Di solito andiamo a Ovest, oppure a Sud. E ci saremmo andati anche questa volta, non fosse che una serie di imprevisti – in ordine sparso: patenti smarrite, voli cancellati, covid, altri voli cancellati, tendiniti, vulcani, altri (ancora!) voli cancellati – ci abbiano fatto desistere.
Basta: “viriamo a Est”, ho detto. Un paio di settimane dopo, eravamo in una pagoda dal tetto rosso.
– ITINERARIO VIETNAM E CAMBOGIA –
(2 settimane)
GIORNO 1: Arrivo ad Hanoi
Good morning Vietnam! Arriviamo in aeroporto prestissimo ma per noi è piena notte: un early check-in ci consente di riposare qualche ora per abbattere un po’ il fuso. Nel pomeriggio, siamo pronti per esplorare l’Old Town e le strette stradine del Quartiere dei 36 Mestieri e, successivamente, il placido Lago della Spada con il suo tempio eretto proprio nel mezzo. Un risciò ci trascina poi nel folle traffico cittadino: attenzione ai motorini!
GIORNO 2: Hanoi
La nostra giornata comincia con un colorato mercato locale: frutti esotici, verdure, spezie e… qualche boccone (apparentemente prelibato!) che mai mi sarei aspettata di assaggiare. Uno sguardo al mausoleo che ospita le spoglie di Ho Chi Minh, padre fondatore del Vietnam moderno, visita all’antichissima pagoda di Tran Quoc e poi pranzo presso una famiglia locale, che ci svela qualche segreto in cucina. Nel pomeriggio, sosta al celebre Tempio confuciano della Letteratura, al museo dell’Etnografia per scoprire gli oltre 50 (!) gruppi etnici presenti in Vietnam e merenda con un tradizionale egg coffee, da gustare in una caffetteria nascosta in una delle tante case a tubo che caratterizzano l’architettura di Hanoi.
GIORNO 3: Hanoi – Ninh Binh (110km)
La provincia di Ninh Binh, situata nei pressi del delta del Fiume Rosso, è nota per le sue bellezze naturali: il modo migliore per esplorarla è in sella a una bici. Arrivati al molo di Tam Coc, noleggiamo il nostro mezzo e cominciamo a pedalare tra le risaie. Facciamo tappa alla pagoda di Bich Dong, il tempio di giada, che, costruito su tre livelli, è incastonato come un gioiello nella montagna. Raggiungiamo la riserva naturale di Thung Nham e saliamo su di un sampan, tipica barchetta a remi che ci porta dentro uno scenario dal sapore fantasy: colline verdi, fiori di loto a pelo d’acqua e grotte scure, dove i pipistrelli dormono appesi a testa in giù.
GIORNO 4: Ninh Binh – Baia di Ha Long (200km)
Mattinata di trasferimento per raggiungere il porto di Ha Long: una giunca ci porterà nella celebre baia. Nemmeno il cielo plumbeo riesce a rovinare l’atmosfera ovattata che si viene a creare in navigazione: la bruma ridisegna i profili delle centinaia di isolotti e faraglioni che affiorano dal mare, sfumandone i contorni e dipingendoli di tutte le tonalità del verde, colore simbolo di armonia. Attracchiamo sull’isolotto di Ti Top, per vedere questo incredibile spettacolo dall’alto e poi risaliamo a bordo. Trascorriamo la notte in giunca, sospesi nella baia.
GIORNO 5: Baia di Ha Long – Hanoi (200km) / Volo per Hoi An (1h30)
Una sessione di Tai Chi ci attende sul ponte della nave: un debole sole è appena sorto e abbiamo uno sfondo d’eccezione! Visitiamo la spettacolare Grotta della Sorpresa (Hang Sửng Sốt), situata sull’isola di Bo Hònuna e poi riprendiamo la navigazione verso il molo di Ha Long. Prima di arrivare in aeroporto, una tappa a Con Son, definita ‘la pagoda benedetta dal cielo’.
GIORNO 6: Hoi An – Tra Que – Hoi An
Eccoci nella città delle lanterne! Delicata e pittoresca, Hoi An racconta un Vietnam antico, punteggiato di sartorie e botteghe artigianali. La attraversa il fiume Thu Bon che, la notte, si accende dei colori delle lanterne che scivolano sull’acqua. Nel frattempo, però, approfittiamo di un sole finalmente splendente per montare nuovamente in sella! Attraversiamo in bicicletta le campagne alla volta del villaggio di Tra Que, dove ci aspetta una lezione di cucina: impareremo a fare i gustosi bánh xèo, le crepes vietnamite. Prima di tornare a Hoi An, un bel massaggio ai piedi.
GIORNO 7: Hoi An – Myson – Hue (180km)
Myson, ‘la bella montagna’ patrimonio UNESCO, è il principale centro archeologico del Paese, paragonabile al complesso di Angkor in Cambogia. Costruito dall’etnia Cham tra il quarto e il tredicesimo secolo, è stato tuttavia gravemente danneggiato dai bombardamenti degli anni 70, tanto che le zone circostanti – forestali – non sono ancora state totalmente sminate. Nel pomeriggio, trasferimento alla cittadina di Hue attraverso il famoso “colle delle nuvole” che offre dalla sua cima uno stupendo panorama sul litorale.
GIORNO 8: Hue / Volo per Saigon (Ho Chi Minh City) (1h30)
Capitale della nazione e sede della dinastia Nguyen sino al 1945, Hue è il simbolo della cultura e della storia del Vietnam. Visitiamo la Cittadella Imperiale, che ricalca le pianta della Città Proibita di Pechino, e navighiamo sul Fiume dei Profumi per raggiungere Thien Mu, la pagoda della Signora Celeste. Dopo pranzo, visita agli imponenti mausolei degli imperatori defunti: Tu Duc, Minh Mang e Khai Dinh. In serata, voliamo a Saigon.
GIORNO 9: Saigon – Delta del Mekong – Saigon (180km)
Partenza in direzione di Ben Tre, piccolo villaggio dove ci imbarcheremo per risalire il Chet Say, una delle diramazioni in cui il Mekong si frantuma alla sua foce. Il fiume rosso di limo, le palme tutto intorno, i cocchi che sfiorano l’acqua e qualche sporadico pescatore a caccia di gamberi: lo scenario è da film! Rientriamo a Saigon in tardo pomeriggio, in tempo per un giro a piedi della città che, però, dà il meglio di sè a notte fonda, quando si riempie di vita trasformandosi in un tripudio di luci, karaoke e palloncini kawaii.
GIORNO 10: Saigon – Cu Chi – Saigon (120km) / Volo per Siem Reap, Cambogia (1h)
Non sarà una giornata come le altre quella di oggi. Non la vivremo con spensieratezza, non la capiremo fino in fondo. Il Museo dei Residuati Bellici, con foto di Burrows, Capa e molti altri è un vero pugno nello stomaco: racconta senza veli tutto l’orrore della guerra contro gli americani. I tunnel di Cu Chi mostrano invece l’ingegno e la tenacia dei Vietcong, più propriamente detti Viet Minh: reticoli lunghi fino a 200 km per un’esperienza ai limiti della claustrofobia. In serata, lasciamo il Paese: atterreremo nella vicina Cambogia appena un’ora dopo.
GIORNO 11: Templi di Angkor (1)
Prima delle due giornate dedicate al parco archeologico di Angkor, che al suo interno racchiude circa 300 templi – induisti e buddisti – costruiti durante il lungo Impero Khmer. Visiteremo Ta Phrom, il tempio inghiottito dalla foresta tropicale, reso celebre dal film Tomb Raider; il maestoso Pre Rup; il raffinato Banteay Srei e, infine, Angkor Wat che ci lascerà letteralmente senza parole! La sera, in giro per Siem Reap, assaggiamo grilli e bachi da seta: only the brave!
GIORNO 12: Templi di Angkor (2)
Sveglia poco prima dell’alba: un tuk tuk ci porta nuovamente ad Angkor Wat per vedere il sole sorgere alle spalle delle sue torri che, mentre il cielo si colora, spiccano come nere silhouette. La mattinata prosegue con la visita di altri templi: Preah Khan, Thommanon, Chau Say Tevoda e Neak Pean che sorge in mezzo a un’isola. Nel pomeriggio, è la volta di Bayon con i suoi 216 (giganteschi!) volti di Buddha, e Angkor Thom, ultima capitale dell’Impero Khmer. Un salto al museo nazionale di Angkor prima di rientrare in hotel, dove ci aspetta una (rilassante?!?) ora di massaggio thai.
GIORNO 13: Lago Tonlé Sap (80km) e volo di rientro in Italia
Giornata dedicata ai villaggi galleggianti di Kompong Khleang, agglomerati di palafitte costruite per adeguarsi alla portata d’acqua del lago Tonlé Sap e dei canali che in esso si immettono. Ora navigando sul lago, ora camminando su quell’unica, lunga strada che unisce i villaggi nel periodo di secca, veniamo a contatto con una Cambogia autentica, dove la vita, fin dalla più tenera età, ruota intorno ad attività di pesca e conservazione del pesce. In serata, volo per l’Italia.
GIORNO 14: Arrivo in Italia
Distanza percorsa in auto: circa 1000km
Best memories: La bellezza malinconica della baia di Ha Long. Chung, Mai e Tchan: tre guide, tre volti del Vietnam. Il pho che si dice /f/. I fior di loto chiusi sotto la pioggia. “Stiamo rientrando” (cit.). Angkor Wat che non capisco come fa a non essere una delle sette meraviglie del mondo. La crema di sole. Gangnam Style e il divertimento inverosimile dei basket boat. La foresta che invade i templi. Le lanterne sul fiume di notte. Le palme in faccia sul tuk tuk. Le rane allo spiedo e la carta di riso sempre e comunque. Il nón lá di bambù e il cappellino da Vietcong. Le danzatrici celesti incise su ogni pietra. I Buddha, i diavoli e il serpente.
Fuso orario: GMT+7 in entrambi i Paesi
Quando andare: Con quasi 2000 km di coste, il Vietnam presenta microclimi molto differenti, dunque se a nord il tempo è brutto, a sud potrebbe invece essere bellissimo. Di conseguenza, non esiste un ‘periodo migliore’ per visitare il Paese. Tuttavia, essendo come tutto il sud est asiatico una zona soggetta ai fenomeni monsonici, suggerirei di evitare i mesi in cui la pioggia è più intensa, ossia: il periodo maggio-ottobre al nord; settembre-novembre al centro; maggio-ottobre al sud. Tieni comunque presente che, ad eccezione del nord-est del Paese dove gli inverni possono essere piuttosto freddi, il Vietnam gode sempre e comunque di un clima caldo e umido: le piogge improvvise, così come i colpi di calore, sono sempre da mettere in conto.
La Cambogia ha invece un clima più uniforme: caldo tutto l’anno, presenta due sole stagioni, quella monsonica da maggio a ottobre, e quella secca da novembre ad aprile (in cui, in ogni caso, le piogge non sono da escludere a priori).
Moneta: đồng vietnamita (VND) e riel cambogiano (KHR). Nota bene: parallelamente alla valuta locale, in Cambogia, il dollaro statunitense viene utilizzato come moneta corrente.
Metti in valigia: Abiti comodi e leggeri, un maglioncino da indossare nei locali con a/c. Non dimenticare un paio di scarpe chiuse e antiscivolo, utili soprattutto per la visita ai templi di Angkor, e un repellente per aree tropicali: in entrambi i Paesi è possibile contrarre dengue o malaria.
In Vietnam, porta sempre con te un berretto per il sole e un k-way per la pioggia. Se ti piace l’idea, una volta sul posto, puoi pensare di acquistare un (poco pratico ma sicuramente adatto allo scopo) nón lá, il tipico copricapo vietnamita, perfetto per ripararsi da qualunque agente atmosferico.
Ricorda che:
*Per soggiorni in Vietnam inferiori ai 15 giorni e con ingresso singolo, i cittadini italiani non hanno bisogno di alcun visto. Per soggiorni più lunghi e non superiori al mese, è invece necessario richiedere il visto online o in ambasciata. Il VOA (Visa on Arrival), è solitamente sconsigliato.
Per entrare in Cambogia è invece obbligatorio essere in possesso di visto: anche in questo caso, il VOA è sconsigliato in quanto non tutti i punti d’accesso al Paese sono autorizzati ad emetterlo. Meglio richiederlo online preventivamente: la procedura è molto semplice e riceverai il visto direttamente nella tua casella di posta elettronica entro cinque giorni lavorativi. Il suo costo si aggira intorno ai 30 USD e ha validità di un mese.
*Se nel sud est asiatico un abbigliamento modesto è sempre molto apprezzato, per visitare il comprensorio di Angkor è invece obbligatorio: si tratta di un luogo sacro e, per questo, spalle e gambe (almeno al ginocchio) vanno coperte. Niente canotte o shorts dunque, perfette invece magliette a mezza manica, gonne lunghe e pantaloni in cotone leggero, come i thai fisherman pants che si vendono un po’ dappertutto. Comodissimi, il problema è solo capire come allacciarli!
*In Cambogia viene espressamente richiesto ai turisti di non dare spiccioli o caramelle ai bambini. E’ un divieto serio, stampato anche sul retro del biglietto d’ingresso ad Angkor, ad esempio. Una crudeltà? Non proprio. Per comprendere il perchè di questo veto, vale la pena spendere due parole sul Paese. In Cambogia, non c’è un vero e proprio obbligo di istruzione. Sebbene i genitori che propendono per la scolarizzazione dei figli siano in aumento, sono ancora tanti quelli che preferiscono tenere con sè la prole – femmine in primis – affinchè diano una mano in casa. Torniamo ora al dollaro. Cos’è per noi? Nulla: un caffè, una cartolina. Per un bambino è invece un’alternativa tangibile alla scuola, un guadagno facile e immediato destinato tuttavia, per meri motivi anagrafici, a cessare nel giro di qualche anno. Vivere alla giornata o costruirsi un futuro: un dollaro potrebbe fare la differenza e, seppur col cuore pesante, non farne dono è un segno di rispetto verso i bambini e, non da ultimo, verso tutto il Paese.
*Il tempo è sempre tiranno e la nostra puntata in Cambogia è stata decisamente troppo breve. Sogno dunque di tornarvi, per spingermi nei templi più remoti di Koh Ker e salire sulla piramide di Prasat Thom, per curiosare tra i mercati di Battambang e assaggiare altro kralan, per vedere Phnom Penh e imparare qualcosa di più sulla triste, folle storia del regime Pol Pot. Il Vietnam è un bellissimo Paese e la sua gente squisita, ma sono stati i pochi giorni trascorsi a Siem Reap ad aver fatto breccia nel mio cuore.
Drive safe!