Prima di diventare – ingiustamente – vittima del turismo mordi e fuggi, prima ancora di diventare la culla della Dolce Vita, Capri è stata per secoli dimora di personaggi eccentrici, esagerati, provocatori e, soprattutto, amanti del bello. Nell’isola azzurra ciascuno di loro ha visto il luogo ideale dove edificare una casa, ma non una qualunque: una casa a loro immagine e somiglianza. In questo post andiamo a visitare quattro ville, a conoscere quattro personaggi e… quattro modi di vivere Capri.
Villa San Michele – Axel Munthe
Il medico e scrittore svedese se l’è costruita in uno dei punti più panoramici dell’isola, la sua ‘casa aperta al sole, al vento e alle voci del mare’. Siamo ad Anacapri, sul sito in cui un tempo sorgeva un’antica villa romana e, successivamente, una cappella dedicata a San Michele. Oltre che per il panorama e i bei giardini, la Villa di Munthe è molto interessante per i suoi interni, stanze piene di reperti archeologici, alcuni molto singolari, che il medico aveva accumulato nel corso degli anni.
Nonostante i numerosi resti romani, i pezzi che amo di più sono le due sfingi: una etrusca, che ci guarda direttamente negli occhi volgendo le spalle al mare, e una egizia che, invece, posa il suo sguardo eterno proprio sul golfo. Ricordo che la prima volta che l’ho vista ho pensato ‘bhè ma nessuno vedrà mai il volto di questa sfinge! – perchè è collocata in una posizione tale che, pur affacciandosi al balcone, non è possibile osservarla in viso. In realtà, l’anno scorso ho scoperto che così non è: basta passare nella stradina sottostante la Villa. No, niente foto: non voglio toglierti la sorpresa!
Villa Jovis – Imperatore Tiberio
Di abitazioni sparse sull’isola, il collerico imperatore ne aveva ben 12. Solo di tre di esse sono ancora visibili le antiche fondamenta romane: Palazzo a Mare, Villa Damecuta e Villa Jovis. Quest’ultima è la mia preferita: immensa, situata proprio in cima al Monte Tiberio, più che una villa, sembra una fortezza. Seminascosta dalla macchia mediterranea, Villa Jovis continua a raccontare uno splendore vecchio di 2000 anni: le antiche rovine riescono ancora a dare un’idea del grandioso passato romano. NB: Attenzione alla capre se sei da queste parti!
Villa Jovis si può raggiungere percorrendo questo facile sentiero, lo stesso che con qualche passo in più porta a…
Villa Lysis – Jacques d’Adelsward-Fersen
Era uno dei luoghi più dissoluti di Capri. Apparteneva al bel conte Jacques Fersen (sì, proprio un discendente di quel Fersen), che era alla ricerca di un nido originale, ardito ed eclettico… proprio come la sua persona. Costruita da uno scenografo, Villa Lysis divenne l’incarnazione di un ideale, quello di una vita perfetta, fatta di lusso, relax e piaceri. Era il tempio che Fersen consacrò alle sue due più grandi passioni: l’oppio e il bel Nino Cesarini, suo amante, raffigurato in sculture, foto e dipinti posti all’interno della casa.
Oggi le porte di Villa Lysis sono aperte anche a noi: splendido il cortile affacciato su Marina Grande, il balcone a picco sul mare e i giardini. Interessanti anche gli interni: stucchi, capitelli, scaloni, pavimenti orientaleggianti, bagni turchi e saloni che, sebbene per lo più vuoti, evocano la storia di questo conte che, come un anacronistico Jack Frusciante, uscì dal gruppo proprio all’apice del suo vigore. Si suiciderà a soli 43 anni, con un cocktail di champagne e cocaina.
Villa Malaparte (Casa Come Me) – Curzio Malaparte
‘Il giorno che mi sono messo a costruire una casa non credevo avrei disegnato il ritratto di me stesso’ – così scrive Curzio Malaparte che, infatti, darà alla sua villa il soprannome di ‘Casa Come Me’. Impossibile non riconoscerla con quel suo profilo squadrato e spigoloso e quel suo colore rosso acceso, simbolo della fede politica del suo proprietario. Edificata su Punta Masullo, la si vede bene facendo un giro in gozzo intorno all’isola o percorrendo il sentiero del Pizzolungo. E’ la protagonista silenziosa del film di Jean Luc Godard, Le Mépris, tratto dall’omonimo (bellissimo!) romanzo di Moravia. Su quell’immenso tetto-solarium, dove Malaparte soleva andare in bicicletta, prende il sole una Brigitte Bardot nuda e maliziosa, che si copre il didietro con un libro aperto.
E, ahimè, questo è tutto ciò che possiamo vedere di casa Malaparte. Perché l’abitazione non è aperta al pubblico: lasciata in eredità al popolo cinese, la Casa Come Me è diventata oggetto di una lunga battaglia legale, ed oggi pare sia tornata in mano agli eredi di Malaparte che, tuttavia, mantengono i cancelli chiusi.
Tra i tantissimi grandi che hanno soggiornato a Capri, va ricordato naturalmente anche Neruda, ospite dello scrittore e naturalista Edwin Cerio, che gli mise a disposizione il villino di un cugino, la Casa di Arturo. Quella casetta è ancora lì, in via Tragara: non ci puoi entrare, ma la puoi vedere da fuori, lungo la bellissima passeggiata che porta all’omonima Punta, da cui si gode un sublime panorama sui Faraglioni.
Capri è uno dei posti che più amo al mondo e ci torno spesso. Per questo vi ho dedicato un’intera sezione del blog: la trovi qui.