Cos’è che non hai mai fatto a Roma e che vorresti fare?
– Hmmm… la via Appia in bici.
– Ok. Andiamo.
– ??? Ma mamma sei sicura? Non è che è proprio una passeggiata…
Era proprio sicura, invece, e quel giorno, complice uno splendido sole di ottobre, abbiamo percorso un tratto dell’Appia Antica (10km + 10 al ritorno) in sella alla bicicletta. Ed è stata sicuramente una delle esperienze più belle dell’anno.
Costruita nel 312 a.C. per mettere in comunicazione Roma e Capua, la Regina Viarum è la prima e più importante tra le strade costruite dai romani: il tratto originale copriva una lunghezza di quasi 200 km (132 miglia), al tempo fattibile in non meno di 5 giorni di viaggio. Successivamente, la Via Appia fu ampliata tanto da raggiungere Benevento e poi Brindisi. Si dice fosse la strada su cui San Paolo in catene venne condotto a Roma.
Questo, un tempo.
Oggi, anche grazie a un lungo lavoro di restauro, la Via è un rettilineo fiancheggiato da reperti storici, che corre in quello stupendo polmone verde che è il Parco dell’Appia Antica: in altre parole, è un’esperienza unica al mondo per gli appassionati di storia e di natura e… Ma, aspetta, ti sei procurato la bici?
La puoi affittare al Centro Servizi che trovi in Via Appia Antica n°60. Arrivarci non è complesso né dispendioso: prendi il bus 118 appena dietro al Colosseo (la fermata si chiama Celio Vibenna) e scendi a Appia Antica/Domine Quo Vadis. La corsa dura dai 10 ai 20 minuti: dipende dal traffico!
Il primo tratto dell’Appia è quello forse più frequentato: qui trovi, innanzitutto, la chiesetta del Quo Vadis, dove si crede che San Pietro, in fuga da Roma per sfuggire alle persecuzioni cristiane, abbia avuto la visione di Gesù che, rivolgendogli la fatidica domanda, lo ha poi convinto a tornare sui suoi passi. Nei pressi, puoi anche visitare le Catacombe di San Callisto, quelle di San Sebastiano e la famosa tomba di Cecilia Metella, un enorme mausoleo dal profilo cilindrico dedicato alla ricca patrizia di cui però non si sa praticamente nulla.
Ovviamente, per apprezzare tutte queste tappe serve parecchio tempo: per cui, se come me hai a disposizione soltanto un pomeriggio, ti consiglio di dedicarti esclusivamente – e con calma – alla pedalata. Ai lati dell’Appia, all’ombra di cipressi e pini marittimi e con il verde della campagna romana alle spalle, si sussegue una fila praticamente ininterrotta di antichi sepolcri (i cosiddetti colombari), epigrafi marmoree, tombe di famiglia e imponenti mausolei, quali la bella Torre Selce.
E non solo: troverai anche resti di templi, come quello dedicato a Giove, l’ampio ninfeo della Villa dei Quintili e grossi tumuli, prima quello dei Curiazi e poi – immancabile – quello degli Orazi. Verso la fine del tratto ciclabile poi, uno dei panorami più belli: in lontantanza, vedrai la lunga fila di arcate degli antichi acquedotti. E magari dovrai fermarti un attimo per far passare una mandria di mucche o un gregge di pecore, come è successo a noi.
In alcuni tratti della Via Appia è ancora visibile il selciato originale, ricoperto dai basoli, grossi lastroni di pietre laviche, lisce e levigate (come quelle di Pompei), un tempo solcate dai carri: la carreggiata è talmente ampia che ci potevano passare ben due carri contemporaneamente, uno per ogni senso di marcia. Attento però perchè, laddove ci sono le pietre laviche, può essere difficoltoso procedere in bicicletta! Ma niente paura: puoi utilizzare i marciapiedi in terra battuta che troverai ai lati della strada, proprio come quelli della foto qui sotto.
…che altro ancor posso dirti? Niente, goditi la scampagnata, il sole e portati da bere!
Ah, ancora una cosa! Forse guardando gli acquedotti da lontano, ti verrà voglia di saperne di più! Ammirarli in tutta la loro grandezza e passeggiare sotto le arcate è assolutamente possibile: prendi la metropolitana e scendi alla fermata Subaugusta. Da lì, puoi raggiungere a piedi l’Area degli Acquedotti, sempre parte del Parco dell’Appia Antica, la cui entrata si trova in via Lemonia. In questa zona, troverai ben 7 acquedotti, mirabilissime opere di ingegneria che convogliavano alla capitale l’acqua delle sorgenti dei Colli Albani. Una curiosità: dei sette, l’acquedotto Claudio è stato teatro di una delle scene più inquietanti della Grande Bellezza, dove un’aspirante Marina Abramovich prende la rincorsa per dare una bella testata contro una della arcate e poi gridare a squarciagola ‘io non mi amooooo’.
Buona pedalata!
È una delle attrazioni romane che più preferisco. Amo passeggiare per questa antica via ammirando i resti antichi sparsi lungo il cammino e la campagna romana.
Sempre idee super, Cris!
Grazie, quando a primavera torneremo a Roma (città che amiamo particolarmente!) terremo sicuramente in considerazione i tuoi preziosi suggerimenti! 🙂
Buon weekend!
Ciao Silvia! Anche io amo particolarmente Roma e questa escursione me l’ha fatta amare ancora di più: te la consiglio davvero spassionatamente! Un buon weekend a te!