L’Islanda tra miti e cascate

Viaggio in Islanda
Gullfoss, la cascata d'oro, Islanda
Terra di elfi, di troll e di giganti, dove ogni pietra, valle e montagna affonda le radici nella leggenda. E anche ogni cascata.

Si chiamano Huldufolk e sono il ‘popolo nascosto’. Gli álfar (elfi) sono creature invisibili che, si dice, si mostrino solo ai cuori più puri. E’ il paese degli elfi, l’Islanda: ogni abitazione che si rispetti ha, nel proprio giardino, almeno tre casette in miniatura pensate per ospitare questo piccolo popolo. A Reykjavík poi, esiste l’unica Álfaskólinn – scuola degli elfi – del mondo e, nel 2013, un comitato di difesa si è battuto affinchè si impedisse la costruzione di una superstrada che, guarda un po’, passava proprio in territorio elfico. E la superstrada non è stata fatta.

E poi troll, trollesse, giganti, mostri marini, mistici reverendi dotati di poteri sovrannaturali. La storia dell’Islanda è legata a doppio filo con quella di miti e leggende e così la sua geografia: agli antipodi dell’Outback australiano, scopriamo anche qui una sorta di Via dei Canti, dove ciascuna valle, ciascuna roccia, ciascuna cascata ha origine in un passato mitico che non smette di risuonare nel presente.

Proprio di cascate ti parlo in questo post: ce ne sono circa un centinaio in Islanda – più o meno imponenti, più o meno famose – ma qui di seguito ti racconto le leggende che si celano dietro a 4 di esse.

Gullfoss
E’ la cascata d’oro, una delle più conosciute e visitate del Paese (foto di copertina). Imponente e teatrale, con il doppio salto e gli arcobaleni che spesso la attraversano, Gullfoss ha alla base un mito alquanto poetico. La leggenda narra che un tempo, vi fossero due fattorie, una a est e una a ovest della cascata. Il figlio e la figlia dei due fattori si vedevano ogni giorno portando al pascolo le pecore e, a poco a poco, diventarono amici, riuscendo a comunicare da un lato all’altro della valle sopra il fragore della cascata. Crescendo, la loro amicizia si tramutò in amore ma, a dividerli, c’era sempre Gullfoss. Quando il giovane si dichiarò, la ragazza disse che lo avrebbe sposato solo se avesse avuto il coraggio di attraversare il fiume per raggiungerla. E così il giovane fece, sfidando le rapide e la corrente. Giunto miracolosamente illeso a destinazione, la giovane mantenne la promessa e i due, finalmente, convolarono a nozze.

Gullfoss si trova lungo il Circolo d’Oro, il percorso non troppo distante da Reykjavík e dalla famosa Laguna Blu, che racchiude alcune delle tappe più sensazionali d’Islanda, prima fra tutti Þingvellir.  Si tratta di un parco nazionale attraversato da un’enorme spaccatura del terreno, in cui si dice si riuniva l’Althing, l’antico parlamento vichingo, e che pare essere nientemeno che la faglia creatasi a seguito dell’allontanamento della placca europea da quella nordamericana, a riprova della teoria della deriva dei continenti! Sempre lungo il Circolo d’Oro si trova anche Geysir – area ricca di sorgenti di acqua bollente, alcune attive e particolarmente scenografiche come il famoso Strokkur – e altre due bellissime cascate, Seljalandsfoss, visibile dall’interno grazie a un sentiero che porta dietro la cascata stessa e…

Skogafoss
E’ la cascata dei boschi. La leggenda che la riguarda è quella del ricco Þrasi che, avaro come pochi altri, quando giunse in punto di morte, decise di seppellire le sue ricchezze nel profondo specchio d’acqua sottostante Skogafoss. Il prezioso baule rimase lì secolo dopo secolo, con un lato ben visibile oltre la cortina d’acqua. In molti hanno tentato di recuperarlo, con l’unico risultato di mandarlo a fondo una volta per tutte. Di questi tentativi – e del baule – oggi non resta che la maniglia laterale, un anello conservato nel museo del Folklore di Skogar.

Skogafoss, altra tappa d’obbligo del Circolo d’Oro, si precipita con un getto di ben 60 metri e il suo tuffo lo si può osservare dall’alto. Basta salire la scalinata (circa 700 gradini) situata a destra della cascata e, in poco tempo, ti ritroverai proprio in cima al salto.

In Islanda ci sono diversi musei dedicati al folklore e alla cultura popolare. Oltre a quello di Skogar, ti consiglio di visitare quello di Glaumbær, che riproduce la vita all’interno delle fattorie di torba.

Godafoss
E’ la cascata degli dei e deve il suo nome al legislatore Þorgeirr, che promosse la conversione al cristianesimo con un gesto esemplare: rimosse le statue degli dei pagani dal tempio, le portò al fiume e le gettò nella cascata che, da allora, prese il suo nome attuale. Su Godafoss circolano però altre leggende: ad esempio, quella che vedeva nei tre getti principali la rappresentazione della sacra triade: Thor, Freyr e Odino, e quella sul fuorilegge Grettir Asmundarson, che ebbe il coraggio di calarsi nella grotta dietro la cascata per uccidere i malvagi giganti che la abitavano.

Godafoss non è troppo distante dal Krafla, un vulcano attivo situato a nord del lago Mývatn. I visitatori possono seguire un sentiero scavato in mezzo ai campi di lava, immergendosi in un paesaggio nero, lunare, venutosi a creare a seguito delle ripetute eruzioni vulcaniche, l’ultima negli anni ’80. La desolazione, ma anche la percezione della forza della natura, qui è assicurata.

Barnafoss
E’ la cascata dei bambini e fu così battezzata a seguito di una tragedia. Si dice che una donna molto ricca, prima di andare in chiesa, raccomandò ai suoi due figli di non allontanarsi dalla fattoria. I bimbi però disubbidirono e, giunti nei pressi delle rapide del fiume, decisero di attraversarle percorrendo lo stretto arco di pietra che le sovrastava. Si presero per mano e sembrava andare tutto bene, fino a che, arrivati a metà strada, guardarono il gorgo sotto di loro e persero l’equilibrio. Al suo ritorno, non vedendoli alla fattoria, la madre capì immediatamente cosa era successo e, accecata dal dolore, fece distruggere l’arco di pietra, in modo che più nessuno potesse varcarlo.

Vicinissima a Barnafoss e, a mio parere, molto più interessante, si trova Hraunfossar, la cascata di lava che, su di una lunghezza di circa un kilometro, si presenta come una miriade di rivoli sorgivi – alcuni importanti, altri più esili – i quali, dal campo lavico di Hallmundarhaun si gettano nel fiume glaciale sottostante.

 

Se ti interessano i miti legati all’Islanda, ti lascio il link a un libro molto molto carino da cui sono state tratte queste leggende; se invece vuoi organizzare un on the road in questa terra meravigliosa, allora leggi qui!

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