È successo più o meno così: la scorsa settimana, sul volo per l’Angola via Amsterdam ci siamo detti che, prima o poi, avremmo proprio dovuto andare a vederlo quel paesino con i mulini a vento.
Poi, a Schiphol, la connessione con Luanda viene cancellata.
E così, a Zaanse Schans ci siamo finiti molto – ma molto – prima del previsto.
Zaanse Schans non è che una manciata di case a un tiro di schioppo da Amsterdam: 20 minuti di treno (fermata Zaandijk – Zaanse Schans), un po’ di più in bus o in bicicletta, e sei arrivato.
La sua attrattiva principale sono i mulini in funzione sullo Zaan, il fiume che bagna la cittadina: un tempo erano oltre 600, oggi ne rimangono una dozzina. Il resto? Casette intarsiate, negozi che parlano di tradizione, prati verdi, ponticelli in legno, papere dal collo smeraldo che sguazzano nei corsi acqua.
No, non è un salto indietro nel tempo. Per nulla. Si capisce che tutto o quasi è stato ricreato per il turista. Eppure niente risulta forzato, tutto è squisitamente al posto giusto, tanto che il clac clac degli zoccoli sul marciapiede o il muggito di una mucca appena munta sembrerebbero del tutto normali.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto, i mulini. Le loro pale le vedi svettare molto prima di raggiungere il cuore della cittadina. La visuale più bella l’avrai affacciandoti al ponte che ad essa conduce: vedrai una piccola distesa di mulini disposti lungo il fiume, le pale attive, e a lato, una lunga fila di casine verdi, rosse e blu. Una barchetta di fronte ad alcune di esse e, su tutte, l’inconfondibile bordatura bianca a tracciare i contorni del tetto e delle finestre.
Una volta giunto a Zaanse Schans puoi seguire un sentiero che ti porta direttamente ai piedi dei vari mulini. Scoprirai che ciascuno di loro ha un nome, oltre che una storia: giganti di legno diventati ormai familiari alla piccola comunità, essi erano impiegati per la produzione di olio o farina, per macinare spezie, oppure come segherie tutt’ora funzionanti.
Ma ti dirò. Sebbene i mulini siano alquanto suggestivi, quel che ho apprezzato di più è quel piccolo mondo antico così ben ricreato in paese. Zaanse Schans diventa in pochi km² l’emblema dell’intera Olanda, snocciolando tutti quei clichè che l’hanno resa famosa nel mondo. Nessuna sensazione di autenticità, come ho detto. Ma estremo buon gusto nell’ammetterlo.
Una dopo l’altra, vengono proposte nei vari shop/laboratori tutte le attività artigianali e contadine che da sempre associamo ai Paesi Bassi. C’è il caseificio di Catharina Hoeve – barili di latte all’esterno e una finestrina che, dietro al riflesso di un mulino a vento, lascia intravedere gialle forme di Gouda – dove più volte al giorno vengono date dimostrazioni live di come si produce il noto formaggio. Per passare ai fatti, annesso al caseificio, c’è il fornitissimo shop di Henri Willig, dove comprare (ed assaggiare gratuitamente) vari tipi di Gouda accompagnati da salse saporite.
C’è Koojiman, un laboratorio in cui si intagliano, lavorano e dipingono i famosi zoccoli di legno. Ne troverai di ogni colore e misura, persino per neonati. Io ne ho comprato un paio… di peluche, da mettere in casa nei mesi invernali (quando lascerò l’Africa, si intende!!). Numerosissimi i negozi che vendono le ceramiche di Delft, quelle bianche e blu. Una casetta, un mulino o i due piccoli innamorati che si baciano: anche se non è il tuo genere (presente!), di sicuro avrai una mamma o una nonna che saprà apprezzarli.
E ancora, tanti posti in cui fermarsi per una cioccolata calda, una piccola fattoria dove gironzolano capre e galline, foto in bianco e nero alle finestre, biciclette in ogni dove, zoccoli ripieni di rampicanti appesi alle facciate delle case, secchi di latta trasformati in fioriere. E un adorabile curiosity shop: si chiama Trash & Treasures ed è situato all’interno della casa più antica di Zaanse Schans, costruita nel 1623. Dentro ci trovi vecchie slitte di legno, plaid all’uncinetto che ricordano quelli che faceva la mia bisnonna e pattini da ghiaccio in legno che – questi sì – mi hanno fatto fare un salto indietro nel tempo, a quando da bambina leggevo quel libro bellissimo che si chiama Pattini d’argento, ambientato proprio nei Paesi Bassi.
Come deve e doveva essere l’inverno in Olanda! Me la immagino proprio Zaanse Schans coperta di neve. Brulicante e vivace, i turisti con le mani guantate e il fiume ghiacciato. Il dipinto di un Brueghel moderno.
PS: Comunque, la prossima volta in aereo diremo, chessò, che dovremmo proprio andare a Tokyo e tornare a Kathamandu. Funzionerà? 😉
PPS: Ti piacciono i paesini-bomboniera? Allora dovresti leggere anche delle Cotswolds, UK e di Annecy, Francia!