Cosa vedere a Muscat, tra ordinario e straordinario

cosa vedere a Muscat
Al Rasool Al Azam Mosque, Muscat
Qualche consiglio per scoprire la capitale dell'Oman in maniera insolita, attraverso itinerari a piedi, moschee, spiagge e souq

In attesa che la capitale dell’Oman riapra i battenti dopo il lockdown, qualche suggerimento su cosa vedere a Muscat: le tappe più tradizionali – ma non per questo trascurabili – e quelle meno.

Itinerari a Piedi

Ordinario: Passeggiata lungo la Corniche
E’ la promenade cittadina per eccellenza. Si snoda per circa 3km lungo il waterfront e, idealmente, connette il Palazzo del Sultano alla zona del porto e del souq, nella città vecchia. Partiamo proprio da Al Alam, residenza ufficiale del Sultano: elegante senza essere sfacciato, eccentrico nelle forme e nei colori, l’edifico risale agli anni ’70 ed è uno straordinario esempio di architettura islamica contemporanea; a me piace tantissimo! Purtroppo lo si può ammirare solo dall’esterno, ma ciò non impedisce di apprezzarne i giardini: quanta acqua servirà per mantenerli così verdi? Fai caso alla bandiera: se il Sultano è in sede, verrà issata.

Scendiamo ora lungo il mare: come ti spiegavo qui, non c’è punto in Oman che, in passato, non sia stato presidiato da un forte o da una torre di avvistamento: la Corniche non fa eccezione. I forti che vedrai lungo questo percorso sono ben tre, i primi due proprio ai lati di Al Alam. Anch’essi chiusi al pubblico, si tratta dei forti gemelli di Al Jalali e Al Mirani che, costruiti strategicamente a strapiombo sul Golfo, risalgono all’invasione portoghese del XVI secolo. Il terzo forte – quello di Mutrah – è invece aperto ai visitatori e offre una deliziosa visuale sul porto: lo troverai al termine della promenade.

Straordinario: Riyam – Mutrah trail
Muscat è circondata da una corona di rilievi bassi, più simili a colline rocciose che non a vere e proprie montagne. Si presta dunque molto bene al trekking urbano e quello che ti suggerisco è un percorso decisamente meno battuto rispetto alla Corniche; non una passeggiata ma un trail a tutti gli effetti! Pensa che era il tracciato che fino agli ’70 – quando ancora non c’erano strade asfaltate – seguivano gli allevatori che abitavano in questa parte della città per raggiungere il souq, dove avrebbero poi venduto le loro capre.

Il sentiero comincia nei pressi del Riyam Park e sale in modo piuttosto ripido; il primo panorama che vedrai è alle tue spalle e include una costruzione bizzarra: si tratta del Brucia Incenso Gigante, eretto per celebrare questa resina così preziosa, simbolo dell’Oman e patrimonio UNESCO. Prosegui ancora un poco ed ecco il secondo panorama: dischiuso in una finestra tra le montagne, vedrai  il porto di Mutrah, la gigantesca nave del Sultano perennemente ancorata e, poco più in là, le caratteristiche case bianche della città.

A questo punto comincia la discesa, che include un altro must dell’Oman: l’attraversamento di un wadi (se non sai cos’è un wadi, leggi qui). Preparati a entrare in acqua con tutte le scarpe e, se il giorno precedente ha piovuto, anche con le ginocchia! Ricordo con piacere questo tratto del percorso perchè, mentre noi procedevamo con estrema cautela per non scivolare sulle rocce bagnate, un gruppetto di ragazze del posto saltellava con estrema facilità nonostante l’ingombro del velo e, vedendoci affaticati, ci hanno offerto datteri e caffè dal loro thermos: gentilissime! Una volta superato il wadi – come dovevano aver pensato anche i pastori diretti al souq – il più è fatto, e Mutrah è appena più avanti. Se hai parcheggiato la tua auto al Riyam Park, la puoi raggiungere costeggiando un breve tratto della Corniche.

Che tu decida di optare per la passeggiata o per il trail, abbi cura di portare con te molta acqua, crema solare e un cappellino ed evita di scegliere le ore più calde della giornata: il mattino presto è sempre l’opzione migliore per qualunque attività all’aperto in Oman. Se scegli di fare il trail, munisciti di un paio di scarponcini da trekking e metti in conto dalle 2 alle 3 ore: il percorso è lungo circa 3.5 km, ma non è dei più semplici e, per questo, inadatto ai principianti.

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I Souq

Ordinario: Mutrah Souq
Conosciuto anche come dark souq, a causa del pesante tetto di legno che taglia via il sole gettando ombre scure nei suoi vicoli, il souq di Mutrah è tra i più antichi del Medio Oriente: si dice abbia almeno 200 anni. E’ anche uno dei pochi al mondo a smerciare oro, incenso e mirra tutti insieme. Giralo per bene, non è grandissimo (niente a che fare con quello di Nizwa) ma, la prima volta, è facile perdersi. Segui l’aroma avvolgente dell’incenso e fermati a comprare un majmar per profumare la tua casa, oppure una saponetta (sì, sempre alla fragranza di incenso!): sono buonissime. Fermati a curiosare nei negozi: troverai lampade a mosaico, spezie, bigiotteria beduina, khanjars – i tipici pugnali omaniti – e i bei copricapi maschili: i massar (turbanti) e i kummas, le coloratissime bustine retaggio dello Zanzibar, un tempo parte del Sultanato. A me piace molto la sezione dedicata agli abaya, colorati o neri che siano.

Il momento migliore per visitare il souq è dopo le 6 di sera, quando è affollatissimo, tutti gli shop sono aperti e c’è una gran confusione di voci e profumi. Al mattino è irriconoscibile: tranquillo, quasi vuoto, diventa la meta ideale per turisti in cerca di souvenir.

Straordinario: Souq Samak (Fish Market)
Situato a circa 15 minuti a piedi dal precedente, il souq del pesce è una delle mie tappe preferite! Vibrante e autentico, è un mercato coperto che offre pesce freschissimo, pescato alle prime luci del giorno. Gamberi, aragostelle, sardine, kingfish, seppie, calamari, hammour (una specie di merluzzo molto pregiato): c’è un po’ di tutto, ma io amo in particolare i succulenti tranci di tonno da scottare appena appena sulla griglia, in modo da lasciare il centro bello rosso. Se guardi con attenzione troverai anche pesci stranissimi e mai visti prima, come quello qui sotto con il dorso coperto da… aculei?!? Trattandosi di pesce fresco, c’è per forza di cose anche un’area più truculenta: se sei sensibile a queste cose, evita di spingerti fino al fondo del souq dove, il pavimento tinto di rosso, c’è la zona macellazione.

Pensa che fino agli anni ’90 il Souq Samak era ancora tutto all’aperto: non c’erano congelatori e, dunque, la merce andava esaurita in poche ore. Oggi naturalmente è diverso, ma costituisce ancora un interessante spaccato di vita quotidiana: visitalo al mattino presto.

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Le Moschee

Ordinario: Sultan Qaboos Grand Mosque
E’ la più famosa del Paese e la sua eleganza lascia a bocca aperta. Costruita nei colori della terra, delle montagne e del deserto dell’Oman, questo incanto – che chiamarlo edificio è riduttivo – sorge come un’oasi all’interno della città, come un palazzo delle meraviglie, dono splendente offerto ai suoi sudditi da quel Sultano altrettanto illuminato, che il 2020 si è portato via.

Distesa su di una superficie di oltre 400.000 mq, la Grand Mosque è un luogo armonico e silenzioso: il pavimento marmoreo riflette le nuvole e le arcate disegnano con grazia una serie di geometrie che si stagliano contro il cielo. Gli interni sono altrettanto spettacolari: pensata per ospitare fino a 6500 credenti, la sala di preghiera (musalla) maschile è un’enorme locale in cui trova espressione tutta la ricchezza del Sultanato. Dopo esserti tolta le scarpe, poggia i piedi sull’immenso tappeto persiano – 60m x 70m – tessuto a mano da ben 600 donne iraniane. Poi, guarda in alto: un lampadario di cristalli di Boemia incombe sui visitatori con i suoi 14 metri. Tra gli altri locali della moschea figurano la musalla femminile, meno appariscente della sua controparte e destinata ad appena 700 persone, una biblioteca con oltre 20.000 volumi e la stanza delle abluzioni (wudu), obbligatorie prima delle orazioni.

Ad eccezione del venerdì, giorno dedicato esclusivamente alla preghiera, la Grand Mosque è aperta anche ad un pubblico non islamico. Insieme a un’audioguida, ai visitatori verranno fornite alcune di regole di comportamento: vietato l’utilizzo di telefoni cellulari, l’introduzione di cibo e bevande e, in quanto a vestiario, l’obbligo per le donne di coprirsi il capo, le gambe al tallone e le braccia al polso. Non è consentita l’entrata ai bambini al di sotto dei 10 anni.

Straordinario: Tutte le altre!
Camminando per Muscat, sentirai sempre echeggiare il canto dei muezzin. Questo perché la città è punteggiata di moschee: non limitarti dunque alla Grand Mosque. Grandiose o piccine che siano, ciascuna di esse ha un tratto distintivo e originale: mura intagliate, cupole appariscenti, illuminazioni scenografiche (la mia preferita, la Mohammed Al Ameen Mosque, va ammirata soprattutto di notte), architettura di ispirazione turca o di influenza marocchina. Se non sei mussulmano non potrai entrarvi, ma ti assicuro che sono uno spettacolo anche da fuori. Alle moschee più belle della capitale ho dedicato questo post.

Le Spiagge

Ordinario: Shatti Al Qurum
Adagiata nel Golfo, Muscat vanta alcune spiagge davvero belle. Tuttavia, poichè siamo in un Paese islamico e certo non si può pensare di andare in giro in bikini, molti turisti preferiscono optare per le spiagge degli hotel in cui alloggiano, ambienti internazionali dove imperano i costumi occidentali. Fa eccezione la spiaggia di Shatti Al Qurum che, pur essendo pubblica, è molto frequentata anche da expat e turisti grazie alla sua ‘licenziosità’: accanto a famiglie omanite con mamme in abaya, non è raro vedere passeggiare americane ed europee in due pezzi.

Lunga e bellissima, con un palmeto da un lato e un mare caldissimo dall’altro, Shatti è stuata proprio in centro città. Puoi persino portare a passeggio il tuo cane: il Nama è venuto più volte e, proprio come succedeva in Africa, è diventato la star del giorno! Non solo i bimbi ma anche gli adulti ci hanno avvicinati chiedendo di scattarsi una foto con lui (Poi c’era anche un tizio che voleva scattarsi una foto con mio marito, ma questa è un’altra storia…). Ah, dato che l’Oman ha acque pulitissime, non è raro trovare enormi meduse arenate. E quando dico enormi intendo proprio gigantesche: quella viola in cui ci siamo imbattuti un pomeriggio aveva il diametro di uno pneumatico per auto!

Straordinario: Daymaniat Islands e Muscat Coastline
Per un’esperienza marina diversa dal solito ti do due suggerimenti. Il primo è quello di recarti ad Al Mouj, il quartiere nuovo della città e, da qui, imbarcarti per un’escursione giornaliera all’arcipelago delle Daymaniyat. Situate a poco più di un’ora di barca, questo gruppo di isole è una delle oasi marittime più preziose del Sultanato, tant’è che negli anni ’90 sono state dichiarate riserva naturale. Destinazione ideale per snorkeling e scuba diving, le Daymaniyat ti danno, nella stagione giusta, la possibilità di nuotare con tartarughe e squali balena. Guarda che incontri ho fatto!

Infine, se sei interessato non tanto al lato balneare, ma al mare in quanto paesaggio, allora prendi l’auto e spingiti appena più a sud di Muscat. Troverai spiagge di sabbia fine fine, come Yiti Beach e As Sifah Beach, dove gli omaniti amano campeggiare o fare pic-nic; o il promontorio di Bandar Al Khayran, uno sperone roccioso proteso su di un fiordo blu. E più scendi lungo la costa, più le spiagge diventano incontaminate: non è raro trovare asinelli sul lungomare o, addirittura, interi greggi di capre.

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La Cultura Omanita

Ordinario: i Musei
Tra i vari musei di Muscat, vale la pena visitarne almeno due: il National Museum e Bait Al Zubair. Il primo è situato proprio di fronte al Palazzo del Sultano e racconta la storia dell’Oman dalle origini ad oggi. Il secondo, invece, è decisamente più particolare. Si tratta di una casa (bait) restaurata e trasformata in museo da privati (la famiglia Zubair) e offre uno scorcio più intimo della vita e della cultura omanita; raccoglie abiti, mobilia, monete, strumenti musicali, libri, armi bianche e cartine di un’epoca che non c’è più ma che continua a influenzare il presente.  Negli ultimi tempi, l’edificio ha preso ad ospitare anche mostre d’arte contemporanea.

Straordinario: uno spettacolo alla Royal Opera House
Un modo piacevole e originale di sperimentare in prima persona una serata tutta omanita è assistere a uno spettacolo alla Royal Opera House. Imponente quasi quanto la Grand Mosque, il palazzo dell’Opera è un altro dono di Qaboos all’Oman: il defunto sultano ha fatto costruire questa abbagliante cattedrale di marmo dall’acustica perfetta, affinchè anche il popolo potesse godere di una delle sue grandi passioni: la lirica e, più in generale, la musica.

Di mattina, l’Opera House organizza tour guidati ma il mio consiglio è di assistere a uno spettacolo serale: gli omaniti indossano i loro abiti più belli – gli uomini abbandonano il dishdasha bianco o nocciola per uno nero e lustro, dai bordi colorati – e prendono posto in questo palazzo dagli interni di legno pregiato, di gallerie e soffitti intagliati a regola d’arte. Oltre a balletti e concerti di artisti locali e internazionali, è l’opera più tradizionale ad occupare un posto d’onore – io ho visto La Bohème di Puccini – talvolta rivisitata in chiave araba: mi è piaciuto tantissimo Die Zauberflöte di Mozart ambientato in un contesto tutto deserto e odalische, con un Papageno in turbante! Consulta quindi il calendario delle rappresentazioni, ma ricorda che, come ovunque nel mondo, l’Opera ha la sua stagione: in estate ovviamente non si tengono spettacoli.

Infine, una nota sull’illuminazione esterna: l’Opera House è stata costruita per stupire soprattutto di notte. In occasione delle principali festività nazionali, la vedrai infatti cambiare colore: è al suo massimo splendore quando si accende dei colori della bandiera omanita che, proprio come la nostra, sono il bianco, il rosso e il verde.

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E da ultimo… il Cibo!

In ogni viaggio, è sempre un capitolo importantissimo. Per questo vi ho dedicato un intero post: lo trovi qui.

Buona visita!

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