Raggiungere il Machu Picchu con il Camino Inca

Camino Inca consigli
Le andenes di Wiñay Wayna, lungo l'Inca Trail
Il modo più bello ed emozionante per vivere il Machu Picchu: arrivarci a piedi, attraversando Inti Punku, la Porta del Sole

Oggi abbiamo un treno da prendere. Un treno blu. Blu come il berretto di lana d’alpaca comprato sull’isola di Amantani, al lago Titicaca. Perchè siamo scesi di quota, ma al mattino fa ancora freddo. Ciononostante, proprio non riesco a starmene seduta nella sala d’attesa della piccola stazione di Ollantaytambo. Aspetto vicino ai binari, impaziente. Aspetto il treno che ci porterà a Machu Picchu.

Più del Salar de Uyuni, più di ogni altra tappa del nostro on the road, era lui il vero motivo del viaggio. La città perduta. Una delle sette meraviglie del mondo moderno. Prima di partire ci siamo chiesti più volte come visitarlo, come apprezzarlo al meglio. Perché, in fin dei conti, il Machu Picchu è un sito più piccolo di quanto ci si immagini: mezza giornata è più che sufficiente per girarselo per bene. PeruRail ti porta fino al paese di Aguas Calientes, dopodichè ti fai un tratto in navetta di circa 1h, scendi dal pullman e te lo trovi davanti. E fai quella foto, quella che hai visto ovunque, migliaia di volte. Questa, scattata dalla Casa del Guardiano:

Tutto lì? Un po’ triste, forse. Dovevamo trovare un’altra prospettiva. E soprattutto dovevamo trovare un’esperienza, un’avventura a cui legare un ricordo così prezioso. Mio marito, da buon alpinista, è sempre stato dell’idea che il modo migliore per godersi un posto è ‘conquistarlo’, guadagnarselo poco a poco. E se anni fa questo concetto mi sembrava assurdo – se ti ci portano proprio davanti, perché mai devi faticare per raggiungere la meta?!? – oggi capisco perfettamente cosa intende.

Abbiamo deciso di fermarci a Machu Picchu due giorni: il primo, ci saremmo arrivati a piedi, percorrendo l’ultimo tratto del famoso Camino Inca. Il secondo, saremmo invece saliti sul Huayna Picchu, per vedere le rovine dall’alto, in una prospettiva a 360° che pochi si concedono (e, una volta scesa da lassù, capisco il motivo!).

In questo post vi racconto il primo dei due trail e perché, secondo me, sono il modo più bello ed emozionante per vivere questo posto magico.

Percorrere il Camino Inca (versione short): cosa sapere prima di partire!
Va detto innanzitutto che il Camino Inca, o Inca Trail, è un percorso di 43km che parte dalla Valle Sacra, giunge fino a Inti Punku, la Porta del Sole, e poi scende a Machu Picchu. La pista che si batte oggi, gli scalini di pietra che si salgono, sono gli stessi calpestati dal popolo Inca secoli fa. Per percorrerlo in toto sono necessari 4-5 giorni, che prevedono l’accampamento in tenda e l’ausilio di porter; per chi ha meno tempo a disposizione – come noi – c’è però una versione più breve, che copre l’ultimo tratto del camino e che ti racconto qui di seguito.

Lunghezza:
13km
Dislivello: 600m circa
Difficoltà: media

Tempo di percorrenza: minimo 4h. E’ un percorso one way: una volta arrivato a Machu Picchu, tornerai in navetta ad Aguas Calientes per il pernottamento e visiterai le rovine il giorno seguente.

Posso percorrere l’Inca Trail in autonomia?
No, non puoi. E’ obbligatorio affidarsi a una guida autorizzata e, dunque, prenotare l’escursione anticipatamente (anche di parecchi mesi, essendo l’Inca Trail – tanto la versione ridotta quanto quella completa – uno dei trekking più gettonati al mondo). Incluso nel prezzo, solitamente, anche un packed lunch e la cena ad Aguas Calientes in un ristorante convenzionato.

Dove parte il Camino Inca (versione short)?
Come dicevo all’inizio del post, a Ollantaytambo, prendi il treno diretto a Machu Picchu. In fase di prenotazione, la tua agenzia si sarà preoccupata di richiedere per te un permesso speciale, quello per scendere al km 104 (o 106, dipende quale dei due è operativo). Non è una stazione vera e propria e solo chi mostra di essere in possesso delle credenziali può scendervi: è qui che si trova Chachabamba, l’inizio del Camino. Ad attenderti, ci sarà la tua guida (Elvis per noi!). Se non ti sei portato i bastoni da trekking, ti consiglio di affittarli: ti torneranno utilissimi.

Cosa vedrò lungo l’Inca Trail? 
La prima parte del tracciato segue esattamente lo stesso percorso del treno. Un passo dopo l’altro, si sale. Ma non troppo velocemente, mi raccomando! L’altitudine potrebbe creare più affanno del solito, anche se siamo ad alture molto minori rispetto a quelle boliviane o al Titicaca: Machu Picchu si trova ad appena 2400m, più o meno come Arequipa!

Il paesaggio andino è stupendo: in maggio la natura è in pieno rigoglio, lungo il sentiero spuntano fiori selvatici dai colori accesi che contrastano con il verde scurissimo delle foreste che ricoprono le vette (e, cosa molto importante, non abbiamo incontrato mosquitos)! Più o meno a metà percorso, dopo circa 7km di marcia e un numero indefinito di sorsate di sali minerali, quadretti di cioccolato e barrette di kiwicha (power food peruviano), si arriva a uno dei punti più spettacolari, le rovine di Wiñay Wayna, parola quechua che significa ‘per sempre giovane’.

Conosciuto come il piccolo Machu Picchu, questo sito è forse il più caro ai peruviani, perché riportato alla luce da un connazionale e perché, data la sua ubicazione, è sicuramente meno battuto e, di conseguenza, meno ‘commerciale’ del suo fratello maggiore. Magnifiche le terrazze (andenes), un tempo coltivate, e i resti della cittadella di pietra, visitabile da chiunque abbia voglia di scendere (e poi risalire!) i gradini che ad essa conducono.

Ancora una manciata di km, una scalinata che metterà alla prova la nostra resistenza fisica e poi, finalmente, il vero highlight del trail: Inti Punku, la Porta del Sole. E’ la tappa più alta del percorso (2700m) e, sicuramente la più emozionante. Con il sudore sulla fronte, le gambe che tremano un po’, i polsi indolenziti a forza di stringere le racchette, eccolo, lo si vede per la prima volta. Da qui, da lontano. Il Machu Picchu. Ha una forma strana che non riconosciamo immediatamente, che non associamo subito a quella immagine tanto famosa.  E’ lì da secoli, protetto e abbellito da un corona di montagne. Il cuore batte forte: una potenza e un’emozione che sinora avevo provato solo all’approssimarsi di Uluru. Per raggiungerlo ne manca ancora di strada, ma d’ora in poi sarà tutta in discesa. E non solo letteralmente.

Il Machu Picchu è laggiù e sì, mentre lo vediamo avvicinarsi, abbiamo la sensazione di essercelo conquistati, almeno un po’. A breve arriveremo alla Casa del Guardiano dove, finalmente, scatteremo anche noi la celebre foto, dietro alla quale, però, c’è tutta una storia da raccontare.

E il Huayna Picchu? Te ne parlo qui, in un post che promette brividi!

Qualcuno di voi ha fatto il Camino Inca per intero?
Com’è stata la vostra esperienza? Raccontatemela qui sotto!

Join the Conversation

3 Comments

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

  1. says: Franco

    Ciao,io andrò a novembre per il mio 50esimo compleanno.
    Posso chiederti con quale agenzianl’hai fatto ed il costo.
    Grazie per aver condiviso questa tua bellissima esperienza.
    Franco

  2. says: CINZIA ODORIZZI

    Ciao, grazie mille per il tuo racconto. Io partirò a fine maggio con mio marito e faremo anche noi l’inca trail di 2 giorni. Posso chiederti se ci sono tratti scoperti? soffro un pò di vertigini e mi hanno detto di no, ma ho visto in internet delle foto che non mi tranquillizzano ma non so bene se sono del trail o di altro.

    1. says: Cris

      Ciao Cinzia,
      che ricordi io non ci sono tratti particolarmente scoperti. Niente di paragonabile al Huayna Picchu almeno!