Ricordi quale viaggio stavi organizzando subito prima della pandemia? Il mio era appena imbastito: dall’Oman pensavo di volare a Mosca e poi prendere un treno per San Pietroburgo. Nonostante non si sia mai concretizzato, alla Russia ci ho pensato spesso in questi mesi. E non tanto come meta per un prossimo, primo viaggio “lontano”, ma piuttosto come baluardo del ‘prima’, quando la cosa più difficile sembrava ottenere un appuntamento all’ambasciata per richiedere il visto.
I colbacchi e la vodka li ho però trovati, al solito, tra le pagine di un libro. Seduta sul balcone di mamma – come sempre per terra, la schiena appoggiata al muro e il Nama appiccicato alle gambe – sono avanzata una pagina dopo l’altra nel mondo dei fratelli Karamozov. E ho pensato che i libri sono i viaggi che non abbiamo fatto o, come in questo caso, quelli che non ci hanno tolto. Dopo il post dedicato alle librerie in giro per il mondo che amo di più, ecco una versione tutta italiana e qualche consiglio per gli acquisti.
La Piccola Farmacia Letteraria
Via di Ripoli 7r, Firenze
E’ una minuscola libreria indipendente che vende romanzi… a scopo terapeutico. Quante volte ti è capitato di dire: oggi mi sento [inserisci uno stato d’animo] e mi ci vorrebbe un libro adeguato? Ecco, la PFL ti viene incontro proprio in questo senso: invece che in base a trama e autore, ciascun libro è catalogato a seconda alle emozioni che suscita, al supporto morale che può offrire. E come ogni medicina che si rispetti, non manca di bugiardino: ciascun romanzo ha un foglietto illustrativo, un cartoncino sul quale vengono appuntate le indicazioni terapeutiche, la posologia e gli effetti collaterali. Oltre ai libri poi, trovi anche una fornitissima sezione gadget, che va dai segnalibri, ai quaderni, alle shopper.
Acquistare in negozio sarebbe l’ideale (oltre che occasione di gita a Firenze) ma perchè non usufruire dello shop online? Dopo aver contattato la libreria sulla loro pagina facebook – ovviamente per farmi consigliare da una ‘farmacista’ – ho effettuato l’ordine e ricevuto un pacco bellissimo: i libri arrivano avvolti in carta da banco per farmacie.
Cosa comprare: Cronache di Poveri Amanti di Vasco Pratolini, un libro che sembra un film neorealista, oppure lo stupendo Camera con Vista: del resto è proprio a Firenze che Forster inserisce la pensione affacciata sull’Arno che dà il via alla trama.
Coop Ambasciatori
Via degli Orefici 19, Bologna
Nascoste sotto i suoi portici, Bologna presenta alcune librerie storiche, le cui soglie sono state varcate da illustri rappresentanti della nostra letteratura. Potrei ad esempio parlarti di Nanni, situata sotto il Portico della Morte, frequentata da Umberto Eco e descritta da Pasolini come “il più bel ricordo che ho di Bologna”. Oppure della Coop – Zanichelli di Piazza Galvani che, a due passi dall’Archiginnasio, prima sede dell’Alma Mater, era una tappa fissa del Carducci che, addirittura, aveva un piccolo studio tutto suo al piano terra (tuttora conservato).
Se cerchi un’atmosfera un po’ più leggera, ti propongo invece un altro punto vendita sempre delle Librerie Coop, la Coop Ambasciatori di via degli Orefici. Situata nel vivace Quadrilatero, questo bookstore si sviluppa su ben tre piani, in collaborazione con Eataly. Su ognuno di essi troverai non solo libri ma anche diversi spazi ristorazione dove comprare qualcosa di goloso oppure sederti per un boccone. Per me che nelle librerie passerei delle ore, questo posto è la fine!
Cosa comprare: se non l’hai mai letto – ma scherzi?! – Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi, per continuare a scorrazzare sotto i portici anche una volta a casa.
Libreria Internazionale Luxemburg
Via Accademia delle Scienze 3, Torino
Vicinissima al bel Palazzo Carignano, la Luxemburg è la libreria più antica di Torino. Fondata nel 1872, affianca alle opere in italiano quelle in lingua originale, e propone un’ampia sezione dedicata a quotidiani stranieri e riviste specializzate. Tra i suoi frequentatori illustri c’erano Gianni Agnelli e Primo Levi, ma anche Jorge Amado, Amos Oz, Allen Ginsberg e, naturalmente Nietzsche, che qui vicino abitava e qui vicino impazzì. Il celebre episodio dell’abbraccio al cavallo accadde a pochi passi dalla Luxemburg.
Cosa comprare: Avendo studiato lingue e letterature straniere proprio a Torino, per me questa libreria era ed è tutt’ora una tappa fissa. Invece di un romanzo ambientato in città, ti consiglio il Lamento di Portnoy di Philip Roth, noto narratore yiddish che, in visita a Torino, fece tappa alla Luxemburg prima di una lunga e intensa intervista a Primo Levi.
La Conchiglia
Via Le Botteghe 12, Capri
Capri è uno dei posti più belli al mondo, almeno per me. E qui c’è una libreria a misura d’isola: piccolina ma con un fascino irresistibile. Si tratta de La Conchiglia, dal nome della casa editrice. Al suo interno troverai solo libri dedicati al Mediterraneo, ai viaggi, alla vita tra costa e isole e, naturalmente, a Capri. Sono tantissimi gli scrittori che hanno trovato qui la loro ispirazione: da Raffaele La Capria a Axel Munthe, da Erri de Luca ad Alberto Moravia: cercali tra gli scaffali! Oppure, se preferisci i libri fotografici, sfoglia quelli che documentano il passaggio delle numerosissime celebrities che hanno sostato all’ombra dei faraglioni: da Jackie Kennedy a Brigitte Bardot, da Totò alla Loren. Oltre al punto vendita di via Le Botteghe, La Conchiglia dispone anche di una seconda sede in via Camerelle 18 che affianca al reparto libri anche una deliziosa galleria d’arte.
Cosa comprare: Vita dolce vita, di Marcella Leone De Andreis, per immergerti completamente nelle atmosfere della Piazzetta.
Libreria Fahrenheit 451
Campo de’ Fiori 44, Roma
Fino a poco tempo fa ti avrei consigliato la bellissima Libreria del Viaggiatore, non lontana da Piazza Navona. Tra romanzi, guide turistiche e cartine, avevo scovato un libriccino su New York, pieno di spunti per costruire itinerari a tema. Purtroppo, l’esercizio ha chiuso i battenti a inizio 2020 dopo decenni di attività. Ti suggerisco allora la Fahrenheit 451, un’altra libreria storica e indipendente, situata in Campo de’ Fiori. Oltre a una fornitissima sezione dedicata al cinema e allo spettacolo, offre numerosi titoli di narrativa, saggistica e persino libri rari.
Cosa comprare: i Racconti Romani di Alberto Moravia, il mio autore italiano preferito in assoluto e Ragazzi di Vita di Pasolini. La prossima volta però vorrei cercare un buon titolo su Fellini o De Sica.
Acqua Alta
Calle Lunga Santa Maria Formosa 5176b, Venezia
Situata nel sestiere Castello, la conoscono tutti, amanti della lettura e non. A renderla così famosa è senza dubbio il particolare “arredo”: oltre ai tradizionali scaffali, i libri sono infatti stipati in vasche, barche e, naturalmente, gondole. L’idea è quella di metterli in salvo nei periodi di acqua alta, impedire insomma che vengano infradiciati e distrutti. Anche se diversi volumi sono andati persi nel corso degli anni, in questa libreria non si butta nulla: vecchie enciclopedie dalle pagine scolorite, una volta zuppe e poi di nuovo asciutte, ispessite, sono diventate i gradoni di una scala di carta e cartone drappeggiata nel piccolo cortile del negozio.
Sebbene originalissima e unica nel suo genere, non nascondo che l’Acqua Alta mi ha un po’ delusa. Mi piace il caos ordinato che regna al suo interno e la piccola apertura da cui si intravede il canale retrostante, quello sì. Amo però le librerie silenziose, quelle dove puoi fermarti a sfogliare tutte le pagine che vuoi e chiacchierare con un libraio. Qui, no. Se dovessi associare l’Acqua Alta a una parola ne avrei una sola: calca. Ecco l’ennesima tappa-instagram, quella dove sgomita per entrare anche chi un libro in vita sua non l’ha mai letto e, diciamoci la verità, mai lo leggerà. La pila di volumi su cui sedermi ce l’ho a casa, non mi serve andare a Venezia 😉
Cosa comprare: se riesci a eludere la gente in coda per entrare nel cortile e farsi una foto, quella in coda per avvicinarsi al canale e farsi un’altra foto e quella in coda per mettersi in coda per – indovina – farsi l’ennesima foto… recupera Venezia è un pesce di Tiziano Scarpa, una guida eccentrica e spiritosa alla Serenissima.
Librerie di Port’Alba
Napoli
Ti potrei citare la Libreria Antica e Moderna Fiorentino. Oppure Colonnese. Ma la verità è che il mio posto preferito non è una libreria, ma è un’intera strada. Via Port’Alba è lunga poche centinaia di metri ma potresti facilmente passarci più di un’ora. Qui, l’odore della carta si mescola all’aroma del caffè dei tavolini della vicina Piazza Dante e al profumo fragrante del cibo di strada.
Fino alla fine del Settecento è stata un mercato ortofrutticolo: poi, da San Biagio dei Librai, la porzione inferiore di Spaccanapoli, sono arrivati tipografi e venditori di libri. E così la carta stampata ha trovato posto vicino a pomodori, friarielli e limoni. Frutta e verdura oggi non ci sono più, ma persistono – proprio come i palazzi settecenteschi che costeggiano la via – bancarelle e scaffali stracolmi di romanzi di ogni genere.
Cosa comprare: visto che Lenù si aggirava a cercare ispirazione proprio in questa via, potresti acquistare una copia dell’Amica Geniale, magari quella che ho io: il cofanetto della E/O che racchiude tutti i quattro volumi della più grande saga moderna partenopea. Oppure, se hai voglia di Napoli ma hai già la Ferrante nella libreria di casa, cerca le sempreverdi Serao e Ortese o lo sconvolgente, bellissimo Malaparte de La Pelle.
Caffè San Marco
Via Battisti 18, Trieste
Un caffè? Proprio così! La libreria che ti propongo si trova all’interno di uno dei caffè storici di Trieste, il San Marco. Ritrovo di studenti e intellettuali sin dagli inizi del ‘900, questo caffè è noto alla cronaca per essere stato, durante la prima guerra mondiale, un laboratorio di produzione di passaporti falsi per consentire l’ingresso in Italia di patrioti antiaustriaci. Distrutto dalle truppe nemiche, il San Marco resta chiuso a lungo, per poi riaprire nel secondo dopoguerra.
Completamente restaurato, oggi è un locale tutto mogano e specchi, con stucchi in oro decorati a foglie e bacche di caffè. Un locale affascinante che riprende lo stile di inizio ‘900, dove, dopo aver ordinato un Capo in B e una fetta di rigojanci, si può scegliere un buon libro nell’ampia sala laterale che funge, appunto, da bookshop.
Cosa comprare: c’è una sezione piccolina ma ben fornita di volumi dedicati a Trieste e al Friuli; oppure potresti optare per un libro scritto dagli avventori abituali del Caffè San Marco: Italo Svevo, Claudio Magris o James Joyce.
Feltrinelli RED
Piazza Gae Aulenti 1, Milano
Non sono una purista delle librerie indipendenti, te lo dico. Non ho nulla contro i franchising e sventolo con orgoglio la mia Carta Effe della Feltrinelli perché, esattamente come i libri, anche le librerie non vanno giudicate dalla copertina ma dal contenuto. E quindi a Milano ti consiglio due giganti. Uno è proprio Feltrinelli: anche se il mio punto vendita di riferimento è quello in piazza Duomo, molto carino è il RED di Gae Aulenti. RED – che per chi non lo sapesse è un acronimo che sta per Read, Eat and Dream – è un particolare format ideato da Feltrinelli, che invita all’intrattenimento e al relax. Nei puti vendita RED, oltre ai libri, trovi anche angoli green con tavoli e poltroncine da lettura, spazi eventi e un bistrot, ideale per una colazione, una pausa pranzo, un the delle 5 e persino un aperitivo. E il dehor dà sulla fontana di Gae Aulenti, proprio sotto la torre Unicredit.
Molto bella è anche la Rizzoli in Galleria Vittorio ma sono onesta: non acquisto mai nulla perché altrimenti come accumulare punti fedeltà sulla Effe?
Cosa comprare: circa metà della libreria di casa viene da qui. Lasciati ispirare dal momento.
Buone letture!
Io ho regalato tante volte dopo ogni sosta a Venezia (una settimana l’anno in primavera) un “Venezia è un pesce”, trovato però in Santa Margherita. Godibilissimo!
A “Acqua Alta” ogni volta è sempre stata la prima volta. E comunque mi sono sempre persa, fisicamente e non. Bellissima!
Ti saluta Gin!
Ciao
Sì, è una guida unica nel suo genere! Ho visto tra l’altro che negli ultimi anni è uscita la versione rivista e aggiornata con nuovi capitoli. La mia edizione è vecchiotta! 🙂