Come sai, dopo 6 anni d’Africa, mi sono trasferita in Oman. Ho vissuto diversi mesi a Muscat, dove ho affrontato un lungo, lunghissimo lockdown per poi rientrare in Italia. Prima di allora, ogni weekend era un weekend di scoperte: wadi, spiagge, montagne, deserti. In questo post, unisco tutte le mie gite fuori porta in un unico, intenso itinerario. E già mi sembra di risentire la musica araba uscire dalle casse del Land Cruiser.
– ITINERARIO OMAN –
(2 settimane)
GIORNO 1 – 2: Muscat
Benvenuto nel Sultanato! Dedica alla capitale le tue prime due giornate: se vuoi immergerti nella cultura araba puoi visitare i souq, la Grand Mosque, i musei; mentre se preferisci stare all’aria aperta puoi optare per una passeggiata lungo la Corniche, per un più impegnativo trekking urbano, oppure rilassarti in spiaggia. In questo post, una serie di suggerimenti mirati.
GIORNO 3: Isole Daymaniyat
Escursione in barca a questo fantastico arcipelago che, situato pochi chilometri al largo di Muscat, ospita una fauna marina eccezionale: se sei nel mese giusto potresti avere la fortuna di nuotare insieme a tartarughe e squali balena come è successo a me! La sera, rientro alla capitale per una cena speciale: scegli tu dove.
GIORNO 4: Muscat – Wadi Shab – Sur (240km)
Noleggia un’auto e dirigiti verso sud: buona parte della giornata la trascorreremo al Wadi Shab, il wadi a mio parere più emozionante dell’Oman (non sai cos’è un wadi? Leggi qui allora!) e poi faremo tappa in quel meraviglioso specchio d’acqua smeraldo che è il Bimmah Sinkhole. Arriviamo a Sur in serata.
GIORNO 5: Sur – Ras Al Jinz (50km)
Visitiamo la cittadina di Sur, terra – si dice – di Sindbad il Marinaio. Affascinante il suo lungo mare e molto interessanti i cantieri di dhow, le tradizionali barche omanite in legno. Nel pomeriggio ci spostiamo nella vicina riserva naturale di Ras Al Jinz dove, se sei fortunato, a notte fonda puoi assistere a uno spettacolo di rara bellezza: le tartarughe marine che depongono le uova.
GIORNO 6: Ras Al Jinz – Wadi Bani Khalid – Wahiba Sands (260km)
Se ieri non hai avuto fortuna con le tartarughe, ritenta questa mattina: dovrai svegliarti appena prima dell’alba ma, col sole che sorge, l’esperienza sarà ancora migliore di quella in notturna. Ripartiamo poi alla volta di un nuovo wadi, il verdissimo Bani Khalid e, dopo una nuotata, aggiustiamo la pressione degli pneumatici: a breve, raggiungeremo il deserto e trascorreremo la notte in un campo tendato.
GIORNO 7: Wahiba Sands
Giornata intera da dedicare al deserto rosso di Wahiba Sands (noto anche come Ash-Sharqiyah)! Puoi fare dune bashing se ami l’adrenalina, ammirare il tramonto se sei un tipo romantico o semplicemente goderti l’atmosfera, magari sorseggiando un caffè profumato al cardamomo in un’autentica tenda beduina.
GIORNO 8: Wahiba Sands – Nizwa (180km)
Oggi facciamo tappa nell’antica capitale del Sultanato e, attualmente, seconda città più importante del Paese. Si tratta di Nizwa, famosa soprattutto per tre cose: il forte, il vecchio souq (gigantesco!) e il mercato del bestiame, che è un incredibile, autentico spaccato di vita omanita.
GIORNO 9: Nizwa – Forte di Bahla – Jebel Akhdar (in alternativa, Jebel Shams) (140km)
Lasciamo Nizwa in direzione del vicino Forte di Bahla, un’antica cittadella fortificata, inserita tra i cinque siti patrimonio Unesco dell’Oman. Dopodichè proseguiamo… per la montagna! Eh sì, anche in Oman ci sono picchi di tutto rispetto e, nel pomeriggio, arriveremo a oltre 2000 mt di quota. Scegli tu la tua destinazione: Jebel Akhdar, la montagna verde, o Jebel Shams, la montagna del sole.
GIORNO 10: Jebel Akhdar (o Jebel Shams)
Quale delle due? Diciamo che il Jebel Shams è più adatto a te se ami il trekking e le esperienze (relativamente) spartane; invece, se al trekking preferisci (o vuoi abbinare) un trattamento particolare – spa di livello e buon cibo – allora punta sul Jebel Akhdar. Sede di numerosi luxury resorts, il Jebel Akhdar è un vero gioiello: fresco e rigoglioso, meno conosciuto del Jebel Shams, questo picco mostra un Oman inaspettatamente fertile a poca distanza dal deserto.
GIORNO 11: Birkat al Mawz, Al Hamra, Misfat al Abriyeen (100 km)
Lasciamo la montagna per tornare a valle. Oggi visiteremo una serie di villaggi, abbandonati e non, circondati da oasi e palmeti verdissimi. Parzialmente sbriciolati dal tempo ma miracolosamente sopravvissuti, questi villaggi raccontano l’Oman più antico e tradizionale e passeggiare nelle loro strade polverose, tra case pericolanti di fango e pietra, sarà una delle esperienze più surreali – e per questo più memorabili – del tuo viaggio. Puoi dormire a Misfat.
GIORNO 12: Wadi Bani Awf – Rustaq (100km)
Pronto per il percorso più panoramico del Sultanato? Noto come ‘strada sospesa’, il Wadi Bani Awf è un sentiero che si inerpica ripidissimo tra le rocce, adatto solo a guidatori esperti. Stretto e accidentato, pericoloso per l’esposizione al vuoto e la mancanza totale di guardrail, il Wadi Bani Awf offre però panorami stupendi, che non vedrai mai altrove. Idealmente, questa strada termina a Nakhal ma, oggi, per esigenze di itinerario, ci fermiamo prima: la nostra meta è Rustaq, dove visiteremo un suggestivo forte e trascorreremo la notte.
GIORNO 13: Rustaq Loop – Muscat (180km)
A questo punto del tuo viaggio, ti sarai reso conto dell’importanza che cittadelle e torri di avvistamento rivestono in Oman: il Rustaq Loop ti apre le porte di altri tre edifici fortificati. Se ieri hai visitato Rustaq, oggi dirigiti al vicino castello di Al Hazm, dove si dice vivessero ben 47 jinn (i geni!); poi torna indietro e prosegui, come da programma, per il forte di Nakhal, costruito su di un enorme sperone roccioso. Ancora qualche decina di chilometri e sarai a Muscat.
GIORNO 14: Partenza da Muscat
Hai ancora un po’ di tempo da spendere in città prima di andare in aeroporto? Allora ti consiglio un bel giro a zonzo per la capitale accompagnato dalle note dei muezzin, alla scoperta di moschee insolite e bellissime!
Distanza percorsa in auto: Tra i 1100 e i 1300 km
Vettura noleggiata: Toyota Land Cruiser. Se hai intenzione di visitare solo le cittadine (Nizwa, Sur, Rustaq etc.) e i wadi più accessibili (Wadi Shab e Wadi Bani Khalid), una semplice berlina è sufficiente, in quanto le strade in Oman sono veramente ottime. Tuttavia, nell’itinerario che ti ho proposto, ci sono alcune tappe off-road che rendono indispensabile avere un buon 4×4: Wahiba Sands, Jebel Akhdar e Wadi Bani Awf.
Best memories: Il pesante solco lasciato a fatica dalle tartarughe e lo squalo balena che, per seguirlo, ci eravamo allontanati tantissimo dalla barca. Le spezie del souq di Nizwa e il franchincenso di Muttrah. La bimba beduina con gli occhi carbone. Il ‘flash mob’ di Al Mouj. La nuotata nel corridoio di smeraldo del Wadi Shab, tra le pareti bianche del canyon. I datteri e il caffè nel deserto. Il freddo inaspettato del Jabal Akhdar e i 40° davanti al palazzo azzurro del Sultano. Al Hamra e la sensazione di aver trovato una città perduta.
Quando andare: Il periodo migliore per visitare l’Oman va, grossomodo, da fine settembre a marzo. Pur essendo caldo, il clima è decisamente tollerabile, con temperature medie intorno ai 27°. In questo periodo potresti imbatterti in uno sporadico giorno di pioggia, ma non disperare: durerebbe comunque poco e, come dicono gli omaniti, ‘quando piove è bel tempo’! Del resto, considerando l’afa e la siccità dei mesi estivi, anch’io mi sono ricreduta sugli acquazzoni.
Da evitare invece il periodo del Ramadan (le date sono variabili, meglio controllare prima di partire), più che altro perchè il Paese si ferma completamente durante il giorno e, dunque, rischieresti di non viverlo al meglio. Da evitare anche la nostra estate; tra maggio e agosto l’Oman raggiunge infatti temperature elevatissime che rendono difficoltose, se non impossibili, numerose attività: camminare per le città, fare escursioni etc. In questi mesi, il termometro è spesso ancora fermo sopra i 30° anche dopo le 10 di sera.
Se proprio vuoi andare in Oman in estate puoi optare per il sud del Paese: tra giugno e settembre la regione di Salalah è attraversata dal khareef, un monsone che, insieme all’acqua, porta con sé un po’ di refrigerio.
Fuso orario: Italia +3 con l’ora solare, +2 con quella legale.
Moneta: Rial Omanita (OMR)
Metti in valigia: Alla questione abbigliamento ci tengo molto perché, nei mesi trascorsi a Muscat, ho visto spesso turisti che andavano in giro combinati né più né meno come se fossero in una qualunque città di mare europea e, sinceramente, mi è sembrato molto maleducato.
Tutti sanno che l’Oman è un paese islamico. “Sì ma ho sentito che è molto tollerante e…” E allora? Che l’Oman sia più aperto di altri stati del golfo è vero, ma ciò non significa che tu sia autorizzata ad andare in giro in shorts e canotte aderenti, nemmeno se fuori ci sono 37 gradi. Capiamoci, molto probabilmente in strada nessuno ti dirà nulla – la gentilezza omanita è proverbiale – ma saresti comunque fuori luogo e, soprattutto, affatto rispettosa nei confronti della nazione che ti sta ospitando.
Tutto sta al buon senso delle persone: non mi sembra sia un grande sforzo, per una donna, coprirsi le gambe sotto al ginocchio (mai sentito parlare di gonne lunghe e pantaloni leggeri?) e le spalle (le magliette a maniche corte vanno benissimo). E l’uomo? Come nel caso della donna, canottiere e pantaloni corti non sono espressamente vietati ma in un Paese dove la norma è l’eleganza bianca del dishdasha… vedi un po’ tu. Tieni comunque presente che alcune strutture – Opera House, musei, Grand Mosque e certi ristoranti – vietano l’ingresso a donne e uomini che non sono vestiti decorosamente.
Detto ciò:
* Se sei una donna, non è necessario che tu ti copra la testa mentre vai in giro, ma procurati comunque un berretto per il sole (indispensabile!) e una pashmina se vuoi visitare una moschea: in quel caso, il capo – ma anche gambe e braccia – vanno tassativamente coperti.
* Il costume da bagno: lo puoi portare liberamente nelle piscine degli hotel internazionali e alle isole Daymaniyat. Invece, se fai il bagno nei wadi – frequentatissimi anche e soprattutto dalla gente del posto – è bene indossarvi sopra una maglietta e dei pantaloncini: ci sono anche dei cartelli che invitano caldamente a farlo (al Wadi Bani Khalid, ad esempio). Ciò non significa che non vedrai donne in bikini: purtroppo c’è sempre chi pensa di essere superiore alle usanze locali.
* L’Oman è una terra avventurosa: a meno che tu non decida di trascorre tutto il tuo tempo a bordo piscina, porta con te abbigliamento tecnico e scarponcini da trekking.
* Infine, se pensi di pernottare nel deserto o in montagna (Jebel Akhdar o Jebel Shams), non dimenticarti di infilare in valigia un maglione più pesante: può fare veramente freddo!
Ricorda che:
* Per entrare in Oman è necessario essere in possesso di un e-visa. Basta richiederlo online (qui) qualche tempo prima di partire; la procedura per ottenerlo è molto semplice e i tempi di emissione brevissimi.
* Tra tutti i paesi del golfo arabico, l’Oman è forse il più sicuro e stabile da un punto di vista politico e il nuovo Sultano sembra voler perseguire la linea del defunto (e adorato) Qaboos. La popolazione è estremamente gentile e ospitale, il che rende il Paese una meta ideale anche per famiglie e donne sole.
* Il venerdì è giorno di preghiera, per cui potresti trovare alcune attrazioni chiuse o con orario ridotto. I forti chiudono alle 11 ad esempio, mentre il resto della settimana sono aperti fino alle 16.
* Il momento migliore per visitare i souq è dopo le 18, quando c’è più gente del posto, tutti gli shop sono aperti e c’è una gran confusione di voci e profumi. Al mattino sono invece molto più tranquilli e divengono la meta ideale per turisti in cerca di souvenir. Diverso il discorso per quanto concerne il mercato del bestiame di Nizwa: si tiene soltanto il venerdì a partire dalle 6 del mattino e verso le 8.30 volge già al termine. Del resto sarebbe impensabile tener fermi gli animali tutto il giorno sotto il sole cocente!
* Cosa si mangia in Oman? Ci ho scritto un post: lo trovi qui. Ricorda che, come in tutti i paesi musulmani, è vietato il consumo di carne di maiale e di alcolici, anche se, a onor del vero, alcune catene alberghiere occidentali servono vino e birra.
* L’Oman non è una meta low cost. Gli hotel, così come i pasti al ristorante, sono in linea di massima piuttosto cari. La benzina, però, ha un costo veramente irrisorio!
Drive safe!