Le strade della lavanda: un itinerario in Provenza

In cerca dello scorcio perfetto tra i borghi medievali del Luberon e i campi viola di Valensole

Le dolci curve di una strada assolata, il frinire delle cicale, un artista in cerca di ispirazione, borghi minuscoli che diventano ancor più deliziosi nella sonnolenza del primo pomeriggio. Questa per me è la Provenza. All’elenco manca solo una cosa: il profumo della lavanda.

In questo post troverai tante info utili per organizzare il tuo viaggio durante il periodo della fioritura, insieme ad alcune curiosità. La prima, forse, ti scioccherà!

Quella che vedi… non è lavanda!
Proprio così. Non tutti sanno che solo il 10% dei campi della Provenza è coltivato a lavanda vera e propria (lavandula angustifolia). Sulla stragrande maggioranza dei terreni sboccia infatti un ibrido, il lavandin (in italiano ‘lavandino’), nato dall’incrocio tra lavanda angustifolia e lavanda latifolia. Tale disparità è dovuta a motivi puramente commerciali; una volta distillato, la resa per ettaro del lavandin è fino a quattro volte superiore a quella della vraie lavande. Attenzione però: non per questo il lavandin deve essere considerato un prodotto di serie B. Il suo profumo è giudicato molto più intenso di quello della lavanda originale e, visivamente, la pianta è persino migliore! Il fiore del lavandin, che ricorda un po’ la forma di una spiga, è infatti di un bel violetto acceso e cresce a formare le caratteristiche bulles, quei cespugli grandi e tondeggianti che hanno reso la Provenza celebre in tutto il mondo.

Nella maggior parte dei contesti, si tende però a sorvolare sulla differenza e a parlare genericamente di ‘lavanda’, cosa che, in questa sede, farò anch’io.

Qual è il periodo migliore per vedere la fioritura?
Come nel caso di ogni evento naturale, anche per la fioritura della lavanda non è possibile definire date precise. Indicativamente, però, il periodo migliore è quello che va da metà giugno a metà luglio. Oltre alle condizioni climatiche dell’anno in corso (più o meno caldo, più o meno piovoso), incidono sulla fioritura anche altitudine e latitudine: gli altopiani della Provenza sono diversi e molto estesi, il che significa ad esempio che quando la lavanda ha raggiunto il suo massimo splendore sul Plateau d’Albion, in zona Valensole potrebbe già essere stata recisa. Non pianificare dunque il tuo viaggio con troppo anticipo; affidati invece a siti ufficiali (possibilmente dotati di livecam) in modo da verificare lo stato di avanzamento della fioritura in tempo reale.

Dove vedere la lavanda: Route de la Haute Provence
L’Alta Provenza è una zona molto colorata in ogni mese dell’anno. Basta pensare al turchese del lago Sainte-Croix e agli scenari lussureggianti delle Gorges du Verdon, vertiginosi strapiombi ricchi di vegetazione. L’inizio dell’estate regala però una tinta in più: la lavanda di montagna dipinge i declivi più impervi, allargando macchie viola oltre i ruscelli, tra querceti e borghi arroccati. Cerca i campi intorno alle cittadine di Sisteron, Digne-les-bains e, soprattutto, Moustiers-Sainte-Marie, il borgo che amo di più.

Tante le cose che puoi fare in questo paesino: gironzolare nei mercatini che animano le sue vie, ammirare le faïences, le tradizionali ceramiche smaltate, gustare la Mouss’terrienne, birra artigianale dal retrogusto di miele, o semplicemente ascoltare il chiacchiericcio del torrente che attraversa il paese. Per una visuale speciale, sali alla Cappella di Notre Dame de Beauvoir, la graziosa chiesetta che domina Moustiers. Certo è necessario fare qualche scalino (attenzione al sentiero perché la pietra, a forza di essere calpestata, è divenuta liscia e scivolosa!) ma il panorama sulla cittadina è fantastico.

Quassù sarai anche più vicino alla famosa ‘stella delle falesie’, il simbolo del borgo. Probabilmente l’hai già vista durante la tua passeggiata nel centro storico: basta alzare gli occhi per notarla. Piccina e dorata, la stella è agganciata a una catena tesa tra le due pareti rocciose che abbracciano Moustiers e la sua funzione è quella di protegge il paesino. Tra le tante leggende legate alla sua origine, la più diffusa ritiene si tratti dell’omaggio alla Vergine da parte di un cavaliere tornato dalle Crociate.

Dove vedere la lavanda: il Plateau di Valensole
Proseguimento naturale della Route de la Haute Provence, l’altopiano di Valensole è l’indiscussa cpitale della lavanda. La maggior parte delle coltivazioni si trova qui, così come gli scorci più scenografici, quelli che tutti abbiamo visto in fotografia almeno una volta. Segui tre strade in particolare – la D56, la D8 e la D952 – e fermati a rimirare il paesaggio; noterai come, per uno strano effetto ottico, i filari sembrino vivi, dinamici. Vere e proprie onde viola! Cerca il colpo d’occhio perfetto: può essere un albero solitario all’orizzonte che, come un faro, veglia su questo mare tanto insolito. Oppure un casolare abbandonato, austero totem di pietra addolcito dai toni rosati del tramonto. O ancora, un contrasto cromatico forte, come quello di un campo di lavanda che si srotola accanto a una distesa bionda: spighe di grano o girasoli mossi dal vento.

Tra uno scorcio e l’altro fai tappa presso una delle tante distillerie della zona – come la nota Angelvin – per scoprire come viene lavorata la lavanda, oppure visita un borgo: Riez e Valensole in primis. Se capiti da queste parti a luglio inoltrato, potresti anche prendere parte alla Festa della Lavanda, un evento in costume molto sentito dalla comunità locale.

Dove vedere la lavanda: La Route de Ventoux, Lure e Luberon
Da Valensole imbocca ora la Route de Ventoux, il monte tanto caro a Cézanne: proprio come nei suoi quadri, questa vetta sarà sempre presente anche sul nostro orizzonte (o quasi!). Attraversiamo l’altopiano di Albion, un grosso fazzoletto di terra situato idealmente tra i borghi di Banon e Sault. Banon è noto soprattutto per due cose: la prima è il formaggio che ne porta il nome. Il banon è un caprino a pasta molle tipico della zona, le cui note aromatiche derivano da un’affinatura molto particolare: immerso in acquavite, successivamente viene avvolto in foglie di castagno.

E la seconda? Naturalmente è la lavanda. Il campo che si stende ai piedi di Banon è una delle cartoline più belle di Provenza. Forse, solo il paesino medievale di Simiane-la-Rotonde (poco distante) è altrettanto suggestivo. Molto carina è anche Forcalquier, una cittadina che ho scoperto l’estate scorsa e che mi è piaciuta tantissimo per la sua dimensione meno turistica rispetto ad altre. Devi assolutamente salire alla sua cittadella, dove si trova la cappella di Notre-Dame de Provence che regala una vista a 360° sulla campagna circostante.

Prosegui ora alla volta del Luberon. Incontrerai Gordes, affascinante villaggio medievale sormontato da un castello: imperdibile il punto panoramico lungo la D15, che mostra il borgo in tutto il suo antico, immutato splendore. L’abbazia di Sénanque, una delle immagini simbolo della Provenza in fiore è ormai vicina: pochi chilometri ed ecco il noto edificio cistercense, incorniciato da onde violette rese scintillanti dal sole. Il suo fascino è innegabile, peccato però il turismo al limite dell’ingestibile. I numerosissimi pullman rendono lento e travagliato l’arrivo e, una volta sul posto, orde di instagrammer conciati nei modi più ridicoli guastano del tutto l’atmosfera. Lungi dall’essere quel luogo silenzioso e armonioso che dovrebbe essere, Sénanque diventa solo lo sfondo dell’ennesimo selfie: merita molto di più (magari la chiusura al traffico una volta raggiunto un tot di visitatori).

Continuiamo il nostro viaggio per borghi: ecco Bonnieux che, costruito a terrazza su di un’altura, offre splendide vedute aeree della regione; Fontaine-de-Vaucluse, noto per aver ispirato il Petrarca per il suo poema ‘Chiare, fresche e dolci acque’ (osservando il torrente Sorgue che scorre al suo interno capirai il perché!) e Lourmarin, compendio di Provenza con le sue piazze ombrose, case in tinta sabbia dalle persiane azzurre, bistrot con sedute in vimini e piccole gallerie d’arte.

Consigli per gli acquisti
Oltre a tante immagini stupende, da questo viaggio in Provenza vale la pena portarsi a casa anche qualche profumato souvenir. Se ami gli oli essenziali, qui ne troverai di adatti a ogni scopo e tasca: l’olio di lavandin è ottimo per profumare gli ambienti e, aggiunto al detersivo, persino il bucato. Decisamente più costoso, l’olio di lavanda ha invece proprietà terapeutiche: qualche goccia sulle tempie o sul cuscino può conciliare il sonno e alleviare l’emicrania e, frizionato sulla pelle o inserito nella vasca da bagno, ha un effetto calmante e rigenerante. Molto efficace anche la lavanda essiccata: la trovi in sacchetti per profumare armadi e cassetti (proprio come facevano le nostre nonne) o lavorata insieme al sapone di Marsiglia, per una doccia effetto scrub. Per un souvenir gustoso, opta per il miele alla lavanda: passeggiando tra i campi, avrai sicuramente fatto caso all’incessante ronzio delle api e probabilmente avrai notato file e file di arnie.

Meritano infine una menzione anche i mercati provenzali. Piccoli o grandi che siano, sono un piacere per gli occhi: le signore che si avviano con il loro panier pieno di formaggi e olive raccontano la Provenza meglio di qualunque altra immagine. Fermati ad acquistare un caprino, magari proprio il banon, oppure, se ti piace l’idea, un salume particolare, come quello di fagiano. Se i generi alimentari non ti interessano, visita invece i brocante, mercatini dell’antiquariato dove scovare autentici pezzi da collezione, o i vide grenier – letteralmente ‘svuota solaio’ – occasioni in cui privati e rigattieri vendono per le vie del paese pezzi più o meno antichi che sembrano usciti dai bauli di una vecchia zia: orologi, dipinti, merletti, lampade… Di qualità inferiore rispetto ai brocante, i vide grenier sono però più simpatici (ed economici)!

Sei appassionato di campi di lavanda? Non perderti allora una fioritura tutta italiana: questa!

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