rischio di perderti) e due perché… nella savana le voci corrono! Comunicando tra loro via radio, i ranger sanno dietro quale cespuglio si nasconde un leone addormentato (e se dorme della grossa, ci può rimanere per un intero pomeriggio), o dove è più probabile vedere una mandria di bufali etc. Senza contare poi la miriade di informazioni che acquisisci: è emozionante quando ti vengono fatte notare le impronte di una zampa impresse nella terra e… lo sapevi che la cacca della iena è completamente bianca dato che si nutre di carcasse ossute? Anche gli escrementi sono testimonianze importantissime del passaggio di un animale!
A questo punto allora, meglio un ranger del Parco o uno privato? Tieni presente che nel primo caso farai probabilmente un game drive di una manciata di ore – a intervalli fissi – e in una vettura da una quindicina di posti, mentre nel secondo farai parte di un gruppo più ridotto e avrai la guida a tua completa disposizione anche per un’intera giornata. Inoltre, talvolta i ranger si concedono il lusso di imboccare strade vietate al guidatore autonomo: se notano tracce significative, di solito tentano di avvicinarsi il più possibile ai soggetti che cercano! Questo tipo di escursione ha naturalmente un costo maggiore rispetto alle altre ma, per quanto mi riguarda, sono sempre stati soldi ben spesi.
Che tipologie di safari si possono effettuare al Parco Kruger e come si svolgono?
Il game drive più classico è quello diurno, in jeep scoperte o con tettuccio ma sempre senza vetri. Si parte al mattino quando è ancora buio: vedere il sole sorgere nel bush è già un’esperienza di per sé, ma l’alba è anche il momento migliore per osservare alcuni animali in particolare. Mentre in genere gli erbivori sono sempre attivi, i carnivori vivono di notte, dunque, con un pizzico di fortuna, alle prime luci del giorno non è raro incontrare leoni che cercano il riposo dopo un’estenuante nottata di caccia o iene che si cibano dei resti ancora caldi di qualche gazzella.
Nel Kruger ci sono strade asfaltate e altre no ma, in ogni caso, per ovvi motivi, non scenderai praticamente mai dall’auto, se non in posti sicuri che ti indicherà il ranger, e procederai molto lentamente in modo da poter osservare il paesaggio intorno a te. Quando ti capiterà di appostarti, cerca di non fare rumore: l’udito animale è sensibilissimo, per cui basta un’esclamazione a voce appena più alta per far scappare chi hai davanti.
Piuttosto diffuso è anche il game drive notturno, di cui però non sono grande fan. Lo svolgimento è identico al safari diurno, con la differenza che si parte al tramonto e si gira la savana di notte, con i soli fanali della jeep a illuminare la via, oltre a un faretto con cui il ranger fa luce ai lati della strada. Sebbene l’esperienza possa sembrare affascinante – tutti si aspettano di trovare felini intenti alla caccia e occhi rossi che spuntano nel buio – la realtà dei fatti è ben diversa. Se si vede qualcosa (il che è molto raro), ovviamente non è che per pochi istanti: è chiaro a tutti che un animale con un faro piantato in faccia correrà via il prima possibile, no? In Sudafrica non ho visto altro che il sedere di un ippopotamo; in Botswana (non volevo rifarlo ma ci è stato omaggiato) abbiamo effettivamente avuto più fortuna incontrando un paio di iene e un intero branco di elefanti in corsa (probabilmente incazzati neri per via della luce: menomale che erano molto distanti). In ogni caso, un safari notturno non è a mio parere niente di imprescindibile.
Il Kruger propone poi ulteriori attività, quali bush walk, cene in riserve private, boat trip, visite a centri di inserimento etc. ma, che ti devo dire, per me il safari tradizionale resta sempre l’esperienza top!
Concretamente, quali animali si vedono al Parco Kruger?
In safari sei sempre in fibrillazione perché ogni giorno è diverso dall’altro. Non sai mai cosa capita. Bisogna però avere molta pazienza: metti in conto la possibilità di guidare ore e ore senza vedere altro che un gruppo di antilopi! Si tratta pur sempre di animali in libertà e nessuno li posiziona lì per te (se è questo che cerchi, allora meglio una riserva privata).
Pensa che l’avvistamento migliore mi è capitato il primo giorno – anzi, i primi 30 minuti del primo giorno. Me la ricordo come fosse ieri quell’alba: da un lato della strada una giraffa e una iena con un cucciolo, dall’altro, seminascosto in una radura poco distante, un branco di una dozzina di leoni, tranquillo nel bush dopo una notte di caccia. Uno spettacolo puro.
Durante la nostra esperienza al Kruger non sono mai mancati bufali ed elefanti: faccio fatica a credere, come diceva la guida, che talvolta si possa girare mattine intere senza vedere nè gli uni nè gli altri, ma pare sia assolutamente possibile! Uno degli incontri forse più emozionanti è stato quello con i rinoceronti bianchi: un gruppetto di cinque esemplari, spigolosi, imbronciati. Eppure incredibilmente eleganti, a loro modo.
Fantastici e rarissimi i licaoni – i miei preferiti insieme alle iene – che dormivano in branco, proprio in mezzo alla strada. E’ una specie in via d’estinzione e il nostro ranger era incredulo davanti a uno spettacolo così insolito: ricordo che una guida dell’Addo National Park, tappa successiva del nostro viaggio, diceva di visitare il Kruger ogni anno e di non averne mai visti! Il leopardo l’abbiamo aspettato un bel po’ ma, proprio l’ultimo giorno, eccolo appostato tra l’erba.
E poi zebre, sciacalli, gnu, babbuini, kudu, gazzelle. In questo post ho volutamente inserito soltanto foto dei Big 5, perchè ad oggi, il Kruger è l’unico posto in cui sono riuscita a vederli tutti insieme. Ma in Africa, te ne accorgerai, ogni avvistamento è prezioso: dall’avvoltoio appollaiato sul ramo al coccodrillo dalle fauci spalancate lungo il fiume, dalla zebra che allatta il suo puledrino al facocero che scorrazza con la coda in su.
Ciao Cri, il tuo articolo è molto interessante e completo. Volevo chiederti i contatti dei safari guidati a cui ti sei appoggiata. Grazie mille!
Ciao Valentina,
se non ricordo male, dato che sono trascorsi un po’ di anni, ci eravamo appoggiati alle guide proposte dall’hotel presso il quale abbiamo soggiornato, il Protea-Marriott linkato nell’articolo. Buon viaggio!
Grazie mille, casualmente stavo guardando proprio le loro proposte!
Se c’è una cosa su cui l’Africa va elogiata, è la capacità di saper (o provare a saper) tutelare questi ampi spazi naturali, in cui gli animali vivono la loro vita da animali. Niente riserve ridotte in termini di metri quadri con l’uomo che sta loro appiccicato. Che per carità, magari in certi casi è l’unico modo per proteggere le specie a rischio. Non saprò mai quanto l’ultima situazione di cui ho scritto abbia in se giuste ragioni. Voglio confidare nella buona volontà di certi umani. In ogni caso, l’Africa, quando vuole, è l’Africa.
Baci Cri.
Mmmm.. in realtà non è proprio così purtroppo. In africa esistono parchi nazionali ma anche riserve private dove gli animali sono quasi ‘posizionati’ a beneficio dei safari dei turisti. E, ancor peggio, esistono riserve dove si pratica il canned hunting, zone in cui gli animali vengono abituati sin da piccoli alla presenza dell uomo e destinati, una volta adulti, alla caccia. Perché c’è ovviamente chi paga per uccidere un leone. L’Africa è tanto complessa purtroppo…