Namibia: da Windhoek all’Etosha

viaggio in Namibia
Un itinerario tra i deserti della Namibia: dalle dune rosse a quelle gialle, dall'aspro Damaraland al Pan dell'Etosha.

Ti ricordi? In Namibia dovevo andarci nel 2016, ma poi mi sono ritrovata in Canada, quasi per caso. Quest’anno, invece, ci sono riuscita. Anche perchè, ora che vivo in Angola, Windhoek dista poco più di due ore di volo…

– ITINERARIO NAMIBIA –

(2 settimane)

GIORNO 1: Arrivo a Windhoek

GIORNO 2: Windhoek – Sossusvlei (350km)
Arrivo nel deserto del Namib, dove si innalzano le dune più antiche e alte del mondo: le visiteremo domani. Oggi ci dedichiamo al vicino Canyon di Sesriem.

GIORNO 3: Sossusvlei
Giornata interamente dedicata al deserto: cominciamo con l’ammirare i giochi di luce all’alba e, prima che il sole diventi troppo forte, ci arrampichiamo sulla duna più alta – Big Daddy – per poi arrivare a Dead Vlei, un tempo oasi di acacie, oggi surreale bacino di tronchi scheletrici. Poco prima del calar del sole, saliamo sulla bella Duna 45: scendiamo appena in tempo per fotografarla con la luce migliore.

GIORNO 4: Sossusvlei – Swakopmund (340km)
Sulla strada per Swakopmund, oltrepassiamo il Tropico del Capricorno e facciamo una sosta nella città semi-fantasma di Solitaire. Arriviamo a Walwis Bay, dove ci aspetta un’escursione in 4X4 a Sandwich Harbour che, con le sue dune dorate che si gettano nell’oceano, è uno dei luoghi più spettacolari che vedremo durante il viaggio. A Swakopmund, una buona cena a base di ostriche!

GIORNO 5: Swakopmund – Palmwag via Skeleton Coast (430km)
Lunga drive lungo la Skeleton Coast, strada desertica che corre lungo l’oceano, così chiamata per i numerosi naufragi avvenuti durante gli anni: alcuni relitti sono ancora visibili oggi. Una sosta all’affollatissima colonia di foche di Cape Cross e poi dritti fino a Torra Bay. Al termine della Skeleton Coast ci attende il Damaraland.

GIORNO 6: Damaraland
Per me il vero gioiello della Namibia, il Damaraland è un ambiente semi-desertico, dai colori sorprendenti e con paesaggi che ricordano un po’ il vecchio West americano. Qui vivono le specie desert-adapted, animali speciali e delicati. Alloggiamo in un campo tendato molto remoto e ci prepariamo a un game drive molto particolare: insieme ai tracker dell’ONG Save the Rhino Trust, seguiremo a piedi (!) le tracce dei rinoceronti neri.

GIORNO 7: Damaraland – Kaokoland (300km)
Un’altra game drive al mattino e poi ci mettiamo nuovamente alla guida verso il nord del Paese. Oggi è una giornata di trasferimento e facciamo sosta in un lodge a qualche decina di km da Opuwo: siamo entrati nella regione del Kaokoland.

GIORNO 8: Kaokoland – Epupa Falls (280km)
Attraversiamo la cittadina di Opuwo, dove etnie himba ed herero si mescolano. Raggiungiamo le cascate Epupa proprio al confine con l’Angola (dovevo andare vicino a casa, no?). Seguiamo un percorso che porta a diversi belvedere e passeggiamo lungo il fiume Kunene dove, tra palme e baobab, riusciamo a scorgere scimmiette e coccodrilli.

GIORNO 9: Epupa Falls – Khowarib (340km)
Ancora una mattina alle cascate Epupa, durante la quale visitiamo un villaggio di himba, popoli seminomadi conosciuti come i belli d’Africa per l’estrema cura che le donne dedicano al loro aspetto fisico. Ci spostiamo nuovamente a sud e, raggiungiamo la cittadina di Khowarib attraversando il Kaokoland, lungo quella che viene chiamata l’Arid Eden Route.

GIORNO 10: Khowarib – Grootberg Pass (100km)
Di nuovo nel Damaraland, oggi tenteremo di rintracciare gli elefanti del deserto, creature quasi mitiche tanto sono sfuggenti. Grazie alla bravura di un ottimo tracker (e a un pizzico di fortuna che non guasta mai!) ne avvistiamo un buon numero!

GIORNO 11-12-13: Grootberg Pass – Etosha (280km)
Trasferimento al Parco Etosha e giornate dedicate ai game drive lungo il Pan, l’ampia distesa salina che caratterizza il parco. Da non perdere i numerosi waterholes, dove si radunano gli animali per bere e… fare il bagno.

GIORNO 14: Etosha – Windhoek (400 km)
Ancora un game drive al mattino e rientro nella capitale per il volo dell’indomani.

Distanza percorsa in auto: Circa 3000 km. A questi, vanno aggiunti ulteriori km se pensi di fare i game drive nell’Etosha in autonomia, ossia con la tua auto invece che con la jeep guidata da un ranger del parco.

Vettura noleggiata: Toyota Fortuner 4X4 con Cambio Automatico. Se vuoi risparmiare un po’, puoi puntare sul Toyota Hilux: ricorda che, però, il fuoristrada in Namibia è una scelta praticamente obbligata considerando la tipologia di strade su cui ti troverai a guidare.

Best memories: i piedi che affondano nella sabbia della Duna 45; gli orici all’orizzonte. Cambiare l’itinerario solo per cercare i mitici elefanti del deserto e trovarli, finalmente. La notte intorno al fuoco in mezzo al Damaraland e la vista stupenda sul Grootberg Pass. I leoni che si accoppiavano all’Etosha. Lo sciacallo sulle dune di Sandwich Harbour e la Skeleton Coast che non finiva più. La bellezza della nipote del capovillaggio himba.

Quando andare:  Il clima della Namibia è quello tipico delle regioni semi‐desertiche. Io ci sono stata in maggio, quindi proprio alle porte dell’inverno (da giugno a settembre), quando l’escursione termica è particolarmente forte soprattutto nel deserto e nell’entroterra. Da evitare la stagione delle piogge (novembre-marzo) che non solo potrebbe rendere impraticabili numerose strade del Paese, ma potrebbe persino inficiare notevolmente i game drive.

Fuso orario: Italia +1 con l’ora solare, nessuna differenza rispetto a quella legale.

Moneta: Dollaro namibiano (NAD)

Metti in valigia: cappello per proteggersi dal sole, abbigliamento tecnico a strati, binocolo e torcia: talvolta alcuni eco-lodge tolgono la corrente elettrica di notte. Se fai attività di tracking – di rinoceronti o elefanti – è importante indossare colori neutri: beige, nero, verde. Il nord del Paese è zona potenzialmente malarica: se non vuoi fare la profilassi assumendo Malarone (che comunque non garantisce l’immunità totale), ricordati però di portare con te un repellente con una concentrazione di DEET almeno del 50%, percentuale suggerita per le aree tropicali (i comuni Autan, Off etc. nostrani si fermano intorno al 20%). Infine, fondamentale: un burro cacao dato il clima desertico e dunque secchissimo.

Ricorda che:
*In Namibia si guida a sinistra, come in Inghilterra, ed è necessaria la patente internazionale. La rete stradale è buona anche se per la maggior parte sterrata – sabbia, polvere, terra o ghiaia – niente, però, di cui tu ti debba preoccupare se hai noleggiato un fuoristrada. La viabilità può diventare problematica soltanto in caso di acquazzoni continuativi (ecco perchè è bene evitare la stagione delle piogge), mentre diverso è il discorso per il remoto nord ovest del Paese (area Purros / Skeleton Coast NP): io non l’ho visitato, ma è qui che si fa del vero off-road e un Hilux, forse, potrebbe non essere sufficiente.
Assicurati di fare sempre il pieno ogni volta che puoi dato che i distributori non sono numerosi e… accertati di sapere (o di viaggiare con qualcuno che sa) cambiare una ruota: a noi non è successo ma, dati i numerosi sterrati, bucare una gomma non è un’ipotesi così assurda e, in alcune strade, potrebbe non passare anima viva per ore!
*Assicurati di avere sempre del contante a disposizione durante il viaggio: la maggior parte dei distributori di benzina non accetta carta di credito. Per il rifornimento, noi l’abbiamo utilizzata solo a Windhoek, Swakopmund e dentro il parco Etosha.
*I game drive all’Etosha si possono fare sia in autonomia che accompagnati da un ranger. In ogni safari abbiamo sempre preferito la seconda opzione. Uno perchè è più rilassante e sicura e due perchè i ranger comunicano tra loro via radio (ad esempio, grazie alle info trasmesse, siamo riusciti a vedere due leoni accoppiarsi), senza contare la miriade di informazioni che acquisisci! L’escursione col ranger ha naturalmente un costo che un self drive non ha, ma sono sempre stati soldi ben spesi.
Se però il tuo obiettivo è quello di trovare i big five… la Namibia non è il posto giusto: all’Etosha non vedrai nemmeno un bufalo dato che, in quanto altamente dipendente dall’acqua, non può sopravvivere in zone semidesertiche.
*Good but not wow. Così mi ha detto una persona che l’Africa la conosce bene ed è stata esattamente la sensazione che ho provato. Contrariamente a ogni aspettativa e nonostante abbia apprezzato svariate tappe, la Namibia non mi ha colpita quanto credevo, non c’è stato alcun colpo di fulmine. Mi è sfuggito qualcosa? No. Semplicemente sono abituata – e amo – un altro tipo d’Africa, un’Africa che spintona, che ride, che ti soffoca, che ti lascia l’odore addosso. Amo l’Africa chiassosa e piena di vita e, questa dimensione, non l’ho trovata in Namibia se non in minima parte: al suo posto, polvere e sabbia. Che certo mi aspettavo di trovare ma… qui in misura decisamente eccessiva per i miei gusti.

Drive safe!

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