Bhutan: da Paro a Bumthang

Un viaggio attraverso l'Himalaya, alla ricerca della felicità.

A volte, i viaggi organizzati praticamente last minute riescono meglio di altri programmati da mesi e mesi. Forse perchè non c’è il tempo di fare troppe (inutili) ricerche o di crearsi aspettative troppo grandi. Parti e prendi tutto così come viene.
Noi siamo spesso costretti a prenotare all’ultimo e anche questa volta è stato così. Il Bhutan è saltato fuori quasi per caso – qual è quel posto dove si misura la felicità? – e, più o meno un mese dopo quella domanda, eravamo sull’Himalaya.

ITINERARIO BHUTAN

(10 giorni)

GIORNO 1: Arrivo a Kathmandu, Nepal
Primo dei due stop-over a Kathmandu. Oggi, in un vortice di induismo e buddismo, visitiamo la storica Bhaktapur e il Boudhanath Stupa, lo stupa più grande del mondo.

GIORNO 2: Kathmandu – Paro (1h di volo)
Giunti a Paro, entriamo nel nostro primo dzong, tipica fortezza bhutanese in legno intarsiato. Il Rinpung Dzong di Paro è uno dei più suggestivi del Paese, tant’è che alcune scene del Piccolo Buddha furono girate qui. Successivamente, raggiungiamo il tempio buddista di Kyichu Lhakhang, prima di trascorrere la notte in un bell’hotel tipico.

GIORNO 3: Paro – Thimpu (55km/1.5 h)
In mattinata saliamo al famoso Nido della Tigre – il monastero Taktshang meta di pellegrinaggio a cui ogni bhutanese si reca almeno una volta nella vita. E’ costruito su di uno strapiombo a 3000 metri d’altezza: l’ascesa è faticosa, ma la camminata lungo il colorato sentiero punteggiato di preghiere buddiste vale la pena farla, soprattutto per gli stupendi panorami sulla verdissima valle sottostante. Nel primo pomeriggio ci trasferiamo a Thimpu, capitale del Bhutan, l’unica al mondo senza semafori!

GIORNO 4: Thimpu
Giornata dedicata a Thimpu. Osserviamo da vicino il Kuensel Phodrang che, con i suoi 51m di altezza, è uno dei Buddha più imponenti della Terra; ci uniamo a monaci e credenti in una visita al Memorial Chorten e, infine, arriviamo al Trashichhoedzong, “la fortezza della gloriosa religione”, simbolo dell’ unione tra governo e religione. Poco lontano, la residenza degli illuminati sovrani del Paese.

GIORNO 5: Thimpu – Trongsa (200km/6h)
Comincia oggi il lungo tragitto verso est: lungo la strada, facciamo sosta allo stupendo Dochu-la pass (3.088 m) con i suoi 108 chorten (monumenti) e la sua vista meravigliosa sull’Himalaya: da qui si vedono i maggiori picchi del Bhutan, tra cui il Gangkar, la vetta più alta. Il percorso prosegue tortuoso tra panorami incredibili: il verde delle valli è spezzato solo dai colori sgargianti delle bandiere di preghiera, che ci ricordano quanto sia importante la spiritualità in Bhutan. Vediamo i popoli nomadi, scesi dalle montagne con i loro yak lanosi e, infine, arriviamo nella cittadina rurale di Trongsa, dove l’atmosfera, rispetto a Paro e Thimpu è se possibile ancor più autentica.

GIORNO 6: Trongsa – Bumthang (70km/3h)
La mattina è dedicata a Trongsa e al suo Dzong, il più maestoso del Bhutan. Sorge proprio in cima ad un colle e questa posizione spettacolare crea l’illusione che esso scompaia tra le nuvole. Visitiamo un piccolo mercato e poi, attraversando foreste di conifere, proseguiamo verso Bumthang valicando lo Yutong-la pass (3.400m). Scendiamo poi nella rigogliosa Valle di Chumey, a mio parere la più bella tra quelle viste. Arriviamo a Bumthang, il punto più estremo che raggiungeremo nel nostro viaggio. Qui, quasi nessuno parla inglese e pare di essere anni luce dalla capitale Thimpu.

GIORNO 7: Bumthang 
Perchè ci siamo spinti sino a Bumthang? Per vedere uno tsechu, le famose celebrazioni buddiste che danno al Bhutan il suo ennesimo soprannome, quello di paese dei Festival. Monaci e laici danzano vorticosamente al ritmo di cembali, tamburi e corni tibetani: ballano per diverse ore e gli abiti più variopinti si alternano a inquietanti maschere di cartapesta che rappresentano animali, demoni ed eroi. Imperdibile.

GIORNO 8: Bumthang – Punaka (215km/7.5h)
Lunga giornata di transito: partenza per Punaka, con sosta al Ta Dzong di Trongsa, museo che fonde tradizione e modernità e narra l’affascinante storia del Bhutan. Una volta a destinazione, esploriamo il villaggio di Punaka, capitale del Paese fino agli anni ’50.

GIORNO 9: Punaka – Paro (125km/3h)
Visita al Punaka Dzong, situato alla confluenza dei fiumi Pochu e Mochu e passeggiata tra i campi per raggiungere Chimi Lhakhang, il monastero della fertilità. Partenza per Paro e pernottamento.

GIORNO 10: Paro – Kathmandu (1h di volo) – Rientro
Lasciamo Paro al mattino. Di nuovo a Kathmandu per il nostro secondo stop-over : saliamo i 365 scalini che ci portano alla sommità di Swayambhunath, il tempio delle scimmie; scendiamo tra le pire funerarie di Pashupatinath, regno di Shiva e, infine, ci perdiamo per il caotico Thamel District. Il nostro volo parte quando ormai è notte già da un pezzo.

Distanza percorsa in auto: Circa 700km ma… non lasciarti ingannare dal chilometraggio: come vedi ho inserito per ciascuna tappa anche i tempi di percorrenza. Questo perchè la viabilità in Bhutan non è delle migliori, e peggiora man mano che ci si sposta a est del Paese: un’unica strada, molto stretta, corre seguendo il profilo della montagna in un saliscendi di tornanti e valichi ad alta quota. Sebbene siano in corso i lavori per renderla più ampia ed agibile – il che fa sperare che tra qualche anno la situazione cambi – attualmente il terreno è molto accidentato e, soprattutto per ragioni di sicurezza, si procede molto lentamente.

Best memories: il volo vicino all’Everest e le chiacchierate con Sonam, la nostra guida. La luce dei templi buddisti e i monaci bambini. La salita al Nido della Tigre, le bandiere colorate che sventolavano sui ponti, l’aria frizzante del Dochu-la Pass.  Il peperoncino ovunque. I balzi vorticosi dello Tsechu, la quiete (e il freddo!) delle notti a Bumthang. Il baratro appena sotto di noi sulla strada per Trongsa, gli yak e la bimba nomade, vestita con il tradizionale kira.

Quando andare: Sebbene il Bhutan sia un Paese con forti sbalzi climatici dovuti alle differenti altitudini, l’alta stagione si ha nei mesi di marzo/maggio e fine settembre/novembre. Io sono stata a inizio novembre e, nonostante il clima sia piuttosto rigido (siamo pur sempre sull’Himalaya!), i cieli sono assolutamente tersi e di conseguenza ideali per godere appieno dell’ambiente e del panorama montano. Da evitare i mesi estivi, da giugno a settembre: durante i monsoni le piogge potrebbero essere tali da rendere alcune strade completamente impraticabili e… mandare in fumo la tua vacanza.

Fuso orario: Italia +5 (ora solare), Italia +4 (ora legale)

Moneta: Ngultrum (BTN/Nu)

Metti in valigia: Sono partita esclusivamente con indumenti sportivi, 2 paia di scarpe antiscivolo, una giacca impermeabile e una più calda, un berretto. A differenza del Nepal, in Bhutan non ci sono negozi di abbigliamento tecnico: attenzione quindi a partire con tutto l’occorrente perchè una volta sul posto non potrai comprare nulla.

Ricorda che:
*Dato che il Bhutan è una meta molto poco conosciuta, le cose da sapere sono parecchie: ti rimando quindi a questo post!
*Ti riporto qui solo un punto molto importante, ossia le informazioni relative al visto: Il Bhutan viene spesso definito un Paese a numero chiuso, tant’è che si dice che i visitatori ammessi ogni anno non siano più di 100-120.000. Entrarvi però non è difficile: basta richiedere un visto d’ingresso, rilasciato da tour operator bhutanesi o internazionali riconosciuti dal Tourism Council of Bhutan. Il costo di emissione del visto è di 40$ e, in base alla durata del soggiorno, ad esso vanno aggiunti 250$ al giorno (a persona) in alta stagione, che scendono a 200$ in bassa stagione. In tale quota sono inclusi 3 pasti quotidiani, alloggio, trasporti e guida locale.
Nota bene: il costo giornaliero del visto può lievitare in base al tipo di itinerario che scegli, alla categoria di hotel che richiedi e al numero di persone della tua comitiva: se viaggi in gruppi di meno di 3 persone dovrai infatti a pagare un supplemento.
A meno che tu non abbia passaporto indiano, i viaggi fai da te non sono permessi: puoi quindi scegliere se prendere parte a viaggi organizzati oppure, come abbiamo fatto noi, optare per un viaggio individuale con auto privata, fermo restando che, per tutta la durata del soggiorno, sarai accompagnato da una guida locale e da un autista (ovviamente non potrai guidare la macchina).

Drive safe!

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4 Comments

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  1. says: teddy

    Ciao , avevo già letto altro che avevi scritto sul Bhutan, i tuoi post sono sempre coinvolgenti
    penso proprio che comincerò a pianificare mio prox viaggio lì e di avere la fortuna di incontrare , come dici tu, ” il popolo felice”.

    1. says: Cris

      Ciao Teddy, grazie! E’ decisamente un bel viaggio, non solo perchè fuori dalle rotte comuni ma perchè si tratta di un posto autentico e, quando si ha la fortuna di trovare qualcosa di autentico, ci si chiede sempre per quanto tempo ancora lo resterà!
      Spero quindi tu possa andarci presto! Un saluto!

  2. Non so cosa sia accaduto…mentre commentavo mi si è impallato il pc!
    Vabbuò te la faccio breve: avevo detto che sottoscrivevo il tuo pensiero all’inizio del post e ti avevo semplicemente chiesto come stavi ^_^
    Buona domenica!

    1. says: Cris

      Ciao Dany,
      tutto ok grazie! Sono sopravvissuta a una settimana in Angola da sola dato che mio marito era fuori per lavoro e torna stasera 🙂 Tu tutto ok?
      baci