Situata in provincia di Siracusa, la Riserva Naturale di Vendicari è uno di quei posti dal fascino incorrotto e un po’ selvaggio che caratterizzano il litorale siciliano. Aspettati alte muraglie di fichi d’india, spiagge ventose che si aprono su acque cristalline, rovine di antiche polis e una fauna aviaria molto variegata!
Per un’esperienza ottimale, il mio consiglio è di dedicare a Vendicari almeno due giorni (uno in più anche meglio), scegliendo come base un borgo sul mare oppure una cittadina nei pressi; ad esempio, noi abbiamo trascorso tre notti a Noto. Sebbene la riserva non sia troppo estesa, non tutte le spiagge o attrazioni sono però a portata di piede: talvolta, è necessario camminare un’ora o anche più per raggiungere la meta che ci si è prefissati. Fortunatamente, gli ingressi sono ben cinque; assicurati dunque di scegliere quello più appropriato in base all’area che desideri visitare.
Se hai due giorni a disposizione (e voglia di camminare), potresti strutturare il tuo soggiorno in questo modo:
GIORNO 1 – Parte Nord
Entra in riserva dall’ingresso più settentrionale, quello di Eloro. Ti basterà camminare una decina di minuti per arrivare alla prima spiaggia, accessibilissima ma non per questo meno bella di altre, anzi: la spiaggia di Eloro è particolarmente suggestiva perchè sorge accanto ai resti dell’omonima cittadina greca. Dopo un bagno, attraversa la foce del fiume Tellàro (niente di difficile, dovrai solo bagnarti i piedi!) e prosegui in direzione di Marianelli, un lido più isolato e, se possibile, ancor più selvaggio: lo contraddistinguono dune di sabbia, mandorleti, bassi arbusti e… una frequentazione soprattutto nudista. Poiché più appartata, Marianelli è la spiaggia ideale per chi cerca maggior privacy.
L’obiettivo della nostra mattinata è però Calamosche: situata a circa 6 km dall’ingresso, ci arriviamo dopo un’altra mezz’ora di cammino. Ideale per lo snorkeling, Funni Musca, così come la chiamano gli abitanti del luogo, è una caletta dalla sabbia fine e dai fondali profondi e trasparenti che, anni orsono, le hanno valso il titolo di ‘spiaggia più bella d’Italia’. Al nostro arrivo, l’urlo di un bimbetto annuncia alla mamma l’avvistamento di una stella marina. Lasciala lì! – dice lei. E io quasi la vorrei abbracciare ‘sta donna. Perché Calamosche, un golfetto di appena 200 metri, è un luogo da proteggere. Lo si vede subito: a metà giugno non c’è molta gente, ma non è difficile immaginare la rena presa d’assalto in alta e altissima stagione. Per fortuna, è stato introdotto il numero chiuso: la sua capienza massima è di 500 persone.
Poiché è un po’ il gioiello di Vendicari e dato che non tutti amano camminare, per Calamosche è stato istituito un ingresso dedicato, che garantisce l’accesso alla spiaggia seguendo un facile sentiero di poco più di un chilometro. Ma certo raggiungerla partendo da Eloro ha tutto un altro sapore!
Una volta tornato al parcheggio, se il tuo spirito di esploratore non si è ancora placato, potresti pensare di raggiungere in auto l’ingresso principale – denominato Ingresso Vendicari – e visitare il cuore della riserva. Qui, hanno sede le attrazioni che più la caratterizzano: la torre sveva, utilizzata sin dal Medioevo per segnalare gli avvistamenti dei pirati saraceni, e l’antica Tonnara, attiva fino alla prima metà del ‘900. Lungo il percorso, sorgono alcuni capanni di osservazione: sono stati costruiti per il birdwatching, perché Vendicari è anche un’importante oasi faunistica!
Se hai sottomano una cartina della riserva, noterai infatti la presenza di alcuni laghetti – i Pantani – aree paludose perfette per lo svernamento e la nidificazione dei volatili. Per molte specie migratorie, Vendicari rappresenta l’ultima ‘tappa’ prima della destinazione finale, la calda costa tunisina. A seconda della stagione potrai osservare i movimenti di cicogne, aironi, oche selvatiche, anatre e persino fenicotteri. Seppur da lontano, di questi ultimi siamo riusciti a vederne qualche esemplare: e pensare che prima d’ora li avevo incontrati soltanto in Bolivia!
GIORNO 2 – Parte Sud
Accedi alla riserva dal suo ingresso più meridionale, quello chiamato Cittadella. Sarà infatti la Cittadella Maccari la prima tappa della giornata. Seguendo un sentiero in terra battuta immerso nella natura – il mare sempre accanto -, arriverai ai resti di un villaggio bizantino, lo stesso utilizzato da Greci e Fenici per i propri scambi commerciali.
Incredibilmente, ti troverai catapultato indietro nel tempo: soffermati in particolare tra le catacombe, tra cui spicca un vero e proprio mausoleo con volta a botte e una cuba, una cappella praticamente intatta sormontata da una cupola in pietra.
E la spiaggia? Un tuffo nel mare di San Lorenzo è d’obbligo: limpido, chiarissimo, è stato per me il più bello di tutta la Sicilia.


Nel primo pomeriggio, puoi oltrepassare i confini di Vendicari e continuare lungo quella che è la sua naturale prosecuzione. Probabilmente, anche tu come me sarai tentato di vedere la coloratissima Marzamemi, piccolo borgo di pescatori non distante da Pachino, esploso grazie a Instagram (chi non conosce la sua piazzetta dalle sedioline bianche e blu?). In tutta onestà però, consapevole di essere una voce fuori dal coro, devo dire che Marzamemi ha molto deluso le mie aspettative.
L’enorme parcheggio – roba che manco San Siro – già la dice lunga sullo spropositato numero di visitatori che ogni giorno si affannano avidi di selfie con sediolina. E un flusso di turisti così ingente significa una cosa sola: ristoranti e negozi a nastro. Il che può anche passare, non fosse che, a Marzamemi non troverai molto altro. Peccato perchè i due porticcioli naturali, Fossa e Balata, sarebbero senz’altro da cartolina se non fossero schiacciati dalla quantità di bar e localini vari. I pagliaru, le antiche casette dei pescatori, e la tonnara, una delle più importanti di Sicilia, costruita sotto la dominazione araba, avrebbero molto da raccontare se solo fossero valorizzate adeguatamente. E piazza Regina Margherita saprebbe conservare il suo fascino anche senza le lucine natalizie perennemente accese e pure con le sedie in legno sgangherate, scolorite dal sole. Per fortuna, gli scorci sul mare, di quelli belli, resistono. Il mio preferito? Un vicolo cieco che, invece di terminare con un muro, finisce con cinque gradini che portano a uno stretto balcone – più un davanzale – dal quale affacciarsi per ammirare l’azzurro.
Insomma, mi aspettavo un borgo autentico, tranquillo. Siciliano vero. Invece ho trovato un paesello che punta tutto sui negozi, sui ristoranti, su instagram. Carino, sì. Ma privo di identità, privo di quel fascino d’altri tempi che pensavo di trovare.
Meglio passare oltre, allora. Prosegui lungo la costa e spingiti fino a Portopalo di Capo Passero, il comune più a sud d’Italia. Al largo delle sue coste, troverai un luogo affascinante sin dal nome, l’Isola delle Correnti. Come recita l’iscrizione posta ai piedi del Cristo Redentore eretto sulla spiaggia: “Avventore, ricorda: sei in un luogo magico. Qui approdò Ulisse, tornando da Troia e vi consacrò un cenotafio ad Ecuba. Qui approdò San Paolo nel suo viaggio da Malta verso Roma”. E qui, aggiungo io, accade ogni giorno qualcosa di splendido: l’incontro tra due mari. E’ proprio di fronte all’Isola delle Correnti che, idealmente, convergono Ionio e Mediterraneo e, a ben guardare, è possibile notare la natura più agitata dell’uno rispetto a quella più pacata dell’altro. Osservando il mescolarsi delle acque, ripenso a quell’altro incontro di mari, più struggente e lontano: ero in Sudafrica, a Cape Agulhas, dove l’oceano Indiano si unisce all’Atlantico.
L’Isola delle Correnti è vicinissima alla costa, tanto che durante la bassa marea la puoi raggiungere persino a piedi, camminando su di una lingua di pietra immersa nel fondale: è bene però indossare le scarpette da scoglio per evitare di scivolare e farsi male!
Per maggiori informazioni sulla Riserva di Vendicari, ti rimando al sito ufficiale, dove puoi scaricare anche una pratica cartina. E se hai un debole per i litorali incontaminati, non perderti la Riserva dello Zingaro, in provincia di Trapani.