Tocca quattro valichi, tre province e due regioni. Gira tutto intorno a uno dei massicci più imponenti delle Dolomiti – quello del Sella – e, come è facile immaginare, promette vedute incredibili: non a caso, il Sellaronda è uno dei percorsi alpini più belli d’Italia. Apprezzatissimo dagli amanti della natura e dei grandi panorami e, forse ancor di più, dagli sportivi, il tracciato ha il grande pregio di essere praticabile in ogni stagione dell’anno.
In inverno, puoi percorrerlo per intero senza mai staccare gli sci dai piedi: a seconda delle tue capacità, saranno sufficienti dalle 4 alle 6 ore per coprire un loop di circa 40 km, 26 dei quali di discese (poichè il resto lo fanno gli impianti di risalita). Il Sellaronda include alcune delle piste più famose delle Dolomiti (tutte nere, ovviamente): la tostissima Ciampac, con un dislivello di 660m, l’Arabba – Porta Vescovo, con il suo terribile muro centrale, e il Lupo Bianco che, dal Col Rodella, si spinge praticamente fino in centro al paesino di Canazei. Questo circuito fa inoltre parte del Dolomiti Superski che, con i suoi 1.220 km di piste, è uno dei comprensori sciistici più grandi al mondo.
Una volta sciolta la neve, il nostro percorso non diventa meno popolare, anzi. Tre sono le opzioni che hai a disposizione per godertelo anche in estate:
# A piedi: I sentieri che si diramano intorno al massiccio del Sella sono numerosi e di diversa difficoltà. Se prevedi di completare il Sellaronda in giornata, metti in conto dalle 5 alle 8 ore, in base al tuo allenamento. Tieni presente che le funivie verranno in tuo aiuto anche durante la bella stagione: alcune di esse sono infatti aperte tutto l’anno e, in estate, sono affiancate da un buon numero di autobus e navette.
# In bici: Molto amato dai ciclisti, il circuito offre due possibilità di percorrenza: in senso orario (58 km per un dislivello di 450m) e in senso antiorario (più breve ma più faticoso: 53 km ma un dislivello di 900 m). Da ormai diversi anni, le salite del Sellaronda sono protagoniste di svariati eventi sportivi su due ruote: basta citare il Giro d’Italia, la Maratona dles Dolomites, una maratona ciclistica che si svolge ogni anno a inizio estate, e il noto Sellaronda Bike Day, una manifestazione non competitiva che prevede, per un giorno, la chiusura al traffico motorizzato.
# In auto: e perché no? Salire tornanti verde brillante, superare uno dopo l’altro tanti paesini perfetti, che sembrano intagliati dalla mano di un artigiano del legno, vedere scorrere accanto a sè pinete, boschi e prati… Non bisogna per forza essere sportivi per poter apprezzare la bellezza e la magnificenza delle Dolomiti.
Sebbene in passato ne abbia fatto alcuni tratti con gli sci, l’estate scorsa ho completato il Sellaronda proprio in auto, prendendomi il tempo per scoprire un nuovo passo ogni giorno. Eccoli qui:
Passo Gardena (2121 m)
Collega la Val Gardena con la Val Badia
Il Sellaronda non ha un punto di partenza definito: è un loop, per cui puoi cominciare dal passo che ti è più comodo. Io parto da qui perchè alloggiavo a Santa Cristina che, insieme a Selva e Ortisei, è uno dei tre paesini simbolo della Val Gardena. A questa valle sono affezionata perché è qui che nemmeno troppi anni fa ho affrontato le piste per la prima volta (e fatto i miei primi piantoni davanti ai muri di neve – un disastro, lo so).
Magica in bianco, questa valle ladina conserva la sua bellezza anche quando si tinge di verde! A caratterizzare la Val Gardena sono soprattutto due massicci strepitosi, il Sasso Lungo e il Sasso Piatto (foto sopra), che mutano fisionomia a seconda della prospettiva da cui li si guarda: il colpo d’occhio che si ha dal passo Gardena è veramente grandioso.
Passo Campolongo (1875 m)
Collega la Val Badia con Livinallongo del Col di Lana
Procediamo in senso orario e, immediatamente a est del Gruppo del Sella, raggiungiamo la forcella del Campolongo. Situato al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige, dei quattro, questo passo è forse il meno entusiasmante, sebbene sia tra i più frequentati dai cicloamatori. Da quassù, lo sguardo si spinge fino al parco naturale Puez-Odle (di cui ti ho parlato qui), anche se la scena la ruba il massiccio del Sassongher che domina sui paesini di Corvara e Colfosco, in Alta Badia.
Che tu sia venuto al Campolongo in auto o sulle tue gambe, fermati per un boccone: oltre ai classici della cucina ladina – canederli allo speck, rosticciata di patate e turtres (le frittelle di spinaci) – potrebbe capitarti di trovare anche i casunzièi, i ravioli tipici delle Dolomiti venete, in particolare della conca ampezzana. Si tratta di mezzelune di pasta dal ripieno porpora (ossia di barbabietole), serviti con burro fuso, parmigiano, erba cipollina o semi di papavero.
Passo Pordoi (2239 m)
Collega Livinallongo del Col di Lana con la Val di Fassa
Al passo Pordoi, c’è almeno una cosa che devi fare assolutamente: salire alla Terrazza delle Dolomiti. Una funivia ti condurrà infatti in cima al Sass Pordoi, un picco che offre uno degli affacci più belli del Trentino. A quasi 3000m di quota, il panorama è sconfinato: a est vedrai il massiccio del Sella con la sua vetta maggiore, il Piz Boè e, appena dietro, il Gruppo del Cristallo, le Tofane e Sorapiss. A ovest, si allungano invece il Catinaccio e l’Alpe di Siusi e, poco più giù, la Val di Fassa e la massa glaciale della Marmolada, che con i suoi 3.343 m s.l.m. è la cima più alta delle Dolomiti.
Sono piuttosto tristi le previsioni che riguardano questo ghiacciaio: negli ultimi 70 anni, si stima abbia perso oltre l’80% del suo volume e che, di questo passo, sia destinato a sciogliersi del tutto entro il prossimo ventennio, forse anche prima.
Passo Sella (2240 m)
Collega la Val di Fassa con la Val Gardena
Dei quattro valichi è il mio preferito: c’è uno spiazzo fantastico, una cornice verde nella quale si stagliano imponenti le cime del Sasso Lungo, del Sasso Piatto e la Punta delle Cinque Dita. C’è un hotel da sogno, dove ci siamo ripromessi di andare in inverno, il Passo Sella Resort, l’unico delle Dolomiti al di sopra dei 2100 metri di altitudine. E c’è una specie di paradiso per gli amanti dello sport ad alta quota: qui sorge infatti la Città dei Sassi – un labirinto di massi dove praticare bouldering su falesia – e partono numerosi percorsi escursionistici di varia complessità e lunghezza che si sviluppano intorno al massiccio. Noi, visto che eravamo insieme al nostro cane, ne abbiamo scelto uno facile facile, che ci ha portati fino al rifugio Emilio Comici, proprio ai piedi del Sassolungo.
E il Nama? Quando ti dicono ‘dog bar’ e, giustamente, immergi il muso in tutte le ciotole, sai mai che l’acqua abbia un gusto diverso.
Non ci resta che tornare a Santa Cristina per chiudere il nostro loop.
In attesa dell’estate che, speriamo, sia un’estate anche quest’anno, nonostante tutto.