Elegante ai limiti dell’austero, pervaso di una bellezza malinconica e struggente. Il Vietnam del Nord, caratterizzato da meraviglie naturali ineguagliabili e da marcate influenze cinesi, è profondamente diverso dal resto del Paese. Del mio viaggio on the road è la tappa che, malgrado il meteo avverso, ho amato di più; quella in cui mi piacerebbe far ritorno, soprattutto per esplorare la zona di Sapa, tra le più remote e autentiche del Paese.
Nel frattempo, ecco però 10 esperienze da vivere ad Hanoi e dintorni.
#1. Fare un giro in risciò nel centro storico
Può sembrare una cosa molto turistica (e lo è!) ma, come dico spesso, ‘turistico’ non è necessariamente sinonimo di stupido o di diabolico. Un giro in risciò tra le strade di Hanoi è in realtà un ottimo approccio alla capitale. Accomodati dunque sotto al baldacchino, indossa la mascherina (il covid non c’entra nulla, fallo per lo smog) e lasciati trasportare nel cuore della quotidianità vietnamita.
Prenderai una delle 36 stradine del Quartiere Vecchio, dove passa a stento un’automobile. Vedrai da vicino le case tubo, alte e strette, e guarderai con sospetto quei grovigli informi, pericolanti e pericolosi che sono i cavi elettrici (peggio solo a Kathmandu!). Ascolterai le note dei karaoke, passerai di fronte a negozi e bancarelle che vendono frutta, lacche, sete, cappelli, incensi, statue di Buddha. Alle volte il risciò si fermerà per far passare una signora con un bilanciere posato sulla spalla – all’interno, banane e sacchetti bianchi (farina di riso?) – ma il più delle volte, procederà indisturbato facendosi largo tra decine di scooter e motorini. Entrerai in quieti boulevard alberati illuminati da file di lanterne di carta, per poi precipitare nuovamente tra traffico e folla. I fili elettrici non ti disturberanno più: sarai troppo impegnato a osservare cosa mangiano tutti quei giovani seduti davanti a un locale in cui fumano grossi pentoloni. Come un giro in giostra, scenderai dal risciò un po’ frastornato, stordito da luci, suoni e odori ma, stanne certo, con un sorriso largo così.
#2. Ammirare i templi e le pagode della capitale
Il panorama religioso del Vietnam è estremamente complesso: sebbene le religioni predominanti siano tre (buddhismo, taoismo e confucianesimo), in molti casi la popolazione non presenta una devozione ‘esclusiva’, tant’è che si parla del concetto tutto vietnamita di ‘tripla religione’ (o Tam Giáo), una filosofia che fonde in maniera armoniosa tutti e tre i credo. A questo scenario già di per sè eccezionale, vanno poi aggiunte minoranze cristiane, induiste, musulmane e persino animiste! A mettere d’accordo tutto il Paese è però il culto dei propri antenati (hieu), venerati alla stregua di dei e costantemente invocati a protezione dei viventi.
Detto ciò, esistono però numerosi edifici religiosi sparsi in tutto il Paese, templi e pagode in primis. Qui ad Hanoi trovi alcuni tra i più belli, a cominciare dal Tempio della Letteratura che è anche – pensa! – la più antica università d’Asia. Dedicato a Confucio, vi si educavano i figli dei Mandarini sin dagli inizi dell’anno 1000 e oggi continua ad essere un luogo carico di significato per tutti gli studenti vietnamiti. Molto romantico è invece il tempio di Ngoc Son, per raggiungere il quale devi attraversare un pittoresco ponticello rosso: sorge infatti su di un isolotto posto in mezzo al Lago della Spada, uno specchio d’acqua che trovi in centro città, oltre che in alcune leggende del folklore locale. All’interno di Ngoc Son fa bella mostra di sè il corpo imbalsamato di una tartaruga: lunga ben 2 metri, appartiene a una specie che abitava il lago prima di estinguersi negli anni ’60; vai a vederla perché nella cultura vietnamita questo animale è simbolo di longevità e, dunque, di buon auspicio! E ancora, non perderti Trấn Quốc, il più antico tempio buddista di Hanoi, un’altissima pagoda di 9 piani (numero magico, perché tanti sono i requisiti necessari al raggiungimento dell’illuminazione) a forma di fior di loto, simbolo di purezza.
Varcata la soglia di questi luoghi mistici, verrai inondato dai profumi degli incensi lasciati ad ardere, vedrai le offerte lasciate davanti alle statue – torte di riso, candele, tè verde e ogni genere di frutto, tra cui la bizzarra ‘mano di Buddha’, un agrume non commestibile la cui forma richiama un po’ una mano) – e, non da ultimo, potrai imbatterti in gente del posto vestita con abiti cerimoniali, pronta per un servizio fotografico: quelli qui sotto, sono due sposini.
#3. Visitare un mercato locale
Molti gourmet sostengono che quella vietnamita sia la cucina più buona di tutta l’Asia. Frugale ma raffinata, speziata al punto giusto, varia notevolmente da un capo all’altro del Paese anche se la regola d’oro è una sola: l’utilizzo di ingredienti freschi. Un giro in un mercato locale è dunque d’obbligo: le aree dedicate a frutta e verdura sono coloratissime e curiose; troverai di certo qualche prodotto che non ti era mai capitato di vedere prima. Ad esempio, conosci il jackfruit? O l’albero del pane? C’è anche la pitaya (o dragon fruit), un frutto fucsia dalle protuberanze verdi e affusolate di cui ero molto amante quando vivevo in Angola. Anche le erbe sono particolari: oltre al coriandolo, va alla grande un basilico dai sentori di limone e il morning glory, una piantina simile ai nostri agretti, da servire come contorno.
E poi si sa, i mercati piacciono tanto perché regalano sempre interessanti spaccati di vita. Se pensi di avere uno stomaco sufficientemente forte, prosegui nella sezione carne e pesce: troverai tartarughe (ahimè!) vive e pronte per farci un brodo, zampe di maiale e altri tagli sanguinolenti, anguille e grossi granchi che cercano di uscire dalle loro bacinelle. La vendita dei polli poi è una vera e propria catena di montaggio: il volatile (ancora vivo) può essere scelto tra quelli in gabbia, dopodichè ci sarà chi lo spenna, chi lo sventra, e, volendo, persino chi te lo cucina. Se poi capiti ad Hanoi in un particolare periodo dell’anno, potresti scovare vere e proprie prelibatezze stagionali. Noi ad esempio ci siamo imbattuti in vasche strapiene di… vermi brulicanti (Che fortunelli eh?). Si tratta dei rươi, vermi amanti delle zone umide e sabbiose (le risaie del nord del paese sono dunque perfette) che vengono raccolti in tardo autunno, quando sono belli grassi. Nonostante l’aspetto non certo invitante, i rươi sono protagonisti di piatti gustosi quali involtini, sughi e le celebri chả rươi, una specie di frittelle preparate unendo ai vermi battuto d’uovo, macinato di maiale, aneto e limone. Cucinate sul momento, le ho assaggiate calde calde: bhè, non sono affatto male se non stai a pensare a cosa c’è dentro!
#4. Fare una lezione di cucina
Con queste premesse, prendere parte a una lezione di cucina si può rivelare molto interessante oltre che divertente! Qui ad Hanoi ci siamo cimentati con due piatti locali, a cominciare dai bánh cuôn, involtini di riso ripieni di un composto di maiale, funghi ed erbe aromatiche. Il difficile è preparare le crepês! La pastella di riso, che cuocerà su di una piastra al vapore, deve infatti essere sottilissima, quasi translucida: ti assicuro che rigirarla con le bacchette non è cosa semplice! La realizzazione del chả cá la vong è stata invece più alla mia portata: si tratta di pezzi di pesce marinati con curcuma, zenzero, succo di limone e nuoc mam (l’onnipresente salsa di pesce), impanati nella farina di riso e infine fritti in olio bollente.
Entrambi i piatti vanno serviti insieme a un intingolo speziato, scalogno fritto, aneto e coriandolo. Ah, sappi che i vietnamiti tengono moltissimo alla presentazione! Per la serie anche l’occhio vuole la sua parte, è necessario che gli involtini siano piccoli e aggraziati e che i piatti siano accompagnati da elementi decorativi: io sono assolutamente negata, ma ci è stato insegnato persino come intagliare pomodori e cetrioli per dar loro le sembianze di un fiore.
#5. Visitare il mausoleo di Ho Chi Minh
“Niente è più importante dell’indipendenza e della libertà”: era questa una delle frasi predilette di Zio Ho, così come viene affettuosamente chiamato ancora oggi. Lungi dall’essere un semplice leader comunista, Ho Chi Minh è stato un vero e proprio eroe nazionale, trascinatore rivoluzionario e carismatico come pochi altri. Ma soprattutto è stato il padre fondatore del Vietnam moderno, che lui stesso ha proclamato Repubblica Democratica durante il discorso alla nazione da piazza Ba Dinh, dove oggi sorge il Mausoleo a lui dedicato.
Scomparso per cause naturali nel 1969, sei anni prima della fine della guerra contro gli Stati Uniti, Ho Chi Minh aveva disposto di essere cremato, ma il culto della sua persona era talmente forte che si decise di non rispettare questa sua volontà. Proprio come Lenin, le sue spoglie sono state imbalsamate ed esposte a chiunque desideri rendervi omaggio. Io purtroppo ho avuto modo di vedere il mausoleo solo dall’esterno, ma se tornerò ad Hanoi non mancherò di farvi tappa.
#6. Assaporare l’atmosfera della baia di Ha Long
Racconta la leggenda che, nella notte dei tempi, l’Imperatore di Giada chiese l’aiuto di un Drago Celeste per difendere il suo territorio dalle ostilità. Il drago riversò allora in mare centinaia di perle che si trasformarono in altrettanti isolotti. Ostacolate da questa fitta maglia di roccia, pericolosa perchè seminascosta dalle nebbie, le navi nemiche decisero di battere in ritirata. Il suo compito sulla Terra era ormai esaurito ma il drago, innamorato della bellezza del luogo che aveva creato, decise di non fare ritorno al Paradiso. Si inabissò in quelle stesse acque, dove si dice viva ancora oggi: Ha Long significa infatti ‘laddove il drago scende nel mare’.
Fuori dal mito, la baia di Ha Long è un vasto braccio del Golfo del Tonchino, caratterizzato dalla presenza di circa 3000 formazioni calcaree coperte di vegetazione, alcune delle quali nascondono grotte e laghetti interni che appaiono o scompaiono a seconda delle maree. Situata a circa 150km da Hanoi, Ha Long è immersa in un’atmosfera ovattata, quasi surreale ed è, lo dico senza mezzi termini, la ragione principale per cui ho scelto di intraprendere un viaggio in Vietnam.
Dalle foto noterai che il tempo non è stato dei migliori. Tuttavia, del mio cielo plumbeo non mi lamento troppo perché, in fin dei conti, poteva andare peggio; questa parte del Vietnam gode di pochissime ore di sole l’anno e, quando non piove (talvolta gli acquazzoni sono tanto forti da rendere impossibile la navigazione), spesse cortine di nebbia impediscono la visuale quasi del tutto. E’ vero, non ho trovato il sereno, ma è stato magico anche così: scivolare lenti sull’acqua, vedere la bruma ridisegnare i profili degli isolotti, sfumarne i contorni e dipingerli di tutte le tonalità del verde… La sensazione di armonia che infonde questo angolo di mondo è rara.
Il modo migliore per visitare Ha Long è a bordo di una giunca: una mini crociera di almeno una notte, meglio due. Oltre a scivolare tra i picchi che punteggiano la baia, avrai anche modo di attraccare su alcuni di essi per godere di spettacolari viste aeree (l’isolotto di Ti Top offre ad esempio uno dei panorami più celebri) e visitare alcune grotte come quella – enorme! – di Hang Sửng Sốt (o Grotta della Sorpresa), situata sull’isola di Bo Hònuna.
#7. Fare thai chi
Piccolo bonus per chi decide di trascorrere almeno una notte in barca: quasi tutte le crociere prevedono una lezione gratuita di tai chi. Il tai chi è una branca delle arti marziali cinesi che, col tempo, si è trasformata in una pratica mirata a stimolare il benessere psico-fisico dell’individuo. Spesso definito come ‘meditazione in movimento’, il tai chi coinvolge in ugual misura la mente e il corpo e si basa su mosse lente e fluide: sequenze di passi, tecniche di pugno e di calcio. Praticata con costanza e impegno, si dice sia in grado di apportare all’organismo notevoli benefici tra cui elasticità muscolare, rafforzamento del sistema immunitario e una maggiore calma interiore; in Cina, si ritiene addirittura che favorisca la longevità!
Se mi segui su questo blog, sai che amo gli sport più dinamici ma, di fronte a questa esperienza, non mi sono tirata indietro: all’alba, sul ponte della giunca, con i picchi della baia di Ha Long a fare da sfondo, è stato un risveglio insolito e piacevole. Il mio movimento preferito? L’abbraccio della Luna (Bao Yue).
#8. Salire le tre pagode di Bich Dong
Conosciuto anche come Tempio di Giada, quello di Bich Dong è un complesso di tre pagode ricavate dal crinale della montagna e collegate tra loro da un sistema di grotte e scalinate in pietra. Situato nella regione di Ninh Binh e dedicato a Buddha, Bich Dong fu costruito nel 1400 e poi ampliato nel 18esimo secolo. Oltre alla sua rilevanza storica e religiosa, è un luogo molto interessante anche da un punto di vista paesaggistico: una volta arrivati alla pagoda più in alto (Thuong), la vista sul panorama che la circonda ripaga la fatica dell’arrampicata (O almeno credo, perchè quando ci siamo stati noi pioveva a dirotto e non abbiamo visto un bel niente)!.
In compenso, mentre ci riparavamo dal temporale, ci siamo dedicati alla lettura delle “Tavole del Karma”, cartelloni illustrati affissi alle pareti di una delle pagode che, sulla base del comportamento tenuto in questa vita rivelano cosa capiterà nella prossima, a seguito della reincarnazione. Qualche esempio: Non rispetti l’ambiente? Avrai una vita breve; Inganni le persone? Sarai uno stupido; ma anche: Spendi i tuoi soldi in modo saggio? Sarai un ottimo uomo d’affari; Gioisci per i successi degli altri? Avrai fortuna. Insomma, veri e propri contrappassi danteschi!
#9. Navigare in sampan a Tam Coc
Sorge nei pressi del delta del Fiume Rosso, a circa 100km da Hanoi ed è una delle aree più affascinanti del Vietnam. Considerato una sorta di Ha Long terrestre, Tam Coc, nella provincia di Ninh Binh, è un villaggio rurale immerso in uno scenario dal sapore fantasy, fatto di risaie, alti pinnacoli verdeggianti, fiori di loto che sbocciano a pelo d’acqua e grotte scure, dove i pipistrelli dormono appesi a testa in giù.
Il modo migliore per visitare la zona è a bordo di un sampan, la tipica barchetta a remi del sud est asiatico: come ti raccontavo qui, le barcaiole sono tutte donne e sono solite remare con i piedi (!), sfruttando dunque la forza delle gambe invece che delle braccia.
#10. Fare merenda con un egg coffee
Non tutti sanno che il Vietnam è il secondo esportatore di caffè al mondo. Importato dagli europei nel 1700, il caffè è diventato uno dei prodotti di punta del Paese e ha dato origine a una vera e propria cultura della tazzina, naturalmente con un’interpretazione tutta locale! Servito caldo, freddo e persino salato, il più goloso è senza dubbio il Cà phê trứng, il caffè all’uovo tipico della città di Hanoi, diffuso anche nel nord del Paese.
Si tratta di caffè caldo sovrastato da una deliziosa, spessa cremina a base di tuorlo d’uovo lavorato con zucchero e latte condensato (secondo alcuni anche del burro): una bomba che assolutamente vale la pena gustare!
Buon viaggio!