Immersi nella luce del Nord: Stoccolma in dieci esperienze

Cosa fare a Stoccolma
Lago Mälaren, Stoccolma
Idee e indirizzi per un weekend nella più bella delle capitali scandinave

Come anticipato qui, la Svezia è stata la meta del mio primo viaggio all’estero dopo due anni di pandemia. Prima di raggiungere la Lapponia, ho trascorso due giorni a Stoccolma che, visitata tanti anni fa in un gelido e piovoso weekend di maggio, ho riscoperto sotto un cielo che più blu non potevo desiderare. Eccola qui in dieci esperienze tutte da vivere, per sentirsi – finalmente, dopo tanto tempo – nuovamente altrove, nuovamente in viaggio.

#1: Passeggiare tra i vicoli di Gamla Stan
Chi non conosce le due casine, la gialla e la rossa, che in quella piazza con i cumuli di neve agli angoli, se ne stanno strette strette come a scaldarsi? Siamo sull’isolotto di Stadsholmen e la piazza è Stortorget, la più antica della città nonché cuore di Gamla Stan, il nucleo originario di Stoccolma. Di impianto medievale, questo quartiere ha conosciuto la sua età dell’oro tra il 1600 e il 1700, quando divenne il fulcro degli scambi commerciali: le colorate abitazioni che lo caratterizzano, erano un tempo le case dei mercanti.

Oggi, Gamla Stan è un’area molto turistica, ma altrettanto vivace e divertente. Basta fermarsi a guardare le vetrine per capire cosa intendo: una è piena di maglioni di lana, un’altra – è una pasticceria! – è tutta color zucchero filato, un’altra ancora propone elmetti e armature vichinghe. E poi ci sono soprammobili di design, coltelli dal manico di legno e portachiavi di corno d’alce; c’è persino un’intera libreria a tema fantasy.

Per esplorare il quartiere, comincia da una delle vie principali che l’attraversano – Västerlånggatan, Stora Nygatan o Österlånggatan – e poi passa ai vicoletti che da esse si dipanano: Prästgatan, con la sua fila di casette ocra, può fare al caso tuo. Infine, non perderti il Palazzo Reale e attendi il cambio della guardia: si tiene a giorni alterni, intorno alle 13.

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#2: Comprare un Dala, il cavallo portafortuna
Non tutti sanno che uno dei simboli della Svezia è un cavallino di legno chiamato Dala, in svedese Dalahäst. Frutto di un’antichissima tradizione artigiana, il Dala fa la sua comparsa nel 1700: inizialmente realizzato con gli scarti ottenuti dalla produzione degli orologi a muro, è stato per secoli il giocattolo prediletto dei bimbi scandinavi.  Fu soltanto nel 1939, in occasione dell’esposizione Universale di New York, che il cavallino raggiunse il grande pubblico e, da intrattenimento per i più piccoli, finì per diventare un ricercato oggetto da collezione.

A Stoccolma non c’è negozio di souvenir che ne sia sprovvisto, ma occhio alle imitazioni! Se vuoi acquistare un Dala autentico – dato che si dice porti fortuna! – o soltanto saperne di più sulla sua storia, visita il piccolo museo-boutique ad esso dedicato. Se decidi di comprarne uno per te o per i tuoi cari, scegli accuratamente il colore dato che ciascuna tinta ha il proprio significato. Il Dala più comune è forse quello rosso, simbolo di energia e passione; io ne ho comprato uno blu che, in seguito, ho scoperto essere portatore di stabilità e integrità.

Il museo del Dalahäst è gratuito e si trova nella piazza di Stortorget al numero 14. Questo il sito ufficiale.

#3: Fare un tour dell’arcipelago
La chiamano Venezia del Nord ed è facile indovinare il perché. Edificata su 14 isole, collegate tra loro da circa 60 ponti, Stoccolma fa parte di un arcipelago di quasi 30.000 terre emerse, uno dei più grandi del Mar Baltico. Per scoprirne la bellezza – almeno in parte, data la sua estensione! – puoi pensare di prendere parte a un tour in battello. Poche ore o un’intera giornata: scegli tu quanto in là vuoi spingerti sulle freddi correnti del nord.

#4: Meravigliarti nella Tunnelbana
Sembrano antri magici, grotte ancestrali, mondi paralleli. E invece sono le stazioni della Tunnelbana, la metropolitana della città. Che, per quanto mi riguarda, è la più bella del mondo (sono rimasta sottoterra quasi tre ore!) Il sottosuolo di Stoccolma cela infatti arcobaleni, foreste di abeti, trichechi, mammut e, soprattutto, tanto tanto colore, forse per contrastare le lunghe notti dell’inverno svedese. Lunga circa 110km, la Tunnelbana conta tre linee e numerose stazioni in cui vale la pena scendere anche senza riemergere in superficie: te ne parlo meglio in questo post.

#5: Fare la fika
No, non è quel che credi! Fika è un termine che potremmo tradurre come ‘pausa caffè’, anche se nulla ha a che vedere con il nostro espresso veloce consumato al banco, né con le mug-to-go americane. La fika svedese è un momento in cui staccare davvero la spina, da trascorrere in un luogo accogliente, cozy, per recuperare energia e sentirsi bene. Questo rituale, già fantastico così, non è però completo senza un’ulteriore coccola: un tazzone bollente e un dolcino.

Protagonista indiscussa della fika è il kanelbulle, una brioche a spirale alla cannella ricoperta di granella di zucchero. La trovi anche in altre varianti (io l’ho provata al cardamomo e alle nocciole ad esempio) ma per me l’originale non lo batte nessuno. Ci sono poi le chokladboll, palline (belle grandi a dire il vero) di cioccolato morbido avvolte in scaglie al cocco, i semlor, grossi bignè ripieni di panna e una serie di torte, tra cui spicca la Prinsesstårta, o torta della Principessa, una cupoletta verde che sembra essere realizzata da una fatina: tra panna, crema pasticcera, marmellata di lamponi, pan di spagna e marzapane, non è certo di facile esecuzione.

Quello che vedi qui sotto è il (gigantesco) kanelbulle di Chokladkoppen, un locale minuscolo dai tavoli in legno situato proprio sotto la casina gialla di Gamla Stan. L’ho abbinato a un profumatissimo chai latte!

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#6: Fare shopping a SoFo e guardare la città dall’alto
Situata nella parte meridionale della città, Södermalm è l’isola più grande dell’arcipelago di Stoccolma. E’ qui che si trova uno dei quartieri più trendy del momento, SoFo (che sta per South of Folkungagatan, una delle vie principali). Se cerchi un locale hipster, un abito vintage, un vinile da collezione, una lampada di design o un bel libro d’arte o di fotografia da esporre nella tua libreria, sei nel posto giusto!

Una piccola chicca: prima di lasciare il quartiere, sali sulla collinetta di Skinnarviksberget, da dove la vista sulla capitale e sul lago Mälaren è impareggiabile.

#7: Dormire in uno yacht
Hotel centrali ma costosi, economici ma molto defilati, camere ampie ma senza finestra (frequentissime in Svezia!)… e poi è spuntato lui, il Mälardrottningen. Ancorato ai fondali nei pressi dell’isolotto di Riddarholmen, a due passi da Gamla Stan, si tratta di uno yacht d’inizio ‘900, completamente restaurato e adibito a hotel dopo anni di navigazione. Niente camere dunque ma cabine, niente hall di particolare rilievo ma un bel ponte che funge da terrazza panoramica: da lassù puoi ammirare le guglie appuntite della città, la torre dello Stadshuset (il Municipio), e lo splendido lago Mälaren che si fonde con il Mar Baltico.

A marzo la sua superficie è ancora ghiacciata: i primi lastroni cominciano a spaccarsi ma buona parte del lago è ancora solido. Fare colazione con un piatto di aringhe in salamoia, vedere un gruppo di pattinatori che scivolano veloci sul ghiaccio baciati dalla fredda, inconfondibile luce del Nord… ti fa pensare che sì, sei in un altro mondo.

#8: Visitare un museo a tema
Situato sull’isolotto di Djurgården, il mio preferito è il Vasamuseet, un museo che… espone un solo pezzo. Ma un pezzo super: l’unico vascello del 1600 a essere giunto praticamente intatto ai giorni nostri. Il galeone in questione è il Regalskeppet Vasa, colato a picco pochi minuti dopo il varo (gli ingegneri non erano il massimo) e riportato alla luce insieme al suo tesoro di cimeli soltanto tre secoli dopo, nel 1960. Nel museo è visibile l’intero galeone in perfetto stato, oltre a tutta una serie di sculture, armi, oggettistica, equipaggiamento di bordo e persino gli scheletri di alcuni dei marinai affondati con la nave.

In alternativa (o in aggiunta!), potresti pensare di visitare Fotografiska, un museo dedicato alla fotografia contemporanea e ospitato nella scenografica cornice di un vecchio magazzino industriale di Södermalm; il Museo dei Vichinghi, il Nobel Museum o, ancora, quello interamente dedicato agli Abba. Potevano forse mancare?

#9: Assaggiare la cucina locale
Le gustose polpette svedesi, o köttbullar, le conosciamo tutti, ma una cosa è mangiarle all’Ikea, un’altra in quel di Stoccolma! Grandi o piccole che siano, vanno però sempre accompagnate da purè, lingonberry (mirtilli rossi) al naturale o in composta e da una salsina a base di senape. Tra gli altri piatti di carne, alce e renna vanno per la maggiore, proprio come in Lapponia.

Passiamo al pesce. Come antipasto un po’ particolare ti suggerisco il gubbröra, una pietanza a base di acciughe, cipolla, aneto, erba cipollina e rosso d’uovo. Quest’ultimo ti viene servito a parte – crudo – e dovrai mescolarlo al piatto, facendo così una sorta di pastone: non a caso gubbröra si potrebbe tradurre con “pastone del nonno”. Se vuoi un piatto meno impegnativo, opta per le aringhe sottaceto (sill) o intinte in salse profumate che ne esaltano il sapore. O ancora, prova il löjrom, uova di pesce di un bell’arancio intenso (credo si tratti di una particolare specie di coregone baltico), presentate insieme a panna acida, aneto e cipolle o come topping di skagen e smörgås. Questi ultimi, rispettivamente toast e sandwich locali, hanno la particolarità di essere serviti aperti, ossia su di una sola fetta di pane.

Questo qui sotto ad esempio è uno räksmörgås, un sandwich stracarico di gamberi freschissimi e löjrom. L’ho assaggiato da Östermalms Saluhall, un mercato coperto dove, oltre a fare la spesa, è anche possibile sedersi per un boccone gourmet.

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#10: Fare un tuffo negli anni ’90 con l’Icebar
Ammetto che non è un’esperienza imprescindibile, però l’ho trovata carina. Hai presente i famosi Icehotel? Il capostipite, che è poi stato imitato e riprodotto in varie parti del mondo, è nato – e si trova tutt’ora – nella città di Jukkasjärvi, nella Lapponia Svedese. L’Icebar di Stoccolma è un suo spin off; realizzato dagli stessi ideatori, si basa sullo stesso principio, ossia quello di far vivere all’utente un’esperienza… glaciale. Mantenuto a una temperatura costante di -5 gradi e ricostruito ogni primavera, l’Icebar è interamente fatto di ghiaccio: pareti, bancone, arredi, persino i bicchieri. Per il resto funziona come un qualsiasi altro bar, con la differenza che, all’entrata, ti vengono forniti un paio di guanti e una calda mantellina con cappuccio e il tuo tempo di permanenza non può superare i 45 minuti. Musica techno a palla, cocktail dai colori fluorescenti (ricordi l’Angelo Azzurro?)… ed è subito anni ’90!

L’Icebar si trova all’interno dell’Hotel C Stockholm, ed è centralissimo, vicino alla stazione. Meglio prenotare l’ingresso; lo puoi fare qui.

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