Sarò sincera: non ho trovato nella Namibia quell’Africa che sempre mi conquista, non ho provato, al momento della partenza, la ben nota malinconia da rientro. Eppure ci sono stati attimi indimenticabili: la salita sulle dune di Sossusvlei, l’incontro con gli himba…
E c’è stata una serie di piccole ma significative esperienze che, nonostante il colpo di fulmine non sia scattato, mi faranno sempre pensare alla Namibia con un sorriso.
Ad esempio…
#1: Oltrepassare il Tropico del Capricorno
23°26′S 14°27′E: solo un cartello in fin dei conti. Ma per un viaggiatore, questa linea immaginaria rappresenta un piccolo traguardo. Lo trovi sulla C14 che da Solitaire va verso Swakopmund (e viceversa!). Una foto di rito, uno sguardo all’infinità di nomi e ai tanti adesivi lasciati da chi prima di noi ha calcato quella stessa strada e… l’emozione di esserci.
#2: Trovare gli elefanti del deserto
Vivono nel Damaraland e, come tutti gli animali di questa zona, sono speciali. Speciali perché hanno saputo adattarsi a un ambiente duro, aspro, dove non cadono più di 100 mm di pioggia l’anno. Gli elefanti del deserto camminano anche 70 km al giorno per trovare l’acqua e, per questo, hanno caratteristiche leggermente diverse dai cugini della savana: gambe più lunghe e zampe più larghe, adatte percorrere grandi distanze, una mole leggermente inferiore e una proboscide più lunga, per raccogliere le foglie più lontane. Quello che li distingue, però, è il loro comportamento: non hanno i tratti giocherelloni degli elefanti del Chobe, ma sono in grado di scavare, nella costante ricerca di pozze e sorgenti a noi sconosciute. Non viaggiano mai in grandi branchi perché acqua e cibo sono talmente scarsi che 40 elefanti tutti insieme difficilmente riuscirebbero a sfamarsi in modo adeguato: per questo scelgono di muoversi in piccoli gruppi.
Gli elefanti del deserto non sono numerosi e trovarli non è semplice né garantito nemmeno se, come noi, ti affidi a un tracker. Avevamo quasi perso le speranze, quel giorno: il driver ferma la jeep e ci dice di avere un po’ di pazienza; il giorno prima non era stato avvistato nessun elefante in zona, ma quello prima ancora sì: due grossi maschi. Il tracker scende dall’auto: nella sabbia, tra le pietre, tra l’erba calpestata e i rami spezzati, cercherà di individuare le tracce del passaggio dei pachidermi.
Scompare per più di un’ora. E noi, lì, fermi nell’auto, annoiati ma con le dita incrociate. A un tratto, la ricetrasmittente manda un segnale. Il driver ci porta a tutta birra a svariati km di distanza dove, finalmente, li vediamo: non due esemplari ma una quindicina. Incredibile. Facciamo i nostri complimenti al tracker che intanto risale in auto con noi e ci fermiamo ad osservare gli elefanti del Damaraland, prima che scompaiano su per le montagne. Difficile pensare che animali di queste dimensioni riescano a sopravvivere in una zona come questa. Eppure succede: li abbiamo visti con i nostri occhi.
#3: Mangiare ostriche tra le dune di Sandwich Harbour
C’è un posto in Namibia, dove le dune si gettano nell’oceano. Dove uno sciacallo accaldato arriva in spiaggia per sedersi in riva al mare. Dove il vento ha appena cancellato la traccia sinuosa di un serpente. Questo posto è Sandwich Harbour, un deserto morbido, dolce. Indimenticabile la corsa in jeep sul bagnasciuga, la risalita fino a quel punto stupendo dal quale si vedono le dune scendere nel mare, i piedi che affondano nella sabbia e il pensiero che no, non voglio lasciare le mie orme che guasterebbero questo paesaggio così perfetto eppure sì, voglio calpestare questa sabbia per sentirla tra le dita, per sentire che è vera. Un deserto che ti lascia come sospeso e solo il sapore marino di un’ostrica fresca ti riporta alla realtà.
Sandwich Harbour è accessibile solo in tour in 4×4: io mi sono affidata a questa compagnia, prenotando per tempo.
#4: Osservare le auto vintage di Solitaire
Cittadina semi-fantasma sorta praticamente in mezzo al deserto, Solitaire si compone essenzialmente di un lodge, una stazione di servizio e un caffè che vanta – pare – la torta di mele più buona della Namibia (mah… nulla di che a dir la verità). Di Solitaire ho apprezzato di più le vecchie Ford e Chevrolet arrugginite e inghiottite dal deserto, col cofano fuori asse e la vernice scrostata, certo messe lì a beneficio del turista ma, in ogni caso, sempre belle da vedere per i nostalgici del vintage come la sottoscritta.
#5: Seguire le tracce del rinoceronte nero… a piedi!
Nel Damaraland vive il più alto numero di rinoceronti neri in libertà di tutta l’Africa! Tuttavia, non per questo è facile incontrarli: il rinoceronte è un animale molto schivo e basta il minimo rumore per farlo allontanare. Per vederlo da vicino, ci siamo affidati a una struttura specializzata che, in collaborazione con l’OGN Save the Rhino Trust (STR), ci ha permesso non solo di trovare due esemplari di rinoceronti neri ma anche di seguirne le tracce… a piedi! Per una volta dunque niente jeep: abbiamo provato l’emozione di partecipare a una sessione di monitoraggio insieme a dei veri tracker e, dopo una camminata nemmeno troppo lunga, ecco i nostri pachidermi!
#6: Stargazing
Pensavo di essermi abituata alle notti africane. Quella volta che la barca si è incagliata sul fiume Zambesi ho visto la Via Lattea per la prima volta e, lo scorso febbraio, in tenda nel Serengeti non riuscivo a staccare gli occhi dal cielo. Ma in Namibia, probabilmente complici un clima secchissimo e un inquinamento luminoso praticamente pari a zero, ho visto stellate ancora migliori. Nitido come non mai, il cielo del deserto si legge come un libro.
Se non vuoi prendere parte alle attività di stargazing offerte da molti campi e lodge, puoi farti aiutare dalla tecnologia: noi ci siamo scaricati l’app SkyView Free, uno strumento veramente ottimo che ti consente di visualizzare con facilità le costellazioni: basta puntare il cellulare al cielo! Su di noi brillavano la Croce del Sud, Scorpione, Leone, Bilancia, Orione, l’Orsa Maggiore e Vergine.
Questa qui sotto invece è la Via Lattea: un grazie alla mia amica Laura G. – in Namibia appena una settimana prima di me – per avermi concesso questo bellissimo scatto (la mia macchina non è abbastanza potente!).
E tu, hai fatto esperienze simili in qualche parte del mondo? Quale di queste vorresti fare?
Ciao Cristina!
Tra un mese e mezzo sarò anche io in Namibia e non vedo l’ora!!
Quando hai fatto l’escursione a Sandwich Harbour hai fatto la mezza giornata o il daily tour?
Grazie!!
Ciao! Ho fatto il tour di mezza giornata, mi pare di ricordare che quello di una giornata intera prevede anche giro in barca, che a me non interessava!
Ciao, io forse partirò al seguito del mio per l’Australia. Lui fa il ricercatore universitario. Non conosco donne nella mia stessa situazione. Quindi trovare te e il tuo blog, mi fa sentire di avere un amica. Di che cosa si occupa tuo marito in Africa? Come passi le tue giornate?
Ciao Marzia, benvenuta e in bocca al lupo per la tua avventura australiana!!
Ci sono un sacco di donne expat che sono partite da sole oppure per seguire i propri compagni: mi permetto di segnalarti un sito dedicato proprio a noi, dove tra l’altro scrivo anch’io. Si chiama Amiche di Fuso: è gestito da un gruppo di donne expat e raccoglie un sacco di testimonianze da tutto il mondo.
TI lascio qui il link a uno dei miei post, dove parlo anche di come passare le giornate in un continente così lontano dal nostro come l’Africa. Un abbraccio e a presto!
http://www.amichedifuso.com/2017/09/19/trasferirsi-in-africa-cosa-sapere/
La Namibia è sicuramente un luogo che ti cambia profondamente: diversa dimensione, diverse misure e atmosfere. Non esiste un altro posto in Africa simile alla Namibia. E’ un viaggio incredibile.
È quel che leggo dappertutto in effetti! Invece, come ho scritto, nel mio caso il colpo di fulmine proprio non c è stato. Vivo in africa da ormai tre anni e la Namibia è il nono stato che visito. Ho letto molto su di esso e probabilmente mi ero creata determinate aspettative… non mi ha lasciato nulla di particolare o, almeno, nulla di paragonabile a quanto ho trovato in altri stati africani. “Good but not wow”, come mi ha detto una persona che l’Africa la conosce più di me ed è esattamente così che l’ho trovata…