E’ una delle sette meraviglie del mondo moderno. Ed è anche uno dei misteri irrisolti più grandi di sempre. Dall’aspetto tetro e imponente, il Machu Picchu, ha affascinato nel corso degli anni non solo i turisti ma anche storici e archeologi che, per cercare di svelarne l’enigma, hanno fatto appello a teorie al limite del verosimile.
Ma tranquillo, in questo post non vado a scomodare gli extraterrestri: ti presento invece una serie di fatti curiosi – alcuni anche di natura molto pratica – di cui sono venuta a conoscenza proprio mentre mi trovavo sul sito. Vediamo se ne hai già sentito parlare!
#1: Lo scopritore di Machu Picchu ha ispirato il personaggio di Indiana Jones
Ok, non è un fatto provato. Ma se è vero che Indiana Jones è stato creato traendo ispirazione da più figure storiche, Hiram Bingham è sicuramente una di esse. Professore di storia laureato a Yale, Bingham aveva il pallino per l’avventura e agli inizi del 1900 organizzò una spedizione in Perù sulle tracce dell’arca – ops, della città – perduta.
#2: Trovare Machu Picchu non era nei piani
Di Machu Picchu si ignorava l’esistenza: la città perduta che Bingham e compagni cercavano era in realtà Vilcabamba, dove gli indigeni ripararono a seguito dell’invasione spagnola. Perché la cercavano? Perchè sai mai fosse El Dorado, la città dove gli Inca nascosero il loro tesoro che, tra parentesi, non è mai stato trovato. Vilcabamba invece sì – e di nuovo grazie a Bingham – ma, in confronto a Machu Picchu, non era poi questo granchè.
#3: Nessuno sa il suo scopo (né il suo vero nome)
Machu Picchu significa semplicemente ‘montagna vecchia’ in quechua: nessuno conosce il nome originale né l’effettiva funzione della cittadella. Cosa sappiamo allora? Che il sito comprende più di 200 edifici tra templi e abitazioni. Che le terrazze erano coltivate. Che venne abbandonato di colpo per causa ignota (Gli spagnoli? Un’epidemia?) e che, successivamente, venne inghiottito dalla foresta, dove sparì per oltre 400 anni. Non possiamo che fare congetture: potrebbe essere stato un luogo di pellegrinaggio, una fortezza militare, un tempio dedicato a Inti, il Dio Sole, o addirittura il luogo di villeggiatura della famiglia imperiale.
#4: L’Inca Trail è anche… una maratona
Eh già! Se gli hikers ci mettono dai 4 ai 5 giorni per finirlo… c’è chi riesce a fare tutti i 42 km in un giorno solo, anzi meno: il record è sotto le quattro ore! L’Incathon – o Inca Trail Marathon – prevede naturalmente uno sforzo non indifferente, dovuto non solo alle condizioni del percorso ma anche e soprattutto al dislivello e all’altitudine. Io mi sono accontentata di farmi in tutta calma gli ultimi 13km del Camino Inca.
#5: Puoi farti timbrare il passaporto
In un chiosco davanti alla fermata delle navette troverai il timbro. Ci sono svariati luoghi in Perù che offrono questa possibilità – persino le isole Uros sul Lago Titicaca – ma questo è l’unico che ho ritenuto importante: preferisco non sprecare troppo spazio 😉
#6: Le pietre di Machu Picchu… ballano
Della straordinaria perizia architettonica degli Inca, avevo già parlato qui. Le pietre che formano i muri sembrano essere saldate insieme, mentre in realtà non c’è traccia di malta o di cemento. Come riuscivano a farle combaciare in modo così perfetto, tanto che nemmeno la punta di un coltello riesce ad infilarsi negli interstizi tra una e l’altra? Mistero. Soprattutto se consideriamo il fatto che gli Inca non conoscevano la ruota (e quindi come hanno trasportato blocchi di tonnellate di peso?) né l’acciaio o altri metalli duri (e allora come le tagliavano?).
La cosa più sorprendente, però, è che come tutti sanno il Perù è un Paese altamente sismico e se gli edifici non fossero stati costruiti a regola d’arte, ora non ci sarebbe più niente. E invece il Machu Picchu è lì da secoli. Il segreto? Forse sta nelle sue fondamenta: circa il 60% del sito è infatti sotto terra e ciò che vediamo è la classica punta dell’iceberg. O forse sta nelle sue pietre ballerine che, durante i terremoti, si dice si sollevino, rimbalzino e poi… ricadano esattamente al loro posto.
#7: Del Machu Picchu puoi avere un’esperienza veramente brutta.
Perchè molte, moltissime cose possono andare storte. Te ne dico tre.
La prima: il meteo. Siamo nel bel mezzo della foresta pluviale e il tempo, il più delle volte, è inclemente. Ma non si tratta solo della pioggia: la vera insidia è la nebbia che può arrivare a coprire il panorama parzialmente quando non del tutto (in questo caso, invece di sproloquiare come Inti comanda, si suol dire che “la scena è ancora più drammatica”: onestamente, a me, una visuale grigia o, peggio ancora, ostruita fa incazzare e basta. Non tutti sono del mio parere ma, come ho sempre detto, considero i viaggi con brutto tempo viaggi sprecati). Certo, il cielo non lo puoi prevedere, ma magari puoi evitare di andare in Perù in determinati mesi. Ah, ricorda che acqua e vegetazione portano con sé una grande piaga: i mosquitos. Il combo pioggia + zanzare è ahimè una realtà, metti il repellente nello zaino.
La seconda: la gente. Machu Picchu, alla fin fine, non è un sito enorme. E’ chiaro che più turisti ci sono, meno te lo godi, meno lo senti. E’ possibile evitare le folle? Sì, lasciando perdere i mesi di luglio e agosto innanzitutto e, in secondo luogo, cercando di visitare il sito di prima (primissima) mattina. I primi bus partono da Aguas Calientes intorno alle 6 e, per avere una chance di salirvi, devi essere già in coda alla fermata alle 4/4.30. Lo so, lo so: che sonno e che palle. Fidati però che ne vale la pena, perchè a quell’ora troverai Machu Picchu quasi deserto e potrai vedere in tutta tranquillità i primi raggi del sole che illuminano il Huayna o che risplendono nel Tempio delle Tres Ventanas (se non piove o c’è nebbia, ovvio!). E poi, diciamocelo: le foto con le code di gitanti in stile Musei Vaticani sono proprio brutte, no?
La terza: le vertigini. Questo non è un luogo adatto a chi ne soffre, purtroppo. Arrivarci in navetta è già tutto un programma, in quanto ci si inerpica su per i tornanti, spesso esposti al vuoto. Non solo. anche all’interno del sito stesso, alcune aree non sono esattamente l’ideale: se sei soggetto ai capogiri potresti avere qualche problema.
#8: C’è un ‘posto dove si lega il sole’
E’ proprio questo il significato letterale di Intihuatana, la grossa pietra che, durante gli equinozi (21 di marzo e 21 di settembre) fa un qualcosa di straordinario. In questi due giorni, il sole si innalza fino a trovarsi proprio in corrispondenza del pilastro posto in cima ad Intihuatana, il quale… non proiettata alcuna ombra. Com’è possibile? Costruendo tale pilastro con la stessa inclinazione dei raggi solari che lo colpiscono nel momento in cui il sole raggiunge la sua massima altezza in cielo. Una roba insomma che pare un problema di fisica: del resto era necessaria una conoscenza astrologica e matematica non da poco per ottenere tale risultato! E’ in questo preciso momento che Inti, il Dio Sole, si ‘siede’ (o viene legato) a Intihuatana che, a ben vedere, ha proprio la forma di un trono o di un altare. Pazzesco eh?
L’allineamento con gli equinozi è però l’unica cosa certa che sappiamo su questa pietra prodigiosa: il resto sono illazioni. Era una pietra sacrificale? E se sì, i sacrifici erano anche umani? Nella sezione di Machu Picchu denominata Acllahuasi, si dice vivessero le Vergini del Sole, un gruppo di fanciulle selezionate come vestali (e secondo alcune scuole di pensiero, offerte a Inti). Intihuatana ha forse una connessione con El Torreón, il Tempio del Sole eretto proprio nelle sue vicinanze, dove si dice riposassero le mummie degli imperatori inca? E a cosa servivano le dentellature sulla pietra?
Oggi Intihuatana conserva la sua sacralità; non la si può toccare, ma sono tanti coloro che tendono le mani verso di essa per assorbirne l’energia.
#9: Il Machu Picchu ha la forma di un condor
In quanto ad architettura, gli Inca non lasciavano nulla al caso. Parecchi siti sono stati costruiti dando loro forme particolari: se ti ricordi, ad esempio, ti avevo raccontato della fortezza di Ollantaytambo, nel Valle Sagrado, che ricalca la forma di un lama adulto.
Ma torniamo al Machu Picchu: perché proprio un condor? Per rispondere a questa domanda è necessario un brevissimo cenno alla cosmologia andina. Gli inca credevano nell’esistenza di tre mondi: Hanan Pacha, il mondo di sopra, che rappresenta le divinità celesti e la vita spirituale; Kay Pacha, il mondo in superficie (uomini, piante, animali), che è la vita materiale e, infine, Uku Pacha, il mondo di sotto, che rappresenta la morte ma anche la saggezza o il mondo interiore. Ciascun piano è raffigurato da un animale, rispettivamente: il condor, messaggero del cielo; il puma e il serpente. E se Machu Picchu ha la forma di un condor, Cusco, antica capitale dell’impero, ha la forma di un puma, mentre le spire del serpente sono le anse del fiume Urubamba, che scorre nella Valle Sacra.
Il punto migliore per vedere il Machu Picchu dall’alto e prendere atto (con un po’ di fantasia) della sua forma è salire in cima al Huayna Picchu: ne ho parlato qui. Se invece ti interessa vedere dei veri condor, qui ti dico dove puoi farlo.
#10: A Machu Picchu vivono i lama, per davvero
Abitano qui sin dal tempo degli Inca, che li utilizzavano soprattutto per ricavarne lana e… come fertilizzante per le terrazze di mais. Oggi non si coltiva più nulla su queste andenes, ma i lama continuano a popolare la zona, anzi, sono gli unici che hanno il privilegio di entrare nella Plaza Principal, che i turisti osservano solo camminando lungo il perimetro e che, anticamente, pare fosse riservata ai cerimoniali. I lama si lasciano tranquillamente avvicinare dalle persone, ma attenzione: sono animali molto suscettibili e vigili (ci sono anche i lama da guardia sai?) e… lo sputo è sempre pronto. Quello qui sotto in realtà non l’ho fotografato a Machu Picchu ma… si vede lo sguardo minaccioso?!?
E tu sai altre curiosità? Scrivimele qui sotto!
Un viaggio da sogno che noi tutti vorremmo fare. Grazie per questa condivisione così spettacolare. Al prossimo post 🙂
Un viaggio bellissimo. Belle foto. Tante notizie interessanti. Piacere di rileggerti al prossimo post. Ciao.
Mi registrerò quanto prima appena riesco a capire come fare. Chiedere info a mia nipote Gin.
Ma grazie Rosanna, benvenuta!