Di Santa Fe, ricordavo le case arancioni e quell’atmosfera da far west. Ricordavo i peperoncini rossi appesi più o meno ovunque – alle travi di legno, ai lampioni, all’ingresso dei ristoranti – l’aria calda e le passeggiate sotto i porticati. Un sorso di una coca cola ghiacciata e jalapeños piccanti su una pizza che non era proprio una pizza. Un turchese sfiorato e mai comprato sotto gli occhi fieri di un grosso indiano con le trecce. Era il 2005 e, del fatto che Santa Fe fosse una città diversa dalle altre, me ne ero accorta subito, anche se quella era la prima volta che mettevo piede negli USA.
Ci sono tornata quest’anno, nel 2019. Ho letto da qualche parte che la chiamano the city different e mai soprannome fu più appropriato. Appena 70.000 abitanti, non afosa quanto l’Arizona né umida quanto il Texas. Santa Fe, capitale del deserto a oltre 2000 metri d’altezza, ha una bellezza tutta sua, un fascino speciale: un po’ latino, un po’ nativo e un po’, naturalmente, a stelle e strisce. Ecco 10 esperienze da fare in questa città, a cui vale la pena dedicare almeno due giorni, non fosse che per respirare quell’aria così particolare che la contraddistingue.
#1 – Esplorare l’old town
Che poi coincide con downtown, ossia il cuore della città. Niente grattacieli, niente traffico, niente calca di pedoni sui marciapiedi. Niente a che vedere con i tipici insediamenti americani, a cominciare dall’architettura: tutti gli edifici di Santa Fe sono in adobe, il mix di argilla, sabbia e paglia utilizzato dai pueblos, i popoli che abitavano anticamente quest’area del New Mexico. Il risultato? Un centro storico dai toni caldi, rosa e arancio, spezzato dal vivace rosso di grappoli di peperoncini appesi a seccare al sole, e case dai profili morbidi, che non gareggiano in altezza, ma lasciano posto al cielo azzurro. All’orizzonte, il profilo delle Sangre de Cristo Mountains, la catena che circonda la città e che, al sorgere e al calar del sole, regala sfumature pastello che si intonano perfettamente con gli edifici. Santa Fe è così diversa da tutto ciò a cui sei abituato, eppure, ti fa sentire subito bene, ti fa sentire subito a casa.
#2 – Osservare la movida della Plaza sorseggiando una birra artigianale
E’ la Plaza, un piccolo polmone verde, il cuore della old town. Sulla Plaza si affacciano vari edifici in stile coloniale, molti dei quali sono stati trasformati in ristoranti e locali da aperitivo: prendi posto in terrazza, magari al Draft Station, che offre una selezione di birre artigianali prodotte proprio in New Mexico (io ho assaggiato la Blue Corn Roadrunner, amarognola con note di ananas) e goditi la movida.
Vera e propria vetrina della città, la Plaza è un palcoscenico per personaggi più o meno stravaganti: centauri in Harley e appassionati di auto d’epoca, magari alla guida di ingombranti Chevrolet azzurre, non mancheranno di girare intorno al parco più e più volte, solo per il gusto di farlo, solo per dare nell’occhio!
#3 – Scoprire il lato religioso della città
Il New Mexico è uno stato molto devoto e, in quel di Santa Fe, sono due le chiese che attireranno la tua attenzione. La prima è la Cattedrale di San Francesco d’Assisi, a due passi dalla Plaza e dall’Old Town. Al suo interno risiede la più antica Madonna del Nord America, la Conquistadora (1625), traghettata in New Mexico dai conquistadores spagnoli. Altrettanto degna di nota è la statua posta all’esterno della chiesa, proprio di fronte all’ingresso: si tratta di Kateri Tekakwitha, la prima nativa americana – era figlia di un capo Mohawk – ad essere stata santificata dalla chiesa cattolica. Vestita del suo costume tipico e adornata di turchesi, stringe tra le mani un rosario.
Gotica e più piccina, è invece la Loretto Chapel con la sua Miraculous Staircase, una scala a spirale in legno risalente al 1877. Cos’ha di prodigioso? Il fatto che non ci siano chiodi o perni alcuni a sostenerla: chi l’ha costruita l’ha fatto con tecniche assolutamente innovative per l’epoca e non ha voluto ricompense per il suo lavoro; così come era venuto, da un giorno all’altro se ne è andato lasciando ignota la sua identità. Alcuni sostengono fosse San Giuseppe in persona, santo patrono dei falegnami e falegname egli stesso.
#4 – Curiosare tra le gallerie d’arte di Canyon Road
Seguendo East Alameda Street, ci si trova in poco tempo fuori dal centro città. E’ qui che comincia Canyon Road, un tratto di circa mezzo miglio dove, una dopo l’altra, si susseguono boutique e gallerie d’arte moderna, per un totale di circa un centinaio di laboratori (sui 250 che si trovano a Santa Fe). Installazioni leggere che sfruttano il vento, dipinti futuristici, pesanti sculture in marmo, tele che riproducono le struggenti sfumature dei cieli del New Mexico, totem colorati e capi indiani in bronzo panciuti oppure magrissimi: oggi, su quello che un tempo era un sentiero battuto dai nativi, puoi respirare forza e creatività alimentate da un passato mai dimenticato.
#5 – Visitare uno dei musei di Museum Hill
Sebbene tu possa trovare svariati musei già in centro città, ti consiglio di visitarne almeno uno tra quelli proposti su Museum Hill, una collina poco fuori città dove troverai, oltre alla galleria di Georgia O’Keeffe, grande pittrice americana scomparsa proprio a Santa Fe negli anni ’80 (guarda qui le sue tele, di sicuro riconoscerai il suo stile se il nome non ti dice nulla), altri tre musei d’eccezione.
Poichè gli Indiani d’America sono un popolo che mi emoziona sempre moltissimo e più di ogni altro – uno dei miei sogni è quello di visitare i luoghi di Cavallo Pazzo – ho optato per il Museum of Indian Arts and Culture. Tra i tanti manufatti e oggetti esposti, il pezzo forte è sicuramente un gigantesco tappeto tessuto a mano dalle donne native: la sua trama, con i suoi colori, forme e geometrie, racconta una storia di lacrime, di deportazione. Di quando, a metà ‘800, i Navajo intrapresero la Long Walk (Hweeldi), obbligati dal governo americano ad abbandonare i pascoli dell’Arizona per il più arido Nuovo Messico.
#6 – Passeggiare nel quartiere di Analco
Si trova sulla strada che conduce a Canyon Road: si tratta di Analco, quartiere storico della città, a sud del fiume Santa Fe. Oggi è un’area per lo più residenziale che, però, preserva alcuni degli edifici più antichi della capitale. Ad esempio, al 215 di East De Vargas St, sorge the oldest house in the United States, una costruzione in adobe eretta sui resti di un antico pueblo indiano, abitato tra il 1200 e il 1435. E, forse ancor più interessante, la Saint Miguel Chapel (al 314 di Delgado St.), una chiesetta sempre in adobe costruita a inizio del 1600 su richiesta dei frati francescani.
#7 – Mangiare la miglior enchilada di sempre
Quella di influenza latino americana, piccante al punto giusto o anche piccantissima, è la mia cucina preferita al mondo. Enchiladas, burritos, tacos, fajitas e tanto chili: qui in New Mexico i piatti, così come i ristoranti, si riempiono di colori accesi, primo fra tutti quello del peperoncino. A Sante Fe ti consiglio l’ottimo ristorante La Plazuela, situato dentro l’hotel La Fonda. Un ambiente piacevolissimo, che ricrea un patio spagnoleggiante con tanto di fontana centrale: nei nostri cuori rimarrà colui che abbiamo battezzato ‘Il Signor Guacamole’, uno chef che ti prepara la preziosa salsa verde proprio sotto i tuoi occhi. Arriva con il suo carrello, ti chiede se lo preferisci più o meno hot, apre gli avocado, mescola, pesta, rimescola e… crea il guacamole più buono (e fresco) del mondo. E’ anche un locale perfetto per una cena romantica: la coppia vicino a noi festeggiava niente meno che… 50 anni di matrimonio! Lui lo sguardo un po’ spento, lei bellissima con un caschetto argento e un vestito a campana, rosso. Aveva stappato una bottiglia di champagne per festeggiare, anche se il marito non beveva più da tempo: ha chiesto a noi due di brindare con lei.
#8 – Dormire in un hotel storico
Santa Fe è una città ricchissima di hotel storici che raccontano il passato della città e del New Mexico: è un peccato dunque optare per motel e catene alberghiere anonime! Tra le varie opzioni, il La Fonda, l’hotel più chic della città (in cui ha dormito anche JF Kennedy), che narra un passato di soldati, cercatori d’oro e giocatori d’azzardo sin dai tempi della guerra civile; il Chimayò, che celebra questa antica civiltà distintiva del Nuovo Messico e il St. Francis, il boutique hotel che abbiamo scelto noi. Centralissimo, il St. Francis rivisita in chiave contemporanea lo stile dei primi coloni missionari francescani – che si insediarono qui a inizio ‘600 -, proponendo ambienti bianchi, puliti e opere e mobili in legno fabbricati da artisti e falegnami locali. Bellissima la hall: un camino, ceri accesi, candelabri in ferro battuto e il grande fonte battesimale in pietra proprio al centro.
#9 – Fare shopping
Santa Fe è un crocevia di culture anche per quanto riguarda lo shopping! Se i nativi americani ti affascinano puoi acquistare prodotti di artigianato locale e gioielli in argento e turchese realizzati a mano. Oltre che in negozio, ne trovi un’ampia selezione nel mercato che si tiene giornalmente sul lato nord della Plaza, sotto i porticati del Palace of Governors: attenzione, non pensare siano le solite cianfrusaglie per turisti; alcuni di questi manufatti costano anche svariate centinaia di dollari!
Se i gioielli non ti interessano ma ami le tradizioni e le leggende legate a questo popolo, potresti invece pensare di regalarti un più economico acchiappasogni (dreamcatcher) che, sebbene associato più che altro alle tribù del Nord America – Lakota e Cheyenne – è ormai molto diffuso anche qui. Appendilo sul letto: la sua rete catturerà i tuoi incubi e li intrappolerà fino al mattino successivo, quando i primi raggi del sole li bruceranno affinchè non disturbino mai più il tuo sonno. Più vicini al New Mexico sono invece i Navajo: svariate statuine e oggetti raffigurano il Cocopelli, spirito guida della tribù, simbolo di felicità e fertilità. Accompagnato da un briciolo di follia, sempre rappresentato con i capelli (o le piume?) al vento, suona come un pazzo il suo flauto che, ehm, alcuni sostengono non essere un flauto ma… insomma è il Dio della fertilità, in fin dei conti (!).
Se le divinità pagane non ti convincono, rimani su quelle cattoliche: retaggio dell’epoca coloniale sono i coloratissimi retablos, tavolette in legno dipinte a mano e di varie dimensioni, che recano da un lato l’immagine di un santo protettore e dall’altro la preghiera a lui dedicata. Noi abbiamo comprato quella di San Cristobal, protettore dei viaggiatori. La religione non ti attira? Proviamo allora con qualcos’altro, ad esempio… le spa: ti piacciono? Per motivi di tempo non ho potuto provarle personalmente ma pare che a Santa Fe ce ne siano di spettacolari: ecco perché parecchi negozi vendono profumatissimi saponi fatti a mano, scrub, oli da massaggio etc. E se ancora non hai trovato un souvenir di tuo gusto… bhè, entra in un negozio da cowboy e procurati cappello, stivali e cinturone!
#10 – Cercare la Route66
E’ essenzialmente il motivo per cui siamo qui: stiamo percorrendo la vecchia Route66, da Chicago a Los Angeles. Il tempo ha parzialmente cancellato le sue tracce ma, in alcuni punti, è ancora possibile guidare lungo i tratti originali del percorso. In New Mexico, la Mother Road confonde ulteriormente il viaggiatore, in quanto, poco dopo la cittadina di Santa Rosa, la strada si biforca prendendo due direzioni diverse. La prima, diretta a nord, segue il cosiddetto Santa Fe Loop, il tracciato in uso fino agli anni ’30 che, appunto, passa per la city different. La seconda, che entrò in vigore solo dopo il 1937, esclude invece Santa Fe tirando dritta ad Albuquerque, dove i due percorsi torneranno poi ad unirsi. Certo, la seconda opzione è più veloce ma, come avrai capito leggendo questo articolo, non c’è storia: percorrere la Route66 senza passare in una città come Santa Fe… è ridicolo, non credi?
Se riesci a dedicare a Santa Fe più di due giorni puoi sbizzarrirti: qui intorno ci sono svariati percorsi naturalistici, splendide gite giornaliere da organizzare in antichi pueblos indiani (come Taos) e, se capiti in inverno, potresti anche pensare di mettere gli sci ai piedi!