Conosci le Langhe? Poggi e colline, vigneti e borghi medievali, castelli e pievi, ottima cucina e vini profumati: le Langhe sono decisamente la zona più affascinante del Piemonte e non solo da un punto di vista paesaggistico. Qui di seguito ti propongo un mini tour ideale per un fine settimana, che tocca alcuni tra i più noti centri abitati della Bassa Langa, da Neive a Barolo.
Neive
Prima di entrare in questa cittadina, goditi il percorso che ad essa ti porta: seguendo il dolce profilo delle colline, coltivate a filari ordinati che si estendono a perdita d’occhio, avrai una perfetta visione d’insieme della regione. Neive, la vedi per la prima volta da lontano: un minuscolo borgo – che arriva a malapena a 3000 abitanti – arroccato su di un poggio stretto intorno all’antico ricetto. Questa è ‘Neive alta’, la parte medievale della città; quella più nuova si trova ai suoi piedi. A causa della sua posizione e della sua bellezza delicata, Neive ha sempre incontrato il favore dell’uomo: scelta come residenza dall’alta borghesia di un tempo – i signorotti locali – , oggi è stata inserita dall’ANCI nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Stradine in salita, osterie alla mano che servono acciughe al verde e vitello tonnato, una casa ricoperta d’edera in mezzo a cui si aprono tante finestre dalle persiane rosa. Dimore signorili, comignoli rossi come le foglie della vendemmia, arcate, balconi in ferro battuto e, naturalmente, tante cantine: è in questa zona che vengono prodotti ben 4 vini, Moscato, Dolcetto, Barbera e Barbaresco. Neive è tutta da scoprire e rigorosamente a piedi!

Da Barbaresco a San Cassiano
E’ sufficiente scollinare appena e arriviamo a Barbaresco, all’ombra della sua antica torre medievale, situata al fondo della via principale, Via Torino. Una volta qui, non puoi esimerti dall’assaggiare il vino omonimo: prodotto con vitigno nebbiolo, il Barbaresco DOCG, assume questo nome solo dopo un invecchiamento non inferiore ai due anni. Oltre al Barbaresco, in questa cittadina ci piace molto la Barbera Superiore della Cantina Boffa. Assaggiala, se hai tempo!
Ora puoi proseguire per Alba, la “città delle cento torri” (oggi non più così tante ma sicuramente numerose!) e capitale del pregiato tartufo bianco. Passeggia sotto i portici, fermati ad ammirare l’imponente Duomo – dall’esterno rosa e dai soffitti celesti – e magari, fai una pazzia e vai a pranzo a Piazza Duomo, ristorante tre stelle Michelin con cucina a firma di Enrico Crippa. Una curiosità: appena fuori Alba trovi l’orto e la serra dello chef, dove crescono circa 500 varietà tra ortaggi, fiori commestibili ed erbe aromatiche utilizzate per realizzare i piatti del Piazza Duomo: belli da vedere, freschissimi e indimenticabili al palato.
Dopo Alba, la nostra prossima tappa è San Cassiano. Qui puoi visitare una delle cantine della famiglia Ceretto, etichetta tra le più importanti del Piemonte: da vedere, il famoso Acino, una installazione leggera e trasparente come una bolla – o un acino d’uva – che si affaccia sui vigneti. Concepito come uno spazio da dedicare alla degustazione e agli eventi, l’Acino è un’aggiunta preziosa e moderna all’antico casolare della tenuta Monsordo-Bernardina e mostra la voglia di combinare tradizione e innovazione, tipicamente langarola. Oltre ad assaggiare qualche vino rosso o un moscato, qui a San Cassiano ti consiglio di fare una visita al negozio Relanghe, dove potrai acquistare svariati prodotti di pasticceria realizzati con la Nocciola Piemonte IGP: morbide torte da servire con zabaglione caldo, salami di cioccolato oppure un più classico torrone.

La Morra e Barolo
E’ giunto ora il momento di salire in terrazza, ma mica una qualsiasi. Saliamo alla terrazza delle Langhe, ossia alla cittadina di La Morra. Situata a 500m d’altitudine, La Morra offre nella sua piazza Castello uno dei belvedere più famosi della regione, con una vista superba e a 360° sulle Langhe e sulle Alpi retrostanti!
Se sei a La Morra non perderti la piccola cappella della Madonna delle Grazie, conosciuta anche come Cappella del Barolo. Impossibile non notarla, ai più conservatori non piace. Perché è un pugno in un occhio, uno splash di colore che, con quel paesaggio perfetto, con i filari d’uva e la vendemmia, non c’entra niente. Ma, come già l’acino, è una di quelle installazioni audaci e futuristiche che rendono le Langhe tanto particolari. La Madonna delle Grazie è una chiesetta mai consacrata, costruita all’inizio del secolo scorso come riparo per i braccianti in caso di acquazzoni o grandinate improvvise. Acquistata dalla già citata famiglia Ceretto, è poi stata dipinta e rimessa a nuovo da due artisti contemporanei, Sol LeWitt e David Tremlett e… a me piace molto. E’ innegabile, con il paesaggio circostante non c’entra nulla ma credo sia perfetta lì dove sta. Tra l’altro, proprio accanto, si trova un antico rudere dal tetto sfondato, il portone di legno, le finestre rotte: un accostamento non voluto che però sottolinea il contrasto – affascinante – tra vecchio e nuovo.

Ultima tappa del nostro itinerario è Barolo, paese del vino omonimo, un vino impegnativo, dal bouquet olfattivo molto complesso che, per dare il meglio di sé, può richiedere fino a 30 anni di invecchiamento. E’ il mio rosso italiano preferito. Uno dei produttori più noti è Giuseppe Rinaldi (ricordati Giuseppe, che di Rinaldi in Langa ce ne sono diversi), scomparso a settembre 2018. Lo chiamavano il ‘Citrico’, per i suoi giudizi taglienti. Io lo ricordo come un personaggio un po’ burbero che, nella sua cantina, ci aveva offerto su di un tavolaccio del salame – che io non mangio e quindi mi aveva guardata un po’ male – e un bicchiere di Freisa e che poi si era messo a parlare di Queneau e dei suoi Esercizi di stile. Casualmente, avevo finito di leggerlo poche settimane prima e… fu così che recuperai i punti persi per aver rifiutato l’insaccato.
Tralasciando per un attimo le aziende vinicole, va detto che anche la cittadina di Barolo in sè non è affatto male. Se ti capita di andarci in estate, tieni d’occhio il calendario: tra giugno e luglio, da ormai parecchi anni, ha luogo Collisioni, un evento che prevede svariati appuntamenti culturali e musicali. Un’edizione dopo l’altra, giusto per citare qualche nome, Collisioni ha ospitato Sting, Robbie Williams e Bob Dylan; io invece ero andata a sentire i Deep Purple.
Quando andare
Questo è un itinerario che puoi spalmare su di un weekend nel modo che preferisci e adattarlo alle tue esigenze: da Neive a Barolo, passando per le tappe elencate, sono appena 50 km, per cui puoi aggiungere le tappe che vuoi o permetterti di dedicare ore e ore al wine tasting (cosa che consiglio!). Per un percorso enogastronomico, le Langhe sono ottime in ogni stagione (anche se il tartufo bianco – non nero, per carità! – lo trovi solo in autunno inoltrato/inverno), mentre dal punto di vista paesaggistico, i periodi migliori sono l’estate – verdissima e perfetta per lunghe passeggiate in bicicletta – e, ancor di più l’autunno, quando le colline si colorano. A seconda dell’esposizione al sole, le foglie di vite assumono un sacco di tonalità, dal giallo all’arancio, dal rosso al viola in uno stupendo foliage tutto italiano.
Ora che hai l’itinerario non ti resta che trovare qualche posticino carino dove mangiare: l’enogastronomia è un tratto davvero caratteristico delle Langhe, dunque non perderti un buon piatto di tajarin o di brasato. Qui trovi i miei ristoranti preferiti e collaudati più volte.
Fammi sapere!
PS: Se ti piacciono i tour enogastronomici ti consiglio di leggere anche questo post relativo alla wine route in Sudafrica e quest’altro dedicato alla Barossa Valley in Australia.
L’articolo descrive molto bene le Langhe, un territorio veramente affascinante. Partendo da Barbaresco sei arrivato fino a Barolo, i due estremi della Bassa Langa.
Aggiungerei anche le Panchine Giganti che oramai sono diventate tappe fisse per godere dei panorami infiniti.
Ultimo punto suggerisco un bel tour in eMTB per visitare le Langhe pedalando attraverso le vigne, noccioleti e sentieri.
Paolo
Un tuffo nel passato! Mio marito ha abitato un anno a Torino e facevo la spola da Milano. Un weekend lo abbiamo dedicato a questo giro on the road ed è stato davvero fantastico! Bello riviverlo tra le tue tappe!
Devo ammettere che pur essendo di Milano il Piemonte l’ho sempre snobbato un po’ ma con questo post mi hai fatto venire voglia di scoprirlo di più!
Per me la stagione delle Langhe è l’autunno. L’anno scorso ero lì a inizio ottobre, in uno di quegli ultimi week-end caldi ma già pieni di colori accesi. Una meraviglia.
Ciao, complimenti per il blog, mi piace davvero molto.
Riguardo a questo post, bellissime le immagini e anche le descrizioni e i consigli.
Ci sono stata lo scorso anno ma mi piacerebbe tornarci.
Vow! Io sono piemontese, di Biella (ora vivo da anni nelle Marche) ma sai che non conosco per niente questa zona del Piemonte? Spero un giorno di poter tornare su e dedicare un weekend alla perlustrazione di questa zona. Mi incuriosisce il negozio che hai citato che utilizza le nocciole x tanti tipi di dolci. Che languorino😋😋😋
Ciao Cris, il ristorante Piazza Duomo ad Alba non lo conoscevo e l’idea dell’orto poco distante con 500 tipi di colture diverse è pazzesco! Io a Barbaresco ti consiglio anche il ristorante Rabaja!